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Attualità

FINALMENTE BELFORTE

OVIDIO CAZZOLA - 11/09/2020

belforteIl Castello di Belforte ha avuto una propria storia distinta da quella del nucleo abitato di Varese almeno fino al 1634, quando, superata la tragica epidemia della peste forse causa della scomparsa del committente Biumi e del probabile progettista della nuova ala dell’edificio Giuseppe Bernascone, il complesso edificato e le aree agricole adiacenti, con atto notarile, venivano affidate alla cura di giovani abitanti contadini sopravvissuti.

Fino quasi alla fine del secolo scorso il complesso edificato è stato abitato da diverse famiglie, con adattamenti o ricavo di vani nelle strutture rimaste disponibili dopo la demolizione negli anni ’60 dell’ala pre-seicentesca rivolta verso Biumo.

L’abbandono di questa presenza abitativa si è concluso agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso.

La città di Varese si era già estesa, a partire dagli inizi del ‘900, lungo il viale proveniente da Biumo, teatro della battaglia garibaldina del 26 maggio 1859.

Nel 1916, dopo la realizzazione di un nuovo cimitero cittadino al termine del viale, veniva attivata la linea tramviaria che lo collegava con la zona delle stazioni ferroviarie.

L’espansione urbana profittava di questo nuovo servizio e si estendeva lungo il suo percorso.

Il Castello perdeva così la sua separatezza e diveniva riferimento urbano.

Nelle sue adiacenze, con attenzione purtroppo limitata, venivano consentite nuove costruzioni residenziali e industriali.

Rimaneva fortunatamente inedificata un’ampia area all’intorno.

Alcuni anni fa, con riferimento alla vicina presenza religiosa della chiesa dedicata alla ‘Madonna della speranza e della pace’ dove durante l’epidemia della peste era stato allestito un ‘lazzaretto’, è stato realizzato in adiacenza al Castello un Centro parrocchiale giovanile.

Si tratta di un luogo di incontro e di educazione, riferimento sociale importante per tutta l’area edificata sui due lati del viale.

Il Castello per la sua valenza storica, per la sua possibilità di esprimerla con la sua immagine monumentale deve consolidare quel ruolo, con il suo contributo forte e significativo, culturale e sociale a questa parte della città.

La città deve infatti riaffermare il valore dei suoi luoghi-simbolo, ricomponendo la diffusa dispersione edilizia dei decenni passati.

Il recupero del Castello ha anche questo rilevante valore.

Storia quindi, e attualità del Castello di Belforte.

Dai primi anni ’90 del secolo scorso mi occupo, anche per incarico del Comune, di questa presenza,

Il progetto che nei mesi scorsi ho predisposto ancora per incarico del Comune, dopo i gravi crolli avvenuti nel 2014 e nel 2016, per una ulteriore approvazione della Soprintendenza di Milano (che ha già espresso un primo parere favorevole) è in questa fase limitato alla reintegrazione delle opere murarie e alla realizzazione delle coperture allo stato preesistente.

La destinazione di riuso del monumento prevede la creazione di un luogo di socializzazione a integrazione della presenza adiacente del Centro di attività parrocchiale e la istituzione di un Parco archeologico che valorizzerebbe questa parte della Città con una condivisa realizzazione di un museo del Risorgimento che ricordi la battaglia del 26 maggio 1859, con l’accessibilità interna dell’edificio del ‘600 e dell’area circostante organizzata a verde pubblico.

La reintegrazione delle strutture murarie è prevista nel rispetto delle aperture preesistenti testimoniate da un adeguato e consistente archivio fotografico.

Le strutture murarie reintegrative saranno realizzate in mattoni pieni che riprendono le modalità esecutive delle strutture in mattoni pieni ancora presenti.

Le coperture saranno realizzate su struttura in legno con manto di coppi come esistenti, riprendendo i profili e le quote originarie.

Una grande storia è alle nostre spalle.

Il complesso chiede ai varesini un soprassalto di volontà con opere di mantenimento urgente anche se contenute al momento per la sua sopravvivenza, verso il destino auspicato di ragionevole e significativo reimpiego pubblico.

Contro l’ingiuria del tempo e il rischio concreto di nuovi crolli con danni a cose e persone soprattutto possibili verso il viale Belforte, sta la forza della nostra volontà di conservazione e valorizzazione della storia.

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