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Editoriale

CARTELLI

MASSIMO LODI - 24/10/2014

park

Il cartello comparso alla Prima Cappella (da varesenews.it)

Cartelli. 1) Compare alla prima Cappella la scritta dei favorevoli al bunker. Cinquantamila sì, dice l’annuncio. Ma va là. Una mediocre trovata, intesa dai disinformati (ci sono o ci fanno?) come insegna d’un movimentismo contrario a quello delle settemila firme antipark. E se i non-settemila fossero semplicemente degl’ignari di vicende locali? Dei menefreghisti delle sorti pubbliche? Dei pigri o indolenti o refrattari all’esposizione in prima e responsabile persona? Dei deleganti del loro parere (chi tace acconsente) agli avanguardisti della protesta?

E se – andiamo sul semplice semplice – l’affissione fosse opera d’uno o più provocatori che trovano trombe, trombette, tromboni pronti a gonfiarsi di cortigiano fiato propagandistico? Scegliete voi, cari amici lettori.

Tornando alla questione sacromontina: la soluzione-park più razionale era e rimane il piazzale Montanari, ampliabile come si vuole. L’area di sosta sotterranea, con roccia tremendista da far esplodere, costi elevati, posizione d’arduo ingresso-uscita, cantiere che per un anno e mezzo paralizzerà il traffico è un grave, storico, irreparabile errore. Indipendentemente dalle decisioni che prenderà la magistratura, a proposito della regolarità delle procedure seguite.

***

Cartelli. 2) Quelli viabilistici li si comincia a far rispettare di più, nel centro di Varese. Evviva, era l’ora. Il nuovo comandante dei vigili urbani ha promesso tolleranza zero, stanno seguendo fatti in buon numero. Viste auto rimosse dagli spazi di carico-scarico, visto appioppare multe a chi intasa la sera vie già di per sé impraticabili, visto l’allontanamento di vetture in doppia fila su arterie d’intenso transito. Eccetera. Uno sbaglio, ma non imputabile ai vigili: la sanzione durante la pausa pranzo. Ma lasciatelo gratuito quell’intervallo, egregi amministratori. Che bottino quattrinario frutterà mai? E quanto deprime la ristorazione e il commercio? Non vi basta il caro prezzo che imponete per il resto della giornata? Infine: non esiste un cartello che vieti il vandalismo. Però è come se ci fosse, e si sta tentando di seguirne l’indicazione. Impresa più difficile che imporre il codice di salvaguardia della circolazione stradale. I teppisti insozzano, lordano, deturpano senza tregua, vanificando il benemerito lavoro d’un gruppo di volontari della pulizia. Beccarli, punirli adeguatamente, eseguire la pena: questo ci si aspetta. Non è mancanza d’un minimo di pietà, è esigenza del massimo d’attenzione nell’interesse generale. Città ordinata, pulita, decorosa significa città più confortevole, sicura, dissuasiva verso il crimine. Piccolo e grande.

***

Cartelli. 3) Trasferiamoci (un po’ arditamente) nel campo economico-sportivo e passiamo al singolare. Argomento: il calcio, la crisi del Varese, le prospettive future. Serve un cartello bianco e rosso d’imprenditori che rilevi la società al collasso, e (si teme) prossima allo sciagurato fallimento. Piovono le penalità nella classifica sportiva per le inadempienze fiscali-contributive, si fatica a onorare le spese correnti (stipendi, costi di servizio, eccetera), la retrocessione appare quasi una certezza, e non solo un’eventualità di probabile accadimento. Possibile che a nessuno (non diciamo arabi, americani, russi ma almeno italiani conoscitori del football di qualità) importi d’investire in un club che ha storia importante, nome glorioso, marchio appetibile? Un brand che potrebbe favorire il successo di chi se lo prende e investe il giusto per valorizzarlo e trarne profitto.

Forse non si è tentato tutto ciò che si poteva, e non c’è più tempo per rinviare l’operazione. Non basta menare il solito torrone del cuore, della bandiera, dell’identità. Ci vuole il pragmatismo che ai bosini non difetta, e neppure a chi bosino non è d’origini ma lo è diventato d’adozione. Il Varese è un patrimonio di Varese, non si può disperderlo. Anche la politica, se riesce, faccia il suo. S’è resa responsabile d’un sacco di danni, si renda disponibile a procurare un vantaggio popolare: recupererà nella classifica del gradimento, che la vede relegata nella posizione di tristissima coda.

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