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Cultura

CONSERVIAMO QUESTO DONO

SARA PORETTI - 10/07/2015

teatro

Piera Degli Esposti legge Dante

Anche quest’anno programmo le mie vacanze in base alla stagione Tra Sacro e Sacro Monte. Decido di stare in città per tutto il mese di luglio felice di godere del nostro Sacro Monte: un luogo meraviglioso e caro a me, come ad ogni varesino, per apprezzare l’intelligente selezione e le lucide proposte sul teatro italiano che ogni anno il direttore artistico Andrea Chiodi propone alla città di Varese.

Il rito é sempre quello: si sale verso la frescura che da Sant’Ambrogio inizia a farsi sentire, si arriva chi in pullman, chi, come me, sempre all’ultimo cercando un parcheggio il più possibile lecito, ci si inoltra nella folla alla ricerca di un posto a sedere, si salutano amici e habitué che con gli anni si é imparato a conoscere e si attende in religioso silenzio l’inizio dello spettacolo con negli occhi uno squarcio meraviglioso di Lombardia al tramonto, certi che qualcosa sta per accadere.

E, nella prima serata della stagione, é riaccaduto con Piera degli Esposti che ha incontrato Dante e lo ha fatto incontrare a noi.

Tra Sacro e Sacro Monte, che seguo fedelmente fin dal primo anno, resta l’appuntamento teatrale più interessante della città di Varese alla quale, mancando un teatro stabile e una stagione accattivante, recupera durante l’estate. Attrae non solo persone che abitano a Varese e in provincia ma anche milanesi che ormai conoscono l’appuntamento e immancabilmente si spostano dalla canicola meneghina e raggiungono in poco più di un’ora la terrazza del Mosé.

La riduzione del calendario di quest’anno che conta quattro serate e un incontro a differenza delle otto serate e due incontri della stagione 2014 e delle otto serate della stagione 2013 mi preoccupa personalmente ma anche come occasione che Varese potrebbe perdere se rinunciasse troppo facilmente ad un appuntamento come questo.

Il mio appello va a sostegno degli organizzatori ma anche a chi é implicato direttamente nelle decisioni finali perché, per quanto il valore delle proposte di quest’anno resta altissimo, (gli attori sono tra i più straordinari del panorama italiano, la scelta del tema unitario come anche la messa a punto di spettacoli ad hoc per Varese come quello di Piera degli Esposti o anche l’esperimento di Franco Branciaroli: “Dall’Inferno al Purgatorio”) non posso essere d’accordo su quello che ho sentito durante l’introduzione alla serata che “anche se quest’anno gli eventi sono meno la sostanza è la stessa”.

L’aspettativa della platea è che resti un appuntamento irrinunciabile e che conservi le stesse caratteristiche che hanno iniziato ad educare un pubblico attento, fedele e libero che ascolta, guarda, si commuove, ride, risponde, prega, parla, recita assieme agli attori ed è testimone del riaccadere di quell’Indicibile che la solo la vera arte permette.

È  questa freschezza e questo gusto che non vanno perduti nella forma originale e nuova della stagione che va sempre più valorizzata e sostenuta.

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