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Apologie Paradossali

FUGA DALLA REALTÀ

COSTANTE PORTATADINO - 22/04/2016

(S) La rete non ha vinto, sarai contento!

(C) Moderatamente. Anch’io tendevo a sopravvalutare l’intenzione di votare sì, vedendo quel che passava la rete, nei social network vari e assortiti. Ma già qualche studioso aveva fatto notare che la rete influenza molto una parte non preponderante della popolazione, tanto che non risulta determinante in caso di consultazioni di massa. Ma non sono entusiasta del risultato e soprattutto dei commenti successivi all’esito referendario, perché si sono incentrati sulla spaccatura interna al Pd e non sulla sostanza della politica energetica.

(O) Ecco, a questo punto nemmeno Renzi potrà far finta di niente, davanti a 14 milioni di voti che gli vanno contro. Ci sarebbe voluto che tutta l’Italia avesse la stessa coscienza ambientale della Basilicata, che la cosa l’ha vissuta sulla sua pelle.

(S) Veramente la Basilicata ha vissuto un’altra faccenda, uno scandalo petrolifero di natura diversa, non collegato al tema del referendum, che però ha avuto un impatto relativamente maggiore. Come lo spieghi?

(C) Non so se tutto si può spiegare razionalmente, a questo mondo, anzi, la scorsa apologia sosteneva proprio il contrario. Ripeto che è troppo facile che un ragionamento, apparentemente ineccepibile, non tenga conto di tutti i fattori, cioè del contesto e porti a conclusioni viziate da una certa parzialità. Evidentemente il contesto della Basilicata era molto influenzato da circostanze locali. Ma vorrei ripetere che la fuga dalla realtà, di cui ciò che chiamo contesto è una componente essenziale, ma non l’unica, può avvenire in molte direzioni: verso il passato, come utopia regressiva, il ritorno all’età dell’oro, un benessere nella natura senza i fastidi della civiltà; verso il futuro, come utopia progressiva, la scienza e la tecnica che risolvono tutti i problemi e ci garantiscono da ogni sorpresa maligna; come avaro pessimismo del l’immediato presente, che assume la forma del conservatorismo globale, alla tedesca o come opportunismo incazzoso del ceto medio depauperato, due orizzonti che dovrebbero essere diversissimi, ma che oggi convergono in quel sentimento della vita che in politica assume la forma del populismo.

(S) Non si salva nessuno, secondo te; come al solito.

(C) Al contrario, tutti hanno una parte di ragione e la possibilità di contribuire al miglioramento della situazione, basta non intestardirsi sulle tesi estreme, per questo mi dico solo moderatamente soddisfatto. Per esempio, al posto di Renzi avrei gioito per il risultato, ma avrei dovuto riconoscere l’errore di aver voluto mantenere un testo di legge, quello sulla proroga indefinita delle concessioni, oggettivamente sbagliato. E mi sarei pentito di non aver fatto a questo proposito, un piccolo emendamento, che avrebbe del tutto vanificato il rischio di estremizzazione, implicito in ogni referendum.

(O) Ma forse cercava proprio lo scontro, su un terreno favorevole, con un margine di rischio poco significativo, per mettere se stesso e i suoi sostenitori alla prova in vista del referendum confermativo sulle riforme costituzionali, quando la vittoria dovrà essere piena e non si potranno sommare gli assenti. Là potrà giocare davvero la carta dell’innovatore.

(C) E ancora una volta rischierà di aver fatto troppo per alcuni e troppo poco per altri. Inoltre ci arriverà dopo le amministrative, che non sembrano mettersi troppo bene. Quanto giocherà l’autolesionismo del centrodestra e quanto il ‘tanto peggio tanto meglio’ degli avversari interni? E quanto l’inevitabile nuovo corso di M5S?

(S) Che fai? Rispondi con nuove domande, non vale. Io so solo che la gente vuole novità vere, non solo facce nuove, che è già qualcosa, ma non basta. Vuole proposte e metodi nuovi. Non gli basta nemmeno lo scandalo per decidere di cambiare voto, anzi questo fa ingrossare l’esercito dei non votanti. Adesso rispondimi seriamente, non con una domanda o con un ‘dipende’: come è giusto votare al referendum sulla Costituzione? Tanto per non sfuggire alle responsabilità, dico subito la mia: penso che una riforma miserella, per non dire cattiva sia peggio che niente, perché ci bloccherà per anni nelle mani di questa compagnia di calandrini e di stenterelli, dei loro amici parenti e babbi.

(C) Io invece sono orientato al sì, pur riconoscendo lo stesso difetto di timidezza. Avrei voluto, per esempio, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, unico sistema per dare contemporaneamente sostanza al bipartitismo (a rischio decadenza) e all’unità nazionale. Però la conferma di Renzi spingerebbe il centrodestra a riorganizzarsi su basi nuove, mentre la sua sconfitta ci riporterebbe ai tempi di D’Alema e di Berlusconi. Ma sentiamo Onirio, lasciamogli l’ultima parola.

(O) Già, voi due mi lasciate la parola quando non sapete come cavarvela. Certo che voterò sì, malgrado veda che il primo passo è corto; ma il vero sconquasso, che attendo con un po’ di timore ma con molta speranza, verrà dalla mancata soluzione dei problemi davvero grandi, dalla crisi dell’Europa, crisi ideale prima che politica, dalla mancata soluzione del problema dei profughi e di tutto ciò che lo ha provocato: ma non vi rendete conto che il Papa, andando a Lesbo, ha fatto un gesto estremo, quasi disperato. Un gesto politico e più che politico, che però ha lasciato indifferenti i politici e i poteri forti: semplicemente lo hanno relegato tra le cose religiose, una roba da bigotti e beghine. Hanno confuso un esempio con una provocazione e gli hanno fatto rispondere da qualche intellettuale che aiutare dodici persone era una quisquilia, che ne avrebbe potuti ospitare molti di più nei palazzi vaticani.

(S) Ma su questo giudizio siamo d’accordo anche noi!

(C) Papa Francesco ci piace proprio perché si esprime per mezzo di paradossi che, come quelli del Vangelo, sono capiti più dalla gente che dai dottori della legge, dai sinedri, dai governatori dell’Impero: inutile farne i nomi, la lista non sarebbe mai completa. Quando tutti fuggono dalla realtà, chi vi rimane ancorato e la prende in considerazione, sembra che sia lui il pazzo.

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