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Chiesa

LIBERATI DAL NULLA

GIAMPAOLO COTTINI - 14/04/2017

pasquaC’è in ogni uomo una profonda inquietudine, generata dalla tensione tra il desiderio di realizzare se stesso andando continuamente oltre sé, e la percezione di un limite invalicabile che impedisce di “volare alto”. In questi termini si comprende la dialettica finito/infinito che si svolge nel tempo come lotta tra la vita e la morte, e che Pascal identificava nella polarità di grandezza e miseria presenti nella vita dell’uomo. Così ogni giorno è segnato dalla lotta per il cambiamento, e configura il passaggio a quel lembo di “terra promessa” dove la vita cerca di vincere sul Nulla.

Nel Cristianesimo la vittoria dell’essere è realizzata dalla Resurrezione di Cristo che “sorge dal sonno della morte” rotolando la pietra del sepolcro, compiendo l’autentica Pasqua nel passaggio che segna il mutamento definitivo del destino dell’uomo. Se, infatti, la sapienza filosofica era riuscita a concepire la possibilità razionale dell’immortalità dell’anima, cioè il perdurare della parte per così dire spirituale dell’io, l’avvenimento di Cristo Risorto è il rendersi possibile dell’impossibile: Gesù è veramente morto ed il suo corpo senza vita ha conosciuto il sepolcro, ma il terzo giorno è definitivamente risorto per ascendere al cielo, come proclama il Credo. La Pasqua è l’annuncio di questo fatto e non una teoria religiosa, un fatto realmente accaduto nel silenzio in un tempo in un luogo determinati, che genera qualcosa che può essere frutto solo dell’amore incondizionato del nuovo Adamo, cioè dell’uomo vero così come Dio lo aveva pensato nel gesto della Creazione.

In un’epoca che è stata definita post-cristiana, in quanto ancora ispirata dai valori cristiani anche se questi vengono separati dalla loro sorgente e dalla loro Verità, pare impossibile annunciare sensatamente la Resurrezione. Eppure, solo se Cristo è realmente risorto ha ancora senso credere ed offrire a tutti la speranza cristiana come risposta alla ricerca di Verità dell’uomo di oggi. Cristo è risorto, è veramente risorto: è da questa certezza che nasce l’impegno di incontrare ogni uomo, per offrirgli il senso di un bene comune che supera l’interesse egoistico del singolo.

La Chiesa è il luogo in cui avviene oggi l’incontro con Cristo e dove si comincia a fare esperienza della condivisione di ogni aspetto dell’umano, riscoprendoci di essere tutti bisognosi di una salvezza che vada oltre il semplice possesso di alcuni beni materiali. La Pasqua è la celebrazione di questa vita nuova e non una formale liturgia commemorativa di simboli religiosi più o meno new age: il Risorto ci prende per mano tutti e ci riconduce nella comunione di un gregge in cui ciascuno ha il suo volto e contribuisce all’unità pluriforme di una molteplicità di carismi, una unità inclusiva che non lascia spazio alla cultura dello scarto propria della mentalità laica. Nella Pasqua l’uomo è strappato dalla solitudine della morte per sperimentare la verità della vita vissuta nell’amore, finalmente libera dalla prigione dell’ideologia. E non stiamo pensando ad un fatto solo mistico, ma all’esperienza quotidiana di persone vive che contribuiscono all’edificazione di una vera pace nel mondo a partire dalla loro testimonianza in ogni ambito, in ogni circostanza ed in ogni parte della Terra.

Celebrare la Pasqua è riconoscere ciò che Dio ha fatto per l’umanità e ringraziarlo per aver sconfitto la disperazione, liberandoci dal Nulla che ci avrebbe annientato.

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