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Ambiente

POLVERI SOTTILI: CHE FARE

ARTURO BORTOLUZZI - 07/11/2014

Un articolo di fondo del Corriere della Sera (di Sergio Harari), criticava la sospensione del blocco del diesel Euro 3 che, pur annunciato (era contenuto nel Piano aria approvato dal Consiglio regionale), è sparito, però, nella delibera della Giunta Lombardia del 31 ottobre. Se fosse stato approvato il blocco, questo avrebbe interessato mezzo milione – abbondante – di auto inquinanti.

Si vedrà, insomma, più avanti se e quando si applicherà anche questo divieto, che era pure stato sventolato con orgoglio in faccia ai rigidi funzionari della Comunità Europea. Funzionari che ogni anno sanzionano la Regione Lombardia per gli sforamenti dai parametri sullo smog.

La crisi pare aver sotterrato questo problema – l’inquinamento dell’aria – che è sempre tra noi. L’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (che ha con certezza individuato il particolato -polveri sottili – come causa di tumore), rileva come ogni anno oltre tre milioni di persone muoiano in tutto il mondo a causa dell’aria che respiriamo. Di questi ben 233.000, muoiono per tumori polmonari da smog: questi sono i dati nudi e crudi.

Sergio Harari, ha invitato cittadini lombardi a non dimenticarsi dell’inquinamento dell’aria e a spronare chi ci governa. Resto pienamente convinto del fatto che sia necessario combattere quell’indifferenza degli abitanti del territorio a quanto di negativo accade con il consenso del palazzo volontariamente ovvero no, o con tolleranza davanti a quello che è esplicitamente sbagliato.

Su questo giornale, lo scorso ottobre, avevo parlato della denuncia del Dottore responsabile della Pneumologia dell’Ospedale di Circolo di Varese, che lamentava l’aumento delle patologie tumorali ai polmoni prese in cura dal reparto da lui diretto. Lo avevo invitato a denunciare in sede politica i fatti da lui accertati e a non divulgare solo gli effetti degli studi fatti per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Studi questi incredibilmente incapaci di muovere la politica ad agire.

La triste realtà è che occorre ora, per poter sperare vengano effettuate dalla politica azioni pratiche capaci di calare nella realtà i risultati delle analisi fatte nei centri di ricerca più alti nel mondo, un metodo nuovo. Occorre che gli ospedali personifichino con nome e cognome e luogo di residenza i malati da smog. Come è stato per le sigarette sarebbe ora maturo il tempo perché i malati da smog incomincino a chiedere il risarcimento dei danni per aver subito malesseri per via di un inquinamento dell’aria non contrastato da chi avrebbe potuto intervenire e non lo ha fatto. Perché, insomma, si ritiene applicabile l’articolo 2051 del Codice Civile nel caso in cui una automobile abbia ad danneggiarsi per avere incontrato un buco sulla strada e non è, invece, così, quando una persona è ammalata certamente a causa dell’inquinamento dell’aria?

Ora lo faccio, ancora, dopo che, con il bel tempo, si sono avuti giorni in cui si superata la soglia del 50 µg di particolato, prevista dalla Comunità europea quale suo valore limite. Ebbene, non è possibile dipendere dalle piogge. Queste non combattono, ma semplicemente mascherano un inquinamento che è sempre presente.

A Varese, ricordo sempre come meritoriamente fosse stata costituita una commissione intercomunale per affrontare le problematiche inerenti l’inquinamento da polveri sottili. Con il nuovo Assessore, l’attività di questa commissione è stata non coltivata e, anzi, fermata. Quanto realizzato a Varese con questa Commissione, non avrebbe certamente portato all’assunzione di provvedimenti risolutivi, ma sarebbe stato un progetto pilota, da estendersi in molte realtà della pianura padana. Sarebbe servita ad indicare modelli comportamentali alla cittadinanza diversi da quelli invalsi ora e che contrastano con il dovere di ciascuno verso la salute altrui e verso, anche, la propria.

Quello che, soprattutto, dispiace è che l’Assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese non abbia proposto nulla in sostituzione della Commissione intercomunale. Per lui il problema del particolato, forse, non esiste?

La scienza ha più volte affermato che il problema polveri, può essere affrontato in sede politica solo con interventi continui e con forza. Non certo con quella che definisco la inazione rinunciataria dell’Assessore varesino.

Neppure con quella che ho appellato sopra come il ripensamento (chissà se momentaneo) della Giunta della Regione Lombardia, destinato a sollevare gli antichi steccati tra interessi dei cittadini al lavoro e alla propria salute. Contrasto che la politica non dovrebbe fomentare ma risolvere.

Mi auguro un maggior coraggio da parte delle istituzioni competenti, che aumenti la qualità della vita dei cittadini lombardi e che eviti a loro di dover pagare multe alla Comunità Europea.

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