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Apologie Paradossali

LE TRE LEGHE

COSTANTE PORTATADINO - 11/04/2024

bossi(O)Toni da amarcord alla festa della Lega. La simpatica notaia quasi ruba il ruolo da protagonista ai politici convenuti per la presentazione di un libro, ricordando che, almeno nel 1984, l’ambizione sembrava più culturale che politica.

(C) Ho anch’io un aneddoto, tutto da verificare, raccontatomi da un ristoratore, secondo cui in un momento probabilmente antecedente, Bossi avrebbe discusso con pochi intimi se per avere successo sarebbe stato più conveniente fondare un partito o una setta religiosa.

(S) Meno male che hanno scelto il partito!

(C) Ma va! Non c’era alternativa. Non era questione di dialettica, delle indubbie capacità comunicative di Bossi. Nel mondo politico si stavano creando le premesse per un grande cambiamento; un po’ se le sono trovate su un piatto d’argento, un po’ le hanno fiutate.

(O) Quali?

(C) Prima: le elezioni dell’83. La Dc subisce un forte (per quei tempi) arretramento elettorale; Craxi non sfonda ma va lo stesso al governo, alle Europee il Pci supera la Dc: il sistema elettorale non è più congelato, c’è spazio per un’idea nuova, non ideologica, di bassa qualità ma di largo e generale consumo: l’interesse individuale, svincolato dai valori generali, può coagularsi sulla identità definita dal territorio invece che sulla lotta di classe. La seconda premessa è il bisogno di sicurezza, apparentemente minacciato, al Nord, dall’emigrazione interna, foriera di malavita più o meno mafiosa. Questa è la PRIMA, la Lega lombarda, che manda Leoni e Bossi solitari in comune a Varese e Gallarate nell’85 e nell’87 a Camera e Senato, altrettanto solitari.

(O) un primo successo, ma molto limitato. Il rompete le righe dei partiti comincia dopo l’89?

(C) Esatto. Ma alle elezioni Europee, in giugno, i partiti tradizionali sono saldissimi e la Lega, pur conseguendo due seggi, sul piano nazionale non raggiunge il 2%. Ma solo un anno dopo, quando la caduta del muro di Berlino ha dispiegato tutti gli effetti politici e psicologici, le cifre della Lega Lombarda sorpassano il 5% sul piano nazionale, con punte oltre il 25% nelle province di Bergamo e di Brescia, superando anche Varese, ferma, per così dire, al 21%!

(S) il populismo ha un cuore antico. La lega e i suoi elettori sembrano guardare più a Nord delle Alpi che a sud dell’Appennino, il messaggio è: secessione. Qualcuno diceva: “mi sento più vicino a un tedesco che a un meridionale”.

(C) Ma forte è già la componente polemica antipartitica, accusati prima ancora di tangentopoli, di sperperare i beni comuni in progetti costosi, inventati solo a scopo corruttivo. Certo, è una polemica generalizzata, che mette nel mirino, come sembra ritornare proprio oggi, il voto di scambio. Nel mirino finisce il sistema elettorale, prima con la riduzione delle preferenze a una sola, poi sull’onda di tangentopoli, con il parziale uninominale nel 1994, noto come Mattarellum. Qui nasce la seconda Lega.

(O) Vedi un drastico cambiamento di rotta?

(C) Sì. Da ‘insorti antisistema’ a partito di governo, che in alleanza con Forza Italia fa il pieno di collegi in provincia di Varese, 10 su 10. Governare non è facile, non basta rivendicare e invece chiedere sacrifici come i tagli alle pensioni, appare insopportabile, si fa cadere Berlusconi e non si rinnova l’alleanza nel 1996, lasciando spazio al governo Prodi, poi D’Alema. Ma ormai la scelta di campo è definita: la Lega, ormai Lega Nord si colloca nel centrodestra.

(O) Ma così entra in una fase di subalternità, rispetto a Berlusconi e anche a Fini.

