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Opinioni

LISTE CIVICHE: COME, CON CHI

VALERIO CRUGNOLA e CESARE CHIERICATI - 05/02/2016

Il comitato Varese2.0 raccoglie firme

Il comitato Varese2.0 raccoglie firme

I vecchi schieramenti politici e gli attori partitici sono a vario titolo in crisi, non solo in Italia. La fluidità è aggravata da comportamenti elettorali caratterizzati dal crescente astensionismo, dalla disaffezione per la politica, da un senso di disillusione, scetticismo e stanchezza, dalla volatilità delle scelte. La credibilità, il grado di rappresentanza e l’efficienza del sistema politico centrale sono ai minimi storici; di riflesso si abbassa la fiducia degli italiani in una via d’uscita a breve e medio termine. A loro volta i partiti, incluso il M5S, non possono, non vogliono o non sanno né creare ampie e stabili basi di rappresentanza, né bonificare l’agire politico, proprio e altrui, né suscitare un rinnovamento economico e una maggiore equità a favore dei ceti medio-bassi. Nondimeno, la democrazia italiana resta una democrazia di partiti. Sebbene profondamente mutati, ridotti spesso a semplici comitati elettorali, i partiti restano il perno della partecipazione e della rappresentanza.

In ambito locale l’attuale impasse dei partiti ha ricadute ancora più gravi. Ai problemi generali del paese si sommano quelli specifici dei territori. Le risorse sono sempre più scarse. Si parla molto di caste insediate nei poteri centrali: quelle insediate nei poteri locali sono persino più radicate, incluso il Centro e il Nord.

Le possibilità dell’azione locale

Potenzialmente, la crisi della politica centrale, con lo scollamento che determina tra centro e periferia, offre spazi d’azione a nuovi soggetti in sede locale. I comitati civici sono una di queste opportunità.

Chiamiamo movimenti civici quei nuclei sorti e cresciuti in modo autonomo dai partiti, radicati e non costruiti in vitro o alimentati nell’incubatrice, operanti e aggreganti nella sfera reale e non solo in palcoscenici virtuali, capaci di produrre pratiche di trasformazione e di prefigurazione programmatica, costituiti da persone altamente credibili, libere da ideologie vecchie e nuove, portatrici di competenze e di passione civica. Si tratta di aggregazioni di persone di buona volontà, di provata indipendenza, disinteressate, unite da obiettivi e sentimenti comuni e da bussole valoriali rivolte a produrre trasformazioni e innovazioni ben definite.

Tali comitati non possono ambire a sostituire i partiti, o almeno quelli ancora radicati tra la popolazione e dotati di un minimo di rappresentatività. Possono però sollecitare quei partiti a cambiare a 360° su alcuni punti essenziali: 1. l’abbandono di una politica intesa come manovra, accordi di vertice e alleanze incentrate su compromessi e pratiche spartitorie; 2. la totale libertà da lobbies, centri di potere e gruppi di interesse; 3. il rispetto della legalità e dell’etica pubblica; 4. una drastica selezione dei gruppi dirigenti, levando di mezzo i politici di professione, premiando le capacità a scapito dei meriti di carriera, facendo spazio a figure di provata onestà e competenza, al ricambio generazionale, all’apporto femminile; 5. uno stile diverso nel rapportarsi all’opinione pubblica, nella definizione dei programmi e nella destinazione della risorse.

Soprattutto nei centri di media dimensione, come Varese, questi comitati possono suscitare nuove energie dal basso, a partire dalla volontà e dal bisogno dei cittadini di un cambiamento profondo negli indirizzi di governo e nelle pratiche di gestione della cosa pubblica, e costruire una via d’uscita da una situazione di aperto declino economico, sociale, culturale e morale, di degrado ambientale, di scarsa efficienza, di perdita di vocazioni produttive e di vivibilità nel territorio, di sprechi di risorse, di pratiche politiche lottizzatrici e spartitorie.

Perché questo insieme di elementi negativi possa essere corretto, non serve un percorso che muova dall’alto e sia affidato ai soli partiti quali sono ora, ma un processo che costruisca una convergenza su programmi di risanamento e rilancio realistico del territorio.

A dover convergere, in modo paritario, sono cinque poli: 1. i partiti, purché disponibili a cambiamenti netti, anche interni; 2. i movimenti civici passati all’esame dell’esperienza e dell’azione; 3. i mondi dei vari associazionismi; 4. le élites intellettuali e professionali; 5. infine, ma non meno importanti, i cittadini rappresentativi dei quartieri, dei giovani, delle donne e i rappresentanti delle tante comunità di stranieri (europei e no) che costituiscono un’opportunità e una risorsa anziché un costo e un pericolo.

L’impegno del Comitato Varese 2.0

È questa la prospettiva su cui è impegnato, ormai da tempo, il Comitato Civico Varese 2.0. Pensiamo a un percorso di convergenza incentrato sull’interlocuzione trasparente, limpida e disinteressata tra i cinque poli prima indicati. Proponiamo questo cammino a tutti i soggetti disponibili a cambiare e a costruire un’alternativa politica per il futuro di una città in palese decadimento e in grave degrado senza discontinuità da oltre tre interminabili decenni. Da questa interlocuzione riteniamo vadano escluse a priori le forze politiche e le figure che hanno retto la città di Varese per quasi 25 anni.

Comitato civico Varese2.0

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