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Nonno di frontiera

IUS SOLI

GUIDO BELLI - 26/05/2017

passportDurante un periodo di soggiorno in California, essendo in programma un viaggio in Italia, i genitori – entrambi italiani – del neonato nipote hanno richiesto il suo passaporto statunitense.

Per farlo, si sono recati con il piccolo, delle sue foto e un certificato rilasciato dall’ospedale, all’ufficio postale. Qui hanno presentato i documenti e reso testimonianza al manager dell’ufficio che l’esserino nel passeggino era proprio quello di cui si parlava nel certificato.

Una settimana dopo il postino ha consegnato una busta con il passaporto.

Ora, la cosa si presta ad innumerevoli considerazioni e confronti. Quasi tutti poco utili. L’unica evidenza sulla quale mi sembra valga la pena di fare un pensiero, è il fatto che chi nasce nel territorio statunitense è cittadino degli Stati Uniti.

Il mio è questo.

L’ospedale dove è nato il mio primo nipote organizza un gruppo di tutte le neo-mamme che hanno partorito nello stesso periodo. Una ventina di giovani donne con i loro bambini si trovano ogni settimana con un medico donna e condividono problemi, esperienze, soluzioni. È un modo di supportare le mamme e di aiutarle a superare le difficoltà del primo periodo di vita con il bambino.

Qualche volta ci sono stato: con il consenso di tutte, mi sono seduto per terra, in circolo, insieme alle mamme. Una volta l’ho fatto anche travestito da Babbo natale – ho le fotografie, come sapete: una l’avete già vista nel numero scorso. Noi nonni abbiamo fatto cose che vuoi umani non potreste immaginarvi.

Allo scadere del primo anno dei bambini, il mommy meeting è degenerato in feste di compleanno a raffica. E, siccome il nonno vola in California per il compleanno del nipote, il nonno guadagna anche un tour de force obbligatorio per le concomitanti feste di compleanno dei coetanei, accompagnato da un sightseeing della Silicon Valley.

Le case dove è in corso un birthday party si riconoscono facile da due dettagli: i palloncini colorati annodati ovunque e l’incredibile numero di scarpe lasciate fuori dalla porta di ingresso. Da quelle parti, prima di entrare in una casa, si tolgono le scarpe. Sempre.

Le feste di compleanno sono un momento nel quale venti o trenta coppie, unite dalla casualità di avere avuto un figlio nello stesso periodo, si riuniscono nello stesso luogo, offrendo uno spaccato di una certa parte della società locale. Guardando la cosa da questo punto di vista, ciò che colpisce è la varietà delle persone presenti per origine, lingua madre, cultura, fisionomia. E poi delle combinazioni delle coppie miste, molte delle quali si sono formate lì. Il denominatore comune è che tutti comunicano in inglese, lingua che per la maggior parte di loro non è la lingua madre, oltre ad avere tutti almeno un figlio che voterà per eleggere il presidente degli Stati Uniti. In omaggio allo ius soli.

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