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Editoriale

SAGGEZZA

MASSIMO LODI - 27/02/2015

editorialeSaggezza 1. L’inchiesta giudiziaria sul parcheggio-bunker alla Prima Cappella farà il suo corso. Per ora, due indagati: il comproprietario del terreno (e, contemporaneamente, membro del cda del Parco Campo dei Fiori) in cui si dovrebbe scavare l’autosilo e un funzionario comunale. Colpevoli, innocenti? Si vedrà. Col tempo, con calma, con i dovuti approfondimenti. Viva il garantismo. Quel che si può fin d’ora vedere è che sarebbe il caso di rinunziare all’opera. Per i motivi ormai antichi, straconosciuti, estranei alle inchieste della magistratura: è inutile e costosa. Una motivazione semplice, sostenuta dalle firme di migliaia di varesini, e mai tenuta in conto dal governo comunale.

Adesso sarebbe il momento (pur se lo è da un pezzo) di ripensarci e dare un segnale di assennatezza amministrativa. Ma anche di lungimiranza politica: decidere la retromarcia prima che si sia obbligati a farlo. Necessitano altri commenti? Proprio no. Questa storia si commentava già da sola due e anni e mezzo fa, quando cominciò. Colsero il significato critico i tanti che si mobilitarono. Continuò (continua?) a non capirlo la classe politica al comando della città.

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Saggezza2. La rielezione del cda del Molina era con ogni evidenza da rinviare alla prossima legislatura. In nome del buonsenso, mica di altro. Ma il buonsenso fatica ad affermarsi. Sapete qual è la vicenda: presidente e amministratori scaduti, bando di nomina chiuso da dicembre, veti politici che han bloccato tutto e a lungo. La guerra è stata nel centrodestra: l’Udc rivoleva la carica, una parte di Forza Italia l’appoggiava e un’altra no, la Lega obiettava. Teoricamente avrebbe dovuto avere mano libera il sindaco fin dall’inizio, e però se l’è fatta imprigionare dai partiti. Le loro liti han creato la paralisi. Finalmente, giovedì scorso, l’indicazione dei prescelti. Meglio: l’imposizione ennesima e spartitoria delle onnipotenti segreterie di Lega e Forza Italia. Con un curioso, fondamentale, imbarazzante dettaglio: l’area politica che aveva espresso il presidente uscente, poi apprezzato da tutti per l’ottima gestione della casa di riposo, ha per prima sollecitato il cambio al vertice dell’ente.

La nuova amministrazione civica, che i varesini sceglieranno nel 2016, farà bene a cambiare il metodo elettivo, restituendo il potere decisionale al Consiglio comunale. Certo, i partiti continueranno a esprimere le candidature, ma la trasparenza sarà massima, e ci verrà risparmiato il deprimente spettacolo del deleterio trattativismo politico, protagonista degli ultimi tre mesi. Una delle maggiori istituzioni locali merita di riottenere il rispetto negatole.

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Saggezza3. Qualche giorno fa compare sulla rete il seguente giudizio dell’amministratore unico dell’Aspem, Calemme: “Che Renzi abbia un consigliere economico ebreo, la dice lunga su chi comanda in questo Paese. Rivoluzione”. Seguono stupore, indignazioni, polemiche. Lui si giustifica spiegando che era una battuta tra amici, pur se il suo collega di Forza Italia, l’assessore alla Cultura Longhini, gli ricorda che “…dire le cose con un post equivale a portarle in piazza”. Poi allarga il tiro dagli ebrei al governo: e giù critiche. Infine, le tardive scuse al capo della comunità israelitica di Milano: riconosco che posso aver urtato la sensibilità di qualcuno. Di qualcuno? Di tutti, caro amministratore unico. Degli ebrei, dei varesini ebrei e non ebrei, della comunità civile. Il Pd chiede al sindaco d’intervenire, e di far dimettere l’incauto dichiaratore, che agli occhi dei democrats (non solo ai loro occhi) è un degno emulo dell’ex assessore Clerici, il fustigatore di partigiani cacciato dalla giunta municipale. La risposta: è un appello che non ha ragione di esistere. Se vuole, Calemme si dimetta lui. Non vorrà, naturalmente. Perché alla sua accortezza sfugge (sfugge all’accortezza di molti) che quanti ricoprono ruoli pubblici, non possono pretendere franchigie private. Il che la dice lunga su chi comanda in questa città. Rivoluzione? Magari.

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