Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Parole

UNA PANCHINA CI SALVERÀ

MARGHERITA GIROMINI - 19/05/2017

benchEcco una buona notizia, che ci racconta di un’idea che è diventata realtà.

Auguriamoci che se qualcuno da noi sia disposto a copiarla, dato che la è spesa davvero minima: il costo di una panchina da giardino pubblico, non esportabile, e tanti benefici di rimando.

Si racconta di una panchina colorata.

Nel cortile di una scuola tedesca tempo fa era stata collocata la “panchina dell’amicizia”. Un bambino americano, Christian, di soli solo otto anni, navigando in rete per informarsi sulle scuole della zona della Germania dove sarebbe andato a vivere con la famiglia, si imbatte nella notizia della panchina scolastica, pensata per aiutare i bambini timidi a sbloccarsi: dipinta di colori vivaci e invitante, consente al compagno in difficoltà, anche solo temporanea, di segnalare agli altri che sta chiedendo aiuto o compagnia.

Christian, che timido non deve essere, suggerisce l’idea alla propria scuola, la Roundtown Elementary di una cittadina della Pennsylvania. Detto fatto, ecco apparire una nuova panchina: si ringraziano per la tempestività l’assenza di burocrazia e il buon cuore dei finanziatori dell’istituto.

La panchina ha un nome proprio, “Buddy Bench”, la panchina amica. Spiega Christian ai giornalisti che quando un bambino è triste si siede su Buddy Bench e aspetta. Che cosa? Semplice, dice l’intraprendente scolaretto: il primo che vede qualcuno seduto sulla Buddy Bench va a sedersi vicino a lui. E poi un modo lo trova, ci chiacchiera, ci gioca oppure gli fa semplicemente compagnia.

Efficace, quasi quanto una seduta dallo psicologo.

Scopro che nel mondo sono state installate 200 panchine di questo tipo, sparse soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. C’è anche un sito – che esagerazione – dove si spiega come fare a istituire ufficialmente una “Buddy Bench”.

In Italia per ora se ne trova almeno una, a Fiumicino, come parte del progetto “Ci vediamo in piazza” per la Giornata dell’Infanzia dello scorso 20 novembre, ed è stata pensata come simbolo di socializzazione e di integrazione sociale.

Nel mondo, anche per gli adulti, esiste una speciale panchina, sempre dell’amicizia.

A istituirla ci ha pensato il dottor Dixon Chibanda, psichiatra dello Zimbabwe, paese povero di risorse ma ricco di depressi e di malati psichiatrici: i dati statistici sono impressionanti. Purtroppo però le persone che soffrono di tali disturbi non possono essere curate in modo adeguato perché ci sono solo 10 psichiatri su una popolazione di 15 milioni di abitanti.

L’Università della capitale, con il supporto di alcuni Centri di Ricerca in Gran Bretagna e in Canada, ha sostenuto il programma “La panchina dell’amicizia” che prevede il ricorso alle cure di operatori sanitari non professionisti, a cui è stato dato il nome di ‘operatori sanitari della nonna’.

Suggestiva la definizione complessiva dei disturbi neurologici e mentali coniata dalla lingua locale:”Kufungisisa”, che indica il disturbo del “pensare troppo”, caratterizzato da mal di testa e da generica spossatezza. Le “nonne”, o i “nonni” offrono sei colloqui di 45 minuti, forniti su una panca di legno installata all’aperto, in una zona riservata, all’interno di un parco: un luogo gradevole dove poter parlare dei propri problemi senza essere medicalizzati.

Qual è l’idea di fondo, straordinaria, del progetto della panchina? Che quando manca un numero adeguato di professionisti, possono essere le singole comunità a provvedere, sfruttando le già esistenti competenze interne.

Mi chiedo se ci sono dei collegamenti diretti tra le due iniziative.

Intanto, però, penso che copiare sarebbe, almeno questa volta, una bella azione.

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login