(C) Vero, ma il sistema elettorale misto, però prevalentemente maggioritario, consente di mantenere una buona rappresentanza in Parlamento e nel Governo, potremmo dire che diventa la Lega quasi più di Maroni che di Bossi.

(S) Anche perché Bossi viene colpito da un ictus cerebrale nel marzo 2004. La perdita del capo carismatico come reale trascinatore ridimensiona la forza elettorale per parecchio tempo.

(C) Infatti anche le elezioni del 2006 vedono la Lega come quarto partito del centrodestra con solo il 4,58%, ma solo a distanza di due anni, beneficiando come tutto il centro destra delle difficoltà del governo Prodi-Mastella, risale oltre l’8%. Ma come per tutto il centrodestra si apre un periodo disastroso: guai personali di Berlusconi e crisi del debito portano al governo tecnico di Monti e alle elezioni del 2013 che vedono la vittoria di misura del centrosinistra, l’irrompere del Movimento 5 Stelle con il protagonismo di Grillo, la Lega nuovamente al 4%. L’ascesa del populismo grillino, al momento né di sinistra né di destra e la crisi di Forza Italia spalanca al neoeletto segretario Salvini la possibilità di aprire un fronte politico inedito, di fatto creando la terza Lega, non più secessionista ma nazionalista, antieuro, antieuropea e contraria all’immigrazione.

 (S) Comincia una marcia trionfale: nel 2015 raddoppia i voti alle regionali, nel 2017 è rieletto trionfalmente segretario della Lega, nel 2018 la Lega diventa il primo partito del centrodestra e Salvini per superare la paralisi istituzionale dovuta alla ripartizione in tre parti degli eletti, centrodestra, centrosinistra e M5S rompe l’alleanza elettorale e consente il governo Conte a supremazia M5S. Il populismo paga bene: alle elezioni europee del 2019 raddoppia i voti arrivando al 34%. Ma poi… più che nelle posizioni politiche spesso stravaganti, inciampa nella propria ambizione e ritira l’appoggio al governo Conte contando nelle elezioni anticipate per proporsi come premier, ma… Pd e M5S trovano un accordo impensato ed estromettono la Lega dal governo. Comincia la parabola discendente.

(O) Permettetemi di notare due cose. Che i partiti non sono più tali, ma solo comitati elettorali del capo e che gli elettori dimostrano una volubilità straordinaria, esattamente il contrario di quella che dovrebbe essere una democrazia matura. La parabola di quei movimenti politici e d’opinione che volevano migliorare la democrazia restituendo forza e libertà agli elettori rispetto alle strutture di potere dei partiti, il famoso Palazzo, li hanno invece resi fragili, alla mercé di correnti di pensiero che neppure si può definire tale, ma solo moda e chiacchiera. Non per niente un recente sondaggio segnale che il 37% ha nostalgia di un partito d’ispirazione cattolica, guarda caso la percentuale storica della DC, ma nello stesso tempo i partitini che vorrebbero rifondarla non raccolgono percentuali degne di nota.

(C)L’ultima fase politica, dal governo Draghi a quello Meloni ha confermato questa liquidità dell’elettorato e dei partiti stessi, giacché vediamo Meloni e soprattutto Giorgetti svolgere politiche decisamente antipopulistiche su molti temi, in contrasto con le loro stesse storie personali e politiche. Ci avviamo verso le elezioni europee consapevoli che nessun problema è stato davvero risolto, che il fardello del debito pubblico pesa, che la situazione internazionale è davvero pericolosa, che l’Unione europea stessa, amata o vituperata è davvero in crisi. Il quarantennio della Lega, pieno di contraddizioni ci insegna, paradossalmente, che è proprio difficilissimo correggere i difetti del vivere sociale con i mezzi della politica, tanto meno ricorrendo all’illusione dell’uomo forte, che decide per tutti. Quando l’illusione cade, le rovine che lascia seppelliscono anche le migliori intenzioni, figuriamoci quelle mediocri.

  (O) Onirio Desti   (C) Costante   (S) Sebastiano Conformi

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