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In Confidenza

RIVELARE LA VERA BELLEZZA

Don ERMINIO VILLA - 19/02/2016

Presentazione di Gesù al tempio. Sacro Monte di Varese, IV Cappella

Presentazione di Gesù al tempio. Sacro Monte di Varese, IV Cappella

Parlando dell’evangelizzazione Papa Francesco afferma: “Ogni volta che si torna a scoprirlo, ci si convince che proprio questo è ciò di cui gli altri hanno bisogno, anche se non lo riconoscono: «Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio» (At 17,23)”. A volte perdiamo l’entusiasmo per la missione, dimenticando che il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone, perché tutti siamo stati creati per quello che il Vangelo ci propone: l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno.

“L’entusiasmo nell’evangelizzazione si fonda su questa convinzione: abbiamo a disposizione un tesoro di vita e di amore che non può ingannare, il messaggio che non può manipolare né illudere. È una risposta che scende nel più profondo dell’essere umano e che può sostenerlo ed elevarlo. È la verità che non passa di moda, perché è in grado di penetrare là dove nient’altro può arrivare. La nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore” (Evangelii Gaudium 265).

È bello notare che, grazie a Maria e Giuseppe, il bambino è portato a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Sempre abbiamo bisogno di mediazioni nell’incontro con Cristo! La Chiesa è la comunità che media questo incontro, nella comunità cristiana posso incontrare Gesù. Nel tempio nuovo di pietre vive mi aspetta Gesù. Senza mediazioni la fede non passa.

Quanto importante, allora, il ruolo di coloro che da credenti fanno brillare la bellezza del più bello dei figli dell’uomo: i testimoni del vangelo! Sono i testimoni che ci portano nel cuore della comunità e fanno incontrare Gesù a coloro che bruciano dentro dal desiderio di essere sanati e salvati, che sono riarsi da una sete di redenzione e da un bisogno di consolazione che solo un Dio fattosi uomo può dare.

Ogni cristiano è chiamato a questo compito entusiasmante; a un titolo e per un dono ulteriore i consacrati, che ci sono d’aiuto ad incontrare Cristo: come Maria e Giuseppe lo facciano entrare nel suo tempio santo che è la nostra coscienza, ce lo mostrino con la bellezza e la serenità della loro vita luminosa di fede, calda di amore e verdeggiante di speranza!

A volte molti oggi si chiedono: la vita consacrata avrà un futuro? La residualità dei numeri, la diminuzione delle opere, le fatiche dei passaggi, danno da pensare non poco…

Ma forse dovremmo più speranzosamente chiederci quali sono i segni di futuro già presenti nella vita consacrata: questa non tramonterà mai, certo si trasformerà nelle sue edizioni storiche: l’essenziale è che non tradisca la sua ragion d’esserci: essere un vero segno di Cristo nel mondo.

Lo stile di vita deve far trasparire l’ideale professato, proponendosi come segno vivente di Dio ed eloquente, anche se spesso silenziosa, predicazione del Vangelo. Sempre, ma specialmente nella cultura contemporanea, spesso così secolarizzata e tuttavia sensibile al linguaggio dei segni, la Chiesa deve preoccuparsi di rendere visibile la sua presenza nella vita quotidiana.

Per il Papa la priorità della vita consacrata è “la profezia del Regno, che non è negoziabile” e “l’accento deve cadere sull’essere profeti, e non sul giocare ad esserlo”. E come essere profeti? Vivendo in pienezza il proprio carisma: “il carisma resta, è forte, l’opera passa”.

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