Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Apologie Paradossali

LA CARICA DEGLI ONESTI

COSTANTE PORTATADINO - 13/05/2016

votare(O) Hai visto quanti candidati nelle liste per le lezioni amministrative, in quante liste diverse e quanto pochi sono i simboli di partito rispetto ad una varietà meravigliosa di liste civiche con nomi e simboli molto più freschi ed accattivanti?

(S) Eh! I simboli vecchi non tirano più, mica c’è bisogno di scomodare Casaleggio e Associati per saperlo. Se scorporiamo tutto questo gruppone in realtà omogenee, ne ritroviamo tre sottogruppi: liste di appoggio al candidato di partito, scelto in vario modo, ma pur sempre ‘ufficiale’, senza distinzione tra quelli che hanno veramente possibilità di vincere e candidati solo identitari, di estrema destra o di estrema sinistra, poi liste di candidati isolati, a loro volta comprendenti i casi di pura fantasia o di ‘disturbo’ o di generosa testimonianza e infine le liste locali dei comuni medi, piccoli e piccolissimi. Bisogna quindi domandarsi, caso per caso, se non siano troppi e troppo poco significativi. Io l’ho battezzata: ’La carica degli onesti’. Nella maggior parte dei casi si tratta di una generosa reazione all’avvilente ripetersi di scandali corruttivi ad ogni livello della pubblica amministrazione; non vedo neanche l’ombra di una corsa al posto.

(C) Il posto al sole non c’è per nessuno! Solo fatica per gli onesti e prudenti e nemmeno la soddisfazione di combinare qualcosa, mentre per gli onesti e troppo zelanti sussiste anche il rischio di combinare qualche patatrac in buona fede. Lasciamo perdere che cosa può capitare ai meno onesti o agli incompetenti. Però i momenti difficili sono anche quelli formativi; è qui che si vedono le capacità direttive, la disponibilità al sacrificio, la potenzialità di crescita di singole persone e insieme di una nuova ‘classe politica’. Se devo fare un paragone, queste amministrative assomigliano a quelle del 1946: anche allora la nuova ‘classe politica’ era in fieri, i partiti erano appena rinati e non avevano una forte identità, tranne il PCI. Anche allora c’era un passaggio politico costituente, ovviamente più evidente di quello attuale.

(O) Giusto. Ma l’enfasi, che Renzi sta ponendo fin d’ora sul passaggio del referendum confermativo delle riforme costituzionali, non rischia di compromettere a suo danno le amministrative?

(C) Più che probabile, ma della riforma costituzionale parleremo un’altra volta, tanto è divisiva. Mi basta far notare, per lo scopo limitato di questa riflessione, che nella fase ‘46/48 l’Assemblea costituente, i partiti, il governo, gli amministratori locali, ognuno nella propria responsabilità, ognuno secondo una diversa visione, ma con rispetto reciproco, riuscirono a creare una Costituzione sufficientemente unitaria ed inclusiva, ma soprattutto coerente con le forze politiche e sociali in campo. Bisogna ammettere che l’equilibrio è prevalso per quasi cinquant’anni sull’efficienza, ma non riesco a vedere quale miglioramento abbia portato sul piano dell’efficienza la rottura di quell’equilibrio.

(S) Passatista come sempre. Uso questo neologismo, la Crusca mi perdonerà, perché dire di te ‘conservatore’ sarebbe fuorviante, non c’è nulla da conservare e lo sai.

(C) Infatti, non voglio conservare quello che c’è adesso! Voglio sperare che quello attuale possa diventare un momento di ritorno alle origini, di statu nascenti. Però alla generosità di tanti candidati, al coraggio di sindaci come quello di Licata e di tanti altri che fortunatamente non subiscono intimidazioni da farli passare all’onore della cronaca, a tutti quelli della ‘carica degli onesti’ occorre dare un supporto politico, che li aiuti a consolidare in fatti la speranza di cambiamento che portano con sé. Quale forma possa assumere questo supporto politico, se sarà partito, movimento, social network alias rete, popolo del family day o del gay pride, fondazione culturale, non lo so, lo deciderà la storia.

(O) Intanto, votare o no? Chi votare e con quale criterio scegliere la lista e la persona?

(S) Ma votare, certamente votare. Meglio un voto sbagliato oggi che uno giusto domani. Troverei intollerabile l’astensione, in questa circostanza, sia dove ci sono troppe liste, sia dove ce ne sono troppo poche. Vale anche e soprattutto per qui comuni, credo che in provincia ce ne sia uno solo, dove si presenta un’unica lista. Considererei una sciagura se non si riuscisse a raggiungere il quorum del cinquanta per cento degli aventi diritto e più in generale se altrove una massiccia astensione pur in presenza di moltissime possibilità alternative marcasse il segno di una sfiduciata rassegnazione al peggio. Ma tu, che istigavi a non votare per il referendum-trivelle?

(C) Votare, assolutamente. In questo caso la situazione esige il contrario, è proprio diverso. Sinceramente penso che competenza, esperienza e coerenza, serietà, consistenza e capacità di durare nell’impegno da parte della persona debbano far premio su ogni altra considerazione, compresa l’apparenza della novità, la promessa di cambiamento, la simpatia o meno del leader nazionale. Dopo il voto di Roma e di Milano e ancor più dopo il referendum costituzionale, è molto probabile che i partiti attuali evolvano verso strategie e programmi diversi, quindi è meglio scegliere le persone e i programmi locali, piuttosto che lasciarsi condizionare da spinte emotive, da timori o rancori ingiustificati. Una scelta razionale oggi, che possa diventare una scelta di appartenenza tra un anno. Altrimenti la ‘carica degli onesti’ finirebbe come l’ultima carica del ‘Savoia Cavalleria’ a Isbuscenskij: una piccola effimera vittoria, seguita da una lunga terribile ritirata.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C ) Costante

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login