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Opinioni

LE DUE FACCE

FELICE MAGNANI - 17/05/2019

due-facceLa politica ha due facce? Forse ne ha anche qualcuna di più o forse ne ha una sola, che utilizza a seconda delle occasioni. Resta il fatto che da un po’ di tempo a questa parte assistiamo a una deflagrante consunzione di stile. La politica, quella vera, s’intravvede appena, appare e scompare, gioca a nascondino, si trasforma, stupisce, stravolta da quella smania di visibilità e di successo che l’ha resa terreno di gioco di un’aristocrazia tribale che difende con i denti le proprie glorie, i propri benefici, le proprie poltrone, la propria avvenenza, dimostrando che mai come in questo momento storico la politica si è dimenticata di quello che è, del fine per cui è nata, di quali finalità si proponga. Viviamo nella più assoluta confusione di ruoli, il giornalista fa il politico di professione, il politico di professione fa il giornalista, la comunicazione ha perso il controllo, sbocca, svacca, urla, sbecca, sfonda, è sempre più complicato stabilire chi siano gli emittenti e chi i riceventi, che cosa sia virtuale e che cosa sia reale, quali principi e quali valori stiano oggi alla base di una democrazia vera, non soggetta, all’arbitrio individuale.

Nella confusione indisciplinata che si è accaparrata del terreno di gioco, tutti si cimentano in una esacerbata rincorsa di audience, ciò che veramente conta, infatti, è battere l’avversario, dimostrare che i tuoi ascolti sono inferiori ai miei, che io sono più in grado di te di cogliere il senso dell’aspirazione comune. I mass media sono spesso ostaggio di giochi al massacro e l’utente è disorientato, arrabbiato, confuso, stenta a credere che possano succedere certe cose, stenta a credere che tutto sia così compromesso e alterato, da non permettere un visione educata, pacifica e fiduciosa della realtà che ci ruota attorno. Furbizia, malizia, invidia, rancori, ruggini, antagonismi estremi, violenza verbale, gestuale, violenza di piazza, violenza di pensieri e di azioni che non tengono più in conto di nulla che valga davvero la pena di essere preso nella giusta considerazione, che possa essere ripreso, rivisto e riammesso nel circuito di una vita democratica a misura d’uomo. È difficile pensare a cosa possano pensare i nostri giovani, davanti a una televisione pubblica e privata che esibisce palcoscenici di vendetta, di negatività persistenti, incapace nella maggior parte dei casi di dimostrare che la vita non è solo di chi la uccide, la ferisce o la depreda delle sue bellezze, ma è anche e soprattutto bellezza, per questo va coltivata, amata, difesa, protetta, stimolata, è il più grande patrimonio di cui l’umanità venga in possesso per un breve periodo di tempo.

