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Il Viaggio

ARGENTINA UGUALE ITALIA

GIUSEPPE ADAMOLI - 23/11/2018

argentinaL’Argentina è grande quattro volte l’Italia ma con poco più di 40 milioni di abitanti al 40% di origine italiana. Al centro, Buenos Aires (undici milioni) con la Casa Rosada, la Plaza de Mayo, la Cattedrale di Papa Francesco, i palazzi di lusso, i quartieri pittoreschi, le sterminate baraccopoli su cui aleggia ancora l’icona di Evita Peron.

E poi una natura splendida, selvaggia e diversissima fra il nord al confine della Bolivia con le alte montagne e gli spettacolari canyon, e al sud con la terra del fuoco e la celeberrima Patagonia, i ghiacciai e l’ambiente incontaminato. Il tutto con flora e fauna impressionanti.

Dal punto di vista sociale, l’Argentina appare subito come viene descritta dai media: infinita disparità fra ricchi e diseredati e un ceto medio che ha sofferto e soffre maledettamente per la recentissima svalutazione monetaria del 35% in un solo colpo. Davvero conveniente andarci e fare spesa (io però non entro nei negozi) per chi possiede dollari o euro.

Uno sciopero improvviso della compagnia aerea argentina ha creato un caos indicibile nei trasporti che ci ha costretto a prolungare di tre giorni il viaggio (ben organizzato e guidato) per completare il programma. In compenso ci ha offerto l’opportunità di un inedito e suggestivo percorso di mille chilometri su dei piccoli pullman attraverso lo stretto di Magellano e l’interminabile pampas: faticoso ma indimenticabile.

Scolaretto disciplinato in gruppo, ma avido e geloso del “tempo libero”, nei miei giri solitari (aumentati dallo sciopero) oltre a camminare moltissimo ho parlato anche con un vecchio e nostalgico italiano che stentatamente mi spiegava come avesse ragione il “grande Benito” quando affermava che “governare gli italiani non è impossibile, è inutile. E l’Argentina è come l’Italia”. Le mie obiezioni sulla veridicità di quella frase attribuita a Mussolini e soprattutto sulla ferocia sanguinaria della dittatura militare argentina (1976-1983) erano acqua sul marmo.

Bocca cucita sulle questioni sociali e politiche italiane (come mi sforzo di fare sempre nei viaggi di gruppo) ho risposto solo quando qualcuno ha sussurrato che “ciò che vediamo potrebbe essere un assaggio di quel che capiterebbe in Italia se proseguisse questo governo”.

No, ho replicato in modo rapido e deciso. E per due ragioni. La prima: la democrazia in Italia è salda malgrado gli allarmi che talvolta si ascoltano. Il sismografo elettorale degli umori del Paese (che possono impazzire come ci ha spiegato la storia europea del secolo scorso) è inserito in un sistema costituzionale equilibrato fatto di autorità indipendenti, di pesi e contrappesi che terrà positivamente anche in futuro.

La Seconda ragione. Siamo in Europa e l’Ue è un forte scudo protettivo contro ogni avventurismo politico e finanziario. Gli italiani se ne lamentano ma non abbandoneranno questo scudo nonostante la propaganda irresponsabile di qualcuno che ci governa. Chissà che anche quel vecchio italiano, avendo il tempo per parlarci, non sia alla fine d’accordo!

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