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Lettere

LA SVOLTA PER VARESE

- 07/01/2015

Se si vuole preparare un’alternativa vera al governo di Varese bisogna anzitutto partire dai contenuti e non da sé stessi. Occorre cioè pensare e agire da forze vogliose di mettere la parola fine, in senso pieno, al ventennio a trazione leghista,. Non si tratta cioè di preparare un semplice ricambio di personale politico, ma di formulare una proposta programmatica che si ponga, per metodi e contenuti, in netta discontinuità con il passato. Varese ha bisogno di una politica profondamente rinnovata capace di fare i conti con una crisi economica sociale di vaste proporzioni, che ha agito nel suo corpo in profondità, determinando bisogni e domande che, queste sì, mettono drasticamente in discussione scelte e metodi del passato.

Per svoltare davvero non si può che partire da qui: dal ruolo del Comune, dalle tutele sociali, dal carico fiscale locale e dalla sua distribuzione, dall’uso del territorio e dalla salvaguardia dell’ambiente, dall’impiego delle risorse economiche e finanziarie, dal funzionamento della macchina organizzativa e dei servizi. Che poi in concreto significa cosa si vuole fare del PGT, dei parcheggi nei parchi o della funicolare, delle opere annunciate o in fase di avvio, del Masterplan di Piazza Republica (inteso nella sua interezza), e potremmo continuare ancora a lungo… Anteporre le“questioni programmatiche” ai calcoli elettoralistici e ai giochi di potere è anche il modo più efficace per contrastare la sfiducia e il distacco dei cittadini.

“L’agenda” pubblicata a fine anno dal PD appare, invece, tutta incentrata sull’autoreferenzialità: c’è un PD che in forza dei propri numeri o credendo di avere già la vittoria in tasca, detta le condizioni, dà le carte, compila pagelle, stabilisce la “credibilità” e la “maturità programmatica” dei potenziali alleati. In questa esaltante autoreferenzialità si annuncia, “tranquillamente” (sic!), la possibilità che “il PD potrebbe correre da solo”. Al primo turno s’intende. Poi – bontà loro – al secondo gli altri possono sempre accodarsi.

La preoccupazione primaria del PD sembra essere quella di offrire una sponda ai cosiddetti neocentristi (il cui vero nome è NCD, ma potrebbe comprendere anche l’UDC, mai dire mai). Un assillo tanto forte da diventare con loro più indulgenti che con i “movimenti”.

Mentre cioè i movimenti devono superare l’esame di maturità “dalla protesta alla proposta”(come se i NO espressi sulle scelte più devastanti della maggioranza non contenessero proposte precise e un’altra idea di città), ai neocentristi basta accettare il semplice cambio di squadra o di casacca. Eppure si sta parlando di forze che hanno governato e sgovernato in ogni dove e continuano a farlo con disinvoltura anche in schieramenti opposti. L’NCD poi non solo ha partorito e approvato tutte le scelte della maggioranza Lega-PDL, ma ha rivendicato – persino dopo la cacciata dalla giunta Fontana – la fedeltà al programma del 2011!

Peccato che a dimenticare il 2011 sia proprio il PD! Anche se più che una dimenticanza sembra una rimozione volontaria. Richiamare infatti quel passaggio elettorale e, quindi, il programma, la candidata sindaca e le liste – SEL compresa – che sostennero quel progetto, renderebbe inspiegabile e improponibile quello formulato ora.  Eppure va ricordato che proprio in quella occasione il “nostro” centrosinistra (altra parola rimossa) ottenne il migliore risultato della sua storia, mancando di poco la vittoria. Poi ci sono stati quattro anni di opposizione e di comuni battaglie sugli aspetti più rilevanti, ma …

Noi di SEL, lo diciamo con chiarezza, non siamo propensi a fare alleanze ad ogni costo, né ci piacciono le “larghe intese”, neppure se cucinate in salsa bosina. La partita che intendiamo giocare si fonda sulla necessità di definire proposte e programmi che scaturiscono da un libero e aperto confronto tra le forze politiche non compromesse con le passate gestioni e tra queste e le associazioni che intendono concorrere – in piena autonomia – al governo della città. Così pure con i cittadini e i soggetti che vogliono eventualmente organizzarsi in liste civiche per concorrere direttamente alla svolta necessaria.

Se il PD vuole ascoltare, ascolti. Se invece intende ballare da solo, auguri! Noi giocheremo comunque la nostra partita cercando intese con chi non si accontenta di un semplice lifting.

Rocco Cordì

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