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In Confidenza

OCCIDENTE MONACALE

Don ERMINIO VILLA - 25/03/2016

monaciIl monachesimo occidentale subì l’influsso dell’Oriente, soprattutto del grande Basilio.

E si ispirò ad Agostino, vescovo di Ippona, che aveva creato una struttura religiosa comunitaria, però ancora prevalentemente clericale, e alla quale più tardi si rifaranno i “Canonici regolari”.

Tuttavia in Occidente la vita consacrata ebbe uno sviluppo proprio, originale, ramificandosi in forme e gruppi diversi e caratterizzandosi per lo stretto legame tra religione e realtà sociale.

In più, da tempo l’impero aveva ormai la sua nuova sede a Costantinopoli. L’Italia, devastata dalla guerra gotica, era ridotta a provincia periferica. Roma era stata saccheggiata già due volte.

E dunque la nascita del monachesimo benedettino rappresentò una grande affermazione di autonomia dell’Occidente romano-barbarico rispetto all’Oriente bizantino.

Era il VI secolo. Benedetto da Norcia (ca 480-547), dopo una prima esperienza da eremita, si era convertito al progetto di una vita religiosa comunitaria, separata dal mondo e legata, non ancora ai voti, ma comunque a delle promesse, che erano: stabilità – conversione – obbedienza.

Poi nel sec. XIII arrivò la grande ondata degli Ordini Mendicanti: rimarcano la fraternità nello stile di vita e nel nome di frati o fratelli. Vivono i tre voti di castità, povertà e obbedienza (qualche Ordine ha anche un quarto voto).

Praticano l’itineranza, cioè la mobilità da un convento all’altro, da un luogo all’altro, normalmente per servizio pastorale. Stanno molto vicino al popolo. Hanno assunto questi nomi: Francescani o Minori, Domenicani o predicatori, Agostiniani, Carmelitani, Servi di Maria, Mercedari, Trinitari, Minimi, Fatebenefratelli, Betlemiti..

E fu come una “risposta” dal basso alla crisi che si dibatteva nella Chiesa, In questi ordini la povertà non era più solo individuale, ma collettiva.

La vita religiosa era unita al ministero sacerdotale, apostolico, missionario e caritativo. C’era un superiore supremo e venne introdotta la divisione in province.

Tra il XVI e il XVII secolo apparvero i Chierici regolari. Sono sacerdoti, in prevalenza, accomunati da una regola nuova, ossia dettata dal loro fondatore, impegnati nelle più svariate forme di apostolato.

La vita religiosa, pur senza perdere di severità, venne adeguata ai diversi bisogni dei tempi.

Teatini, Barnabiti e soprattutto i Gesuiti si occuparono di diffondere la “sana” dottrina, in reazione a quella proposta dalla Riforma protestante. A questi si aggiunsero Somaschi, Camilliani, Caracciolini, Scolopi, Chierici della Madre di Dio.

I membri degli Istituti secolari professano i consigli evangelici, ma continuano a vivere da laici nel mondo. Mentre le Società di vita apostolica, già apparse nel XVI secolo, per dedicarsi alla predicazione e alla educazione della gioventù, ma che per la loro flessibilità hanno conosciuto un nuovo grande rilancio.

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