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In Confidenza

GUARDARE E ASCOLTARE

Don ERMINIO VILLA - 16/12/2016

Giovanni da Milano, Marta e Maria, Firenze, Chiesa di Santa Croce

Giovanni da Milano, Marta e Maria, Firenze, Chiesa di Santa Croce

L’attivismo della vita moderna può assorbire così tanto del nostro tempo e della nostra attenzione, da lasciarne molto poco per le persone a casa. L’onnipresenza del rumore e la sovrabbondanza di parole possono renderci sordi alla voce degli altri. Corriamo il rischio di diventare estranei che vivono sotto lo stesso tetto.

Guardare e ascoltare sono i primi elementi dell’ospitalità, dell’accoglienza e del dono della presenza reale. La verità di questa dinamica è evidente nella visita di Gesù in casa di Marta e Maria a Betania, così come viene narrata da Luca.

Marta lavora diligentemente per mostrare ospitalità a Gesù. Prepara un pranzo che potrebbe offrire un’opportunità di comunione della mente e del cuore, ma lo prepara con grande distrazione dello spirito. Il problema non è quello che fa, ma il modo in cui lo fa, il suo attivismo.

Concentrandosi troppo sul lavoro che sta svolgendo, ha perso di vista la relazione, che è il motivo di quel suo lavoro.

Maria, d’altro canto, comprende il primato della relazione con l’ospite. È consapevole che guardare e ascoltare sono necessari se vuole essere presente ed imparare da Gesù.

È questa la prima ospitalità e la modalità per crescere nella fede e nell’amore: il dono di una presenza amica e di una amorevole attenzione per l’altro.

Il Papa nell’Esortazione Apostolica che stiamo esaminando approfonditamente, invita a dare priorità al tempo, che è superiore allo spazio.

Dare priorità al tempo significa occuparsi di “iniziare processi di lunga durata, più che di occupare spazi e posizioni di potere” [Evangelii Gaudium, 223]; significa avviare cammini, dar vita ad azioni che coinvolgono altri, generare dinamismi di crescita comune.

Preferire il tempo allo spazio significa pure iniziare lavori a lungo respiro, senza l’ansietà dei risultati immediati, ma con convinzioni chiare e tenaci.

Anche la liturgia cristiana dà priorità al tempo rispetto ai luoghi, distribuisce un percorso lungo tutto l’arco dell’anno, dove le feste principali si stagliano come cattedrali, edificate nel tempo anziché nello spazio.

Il privilegio del tempo vale anche nell’educazione, dove non è importante registrare l’obbedienza (dei figli, ad esempio), ma il crescere della consapevolezza nell’assumere posizioni libere e convinte.

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