È terribile pensare che un patrimonio così straordinario si possa quotidianamente consumare in guerre, lotte, massacri, terrorismi vari, uccisioni, rapine, processi sommari, è davvero terribile solo pensare che non esista nel cuore dell’uomo un’alternativa felice al consumo squilibrato delle risorse, che non ci possa essere un’aspirazione di riappacificazione con quel mondo così bisognoso di attenzione, di cura e di affetto. Qual è dunque la politica, quella vera? Certamente quella che con grande impegno, volontà e fatica indica una via giusta da percorrere, un mondo più umanamente stabile da abbracciare, spazi di convivenza civile attraverso i quali potenziare la vita di relazione, la comprensione, la partecipazione e poi la famiglia, il lavoro, la scuola, lo studio, l’onestà, la perseveranza, il rispetto e tutto ciò che umanamente contribuisce a rafforzare e a migliorare quel sistema comunitario che dovrebbe essere la fonte vera di una rinascita comune. Certo la politica deve ripartire e ripartire non è mai facile o scontato, nella maggior parte dei casi bisogna iniziare da un profondo e reale esame di coscienza, quello che i politologi definiscono autocritica, la capacità di sapersi leggere, conoscere, giudicare, in vista di una radicale cambiamento di rotta. La vera politica può anche conservare, ma la vera conservazione si misura con la sua capacità di sapersi modificare, di saper diventare altro, di entrare con gioia ed entusiasmo nel nuovo che avanza e che ha bisogno di essere capito, guidato, orientato. Ripartire è un po’ come rinascere, affrontando di nuovo la realtà in tutta la sua straordinaria complessità, ma con quel desiderio raccolto di farla diventare più umana, accogliente, più capace di cogliere e di amare, più pronta a rivedersi, a modificarsi, a capire che in questo mondo non c’è nulla di definitivo o di inamovibile, tutto è soggetto alle leggi di una trasformazione dinamica, alla sua capacità di farsi voce di chi non ce l’ha. La politica non è vera quando tradisce, quando viene manipolata, quando viene usata per fini e interessi personali, quando presta il fianco alla corruzione, quando perde per strada la sua etica, la sua morale, quando non sa più essere credibile, quando non dà più l’esempio, quando diventa ostaggio di una staticità voluta da chi vuole mantenere intatto il proprio potere, quando usa la storia per continuare a far credere verità inesistenti. Quando la politica diventa schiava del potere perde il suo dinamismo, si lascia travolgere, sminuisce il valore e il prestigio di cui gode, diventa strumento nelle mani di chi la compra e la baratta in nome del dio denaro o in nome di filosofie perverse, costruite ad hoc per perpetuare varie forme di sopraffazione e di prevaricazione. La politica non è vera quando si sottrae al giudizio, quando si nasconde, quando usa linguaggi biforcuti per ingannare, quando non fa quello che deve fare, quando si lascia imbrigliare dalla demagogia professionale, quando diventa guerra contro il buon senso comune, contro le aspirazioni di chi la osserva e attende risposte certe, quando diventa strumento di propaganda, quando non sa più parlare ai giovani e ai vecchi, quando non valuta sistematicamente quello che fa, quando pensa di essere sopra tutto e sopra tutti, senza il bisogno di ascoltare, di parlare, di sentire, di capire se quello che fa è fatto bene, rispetta le promesse, è frutto di un impegno comune. La vera politica è tale quando è servizio, quando si pone al servizio del prossimo, quando cerca la collaborazione, l’unione, il dialogo, quando non si arroga il diritto di essere di parte, quando rafforza il carattere dei singoli e della comunità, quando raccoglie per strada l’umore della gente, quando sa riconoscere i propri sbagli e li modifica, quando sa ascoltare i consigli di chi l’ama, quando ha una visione alta della persona, dei suoi bisogni e delle sue necessità. La politica è vera quando sa anticipare i problemi, quando sa programmare, quando non si lascia sedurre dalla malattia del potere, quando rispetta educatamente il punto di vista delle persone, quando non sobilla o non distrugge, quando si pone in una condizione di rivisitazione congiunta, quando non si lascia condurre per mano da gente senza scrupoli, quando sa mettersi in discussione senza la paura di fare brutta figura. Essere leali, mettersi in gioco, non avere paura di riconoscere i propri errori sono tutti elementi che lasciano intravvedere lo spessore morale di chi fa della politica un modo di essere utile al proprio paese. La non politica è quella che fa credere quello che non è, è quella che costruisce le ipocrisie e le falsità, è quella che fa pensare di essere buona, umana, utile, promozionale, quando invece in realtà costruisce nell’ombra le proprie armi e le usa per demolire il nemico, è non vera quando strumentalizza, quando colpisce senza una ragione, quando incita all’odio e alla violenza, quando fiancheggia i distruttori della verità, quando irride il popolo, quando non sa più giudicare se stessa. Oggi viviamo un momento molto difficile, un momento in cui ogni cittadino è chiamato a riflettere e a pensare con molto buon senso su che cosa sia utile che ciascuno faccia per ricostruire un’ identità buttata alle ortiche, è un momento difficile, ma potrebbe essere anche il momento migliore per capire da che parte stia la verità e che cosa sia veramente utile fare per aiutare il nostro paese a essere benvoluto e amato nel mondo.

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