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Attualità

LA NOVITÀ ASSOLUTA

GIAMPAOLO COTTINI - 18/04/2014

Piero della Francesca, Resurrezione, Museo Civico di Sansepolcro

È risorto! Veramente il Signore è Risorto! In questa primitiva confessione di fede che risale ai primordi del Cristianesimo è contenuta l’imprevedibile novità ed originalità della nostra fede! Se l’immaginazione riesce a pensare e raffigurare la scena tenerissima della nascita del Bimbo di Betlemme che nel Natale prende possesso della Storia umana come farebbe chiunque di noi con la fisicità corporea della vita nascente, la Resurrezione supera ogni pur profonda riflessione teologica o filosofica, andando ben oltre il pensiero dell’immortalità dell’anima cui era giunto anche il pensiero antico.

Quella mattina di Pasqua, infatti, è accaduta la più grande rivoluzione del creato, cioè l’irrompere di una vita nuova in un corpo che non si è lasciato semplicemente animare da un nuovo soffio vitale (come nel ritorno alla vita di Lazzaro o del figlio della vedova di Naim), ma si è mutato in una realtà totalmente nuova ed aderente alla Gloria originaria con cui Dio ha pensato la Creazione guardando al Figlio! La novità del Cristianesimo è tutta carnale e si manifesta in quel corpo liberato dalle tenebre della Morte per vivere nella luce della vita, che rinasce nuovamente come se nel creato fosse avvenuta un’esplosione nucleare capace di trasformare tutto.

Perciò il Cristianesimo non appartiene alla categoria delle visioni mistico-religiose o delle dottrine sapienziali o morali, ma si comprende solo nella prospettiva di quell’evento storico imprevedibile che dà inizio all’ontologia nuova di un essere che non esisteva e che irrompe cambiando i connotati di tutta la realtà. La Chiesa inizia dall’annuncio del Signore Risorto che risuona nella veglia pasquale e che diventa la fonte di una nuova certezza sull’uomo da cui scaturisce una diversa considerazione della vita: contro la presunzione di poterla manipolare a proprio piacimento come vorrebbe la più sofisticata tecnologia, Cristo risorto ricorda l’unicità irripetibile di ogni singolo uomo, cui la vita è donata con i germi della Resurrezione. La resurrezione è un fatto unico e sorprendente, indeducibile da qualunque legge fisica o biologica, inspiegabile ed inverosimile rispetto al normale funzionamento della Natura, storicamente impossibile anche solo da pensare, eppure presente nell’esperienza di chiunque l’ha incontrata come quelle donne che videro Gesù risorto la mattina di Pasqua.

Solo un avvenimento reale è capace di cambiare l’io e di spingerlo verso nuovi territori di conoscenza e di impegno: la Chiesa come comunione di uomini che guardano all’umano in maniera nuova ed amorosa nasce dall’irruzione imprevedibile di quel Risorto che – come scriveva Benedetto XVI pensando all’Ascensione – “viene per sollevarci al di sopra di noi stessi ed aprire il mondo a Dio”. La Resurrezione cambia lo sguardo sull’uomo e dona energia per trasmettere quella misericordia con cui Dio sostiene tutta la realtà: non è un terremoto esteriore ma fonda un sommovimento dell’io, che cambia ogni atteggiamento e permette un giudizio più vero su tutto. Basterebbe pensare al nuovo modo di guardarsi tra uomo e donna nella famiglia per scoprire che non è identico vivere la coniugalità con Cristo presente o ignorandone la forza di resurrezione; oppure non è lo stesso concepire una immagine di società fondata sull’avvenimento pasquale o ignorandone la potenza rinnovatrice.

E si potrebbe andare avanti ancora nel cercare le conseguenze della Resurrezione nella vita di ognuno. Ci limitiamo a ricordare a titolo esemplificativo le illuminanti e profetiche parole pronunciate dall’allora Cardinal Montini il giorno di Pasqua del 1959, che esprimono tutta l’urgenza di vivere la Pasqua nel suo significato di cambiamento del mondo; “Oggi tanto si parla e si fa per dare al mondo un volto umano, ma spesso si sottintende un volto privo di anima umana, un volto materializzato dalla fallace speranza di trarre dalla terra quanto basta a fare l’uomo felice e completo; si crede che la soluzione dei problemi economici, l’organizzazione tecnica dell’opera umana, l’esplorazione scientifica della natura, possano liberare e redimere l’uomo, e che lo sforzo umano, da solo, valga a raggiungere, col possesso del mondo sensibile, la sua vera fortuna. Anche nella mentalità di molti uomini del nostro tempo, anche cristiani, occupati a dare alle cose temporali una migliore disposizione, si va insinuando l’opinione che questo solo sia, infine, il massimo e forse anche il solo dovere effettivo da compiere, e che il cristianesimo debba piuttosto servire a raggiungere i fini propri di questo mondo, piuttosto che questo mondo a servire i fini propri e veri – i soli propri e i soli veri – dell’uomo destinato all’ordine soprannaturale”.

Solo nella prospettiva indicata dal Cardinal Montini è affascinante guardare all’oggi con la certezza che tutto risorge con Cristo. Ed è questo il vero augurio di buona Pasqua!

 

 

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