Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

SPARARLE GROSSE

LUISA OPRANDI - 08/09/2017

Brugnaro e Nardella a Rimini

Brugnaro e Nardella a Rimini

Gli ultimi giorni d’agosto ci hanno offerto più di una occasione per fermarci increduli davanti alle parole della politica. Dette per scherzo, per provocazione, per incoscienza, prima. Ritrattate, fatte oggetto di pubblica ammenda e di scuse, giustificate alla bell’e meglio, poi.

Ne abbiamo sentite tante e pensavamo che l’era delle “corna in fotografia” e del ricorrere alla zoologia per etichettare donne nere, poco snelle, non più giovani fosse finita. Le parole sono cambiate, tempi e protagonisti pure, ma lo stupore e certe domande restano immutati.

Prendiamo tre casi, tra quanto di più recente. A pochi giorni dall’attentato a Barcellona, due sindaci italiani hanno trovato terreno comune sul quale “giocare” il proprio ruolo istituzionale e politico: quello dell’arroganza l’uno, quello dell’imprudente faciloneria l’atro. Al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, i primi cittadini di Venezia e Firenze hanno infatti offerto uno spettacolo poco edificante per il ruolo istituzionale che ricoprono. L’episodio che ha visto coinvolti Luigi Brugnaro, sindaco veneziano di una lista civica di centrodestra, e Dario Nardella, sindaco gigliato di centrosinistra, è noto alle cronache, come sono note le successive scuse del primo cittadino fiorentino. Brugnaro ha tuonato dal palco della kermesse riminese ”Basta buonismo: se uno si mette a correre in Piazza San Marco urlando Allah Akbar, noi gli spariamo”, Nardella, appena terminato il dibattito, è corso incontro al collega veneto al grido di Allah Akbar e quindi simulando lo scenario poco prima prospettato.

Al di là di qualsiasi considerazione in merito alle facinorose idee del primo e alla inopportuna presunta gag del secondo, i sindaci, a qualsiasi latitudine nazionale, sono “sindaci di tutti”, nella loro città ma anche quando la rappresentano in altri luoghi, davanti ad altre platee rispetto a quelle locali.

Se non fossero stati sindaci, se fossero state due persone senza ruolo istituzionale, entrambi non sarebbero stati li, invitati a parlare di immigrazione, bensì uno in riva al Canal Grande e l’altro a passeggiare su Ponte Vecchio. In quanto sindaci, smettono di essere solo esponenti di se stessi o delle liste e partiti in cui si sono riconosciuti fino a prima della elezioni, diventando il volto e la voce dei loro cittadini. Di fronte al terrorismo Venezia armata e Firenze giocherellona?

Personalmente, pur essendo lontanissima dalle idee di Brugnaro in tema di migranti e di uso della violenza, ho faticato molto di più a trovare plausibili ragioni al siparietto di Nardella, persona seria e propositiva, sia perché la frase è simbolo di quel terrorismo che insanguina il mondo occidentale e semina morti ingiuste, sia perché i fatti di Barcellona erano così vicini, a richiamare scenari di morte, violenza, paura. Insomma non credo che molti abbiano riso, né tra i presenti, né tra coloro che dai social e dai media hanno avuto notizia del “ dietro le quinte”.

Inquietante e riprovevole, solo pochi giorni dopo, quanto esternato dal foggiano Saverio Siorini, segretario cittadino di “Noi con Salvini” di San Giovanni Rotondo, che ha pubblicamente scritto su Facebook “Ma alla Boldrini e alle donne del PD quando dovrà succedere?”. Si riferiva allo stupro, alla violenza sulle donne. Ha scritto, cancellato, ma si sa….ogni parola scritta sui social media resta. Quindi Via, fὂra di ball, subito: è stato subito espulso dal movimento

La riflessione, oltre questi ed altri casi limite, può estendersi comunque a tutte quelle situazioni in cui ricoprire dei ruoli induce a sentirsi liberi di sparare sentenze, offese, giudizi sulle persone, ripicche verbali spesso stucchevoli, commenti infanganti che sui  social media viaggiano a ruota libera. La politica è in questo senso terreno fertile, purtroppo. E per chi ancora tenacemente crede, come disse Paolo VI, che sia “la più alta forma di carità” diventa inaccettabile.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login