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The Dormouse

ARIA SOTTILE

GUIDO BELLI - 08/10/2020

Festival delle letterature

Carlo Rovelli, nel capitolo conclusivo del suo libro Helgoland dedicato alla teoria dei quanti, riporta come epitaffio un monologo di Prospero dalla Tempesta di Shakespeare, qui recitato da Tino Carraro per la regia di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Nel 1984:

Scrive Rovelli:

È la fine della Tempesta, l’ultima opera di Shakespeare, uno dei passaggi più emozionanti della storia della letteratura. Dopo aver fatto volare il suo pubblico nell’immaginazione e averlo portato fuori di sé, Prospero/Shakespeare lo conforta […]. Mi sento così alla fine di questa lunga meditazione sulla meccanica quantistica: La solidità del mondo fisico sembra essersi sciolta nell’aria, come le torri coronate di nubi e i palazzi meravigliosi di Prospero. La realtà si è sfrangiata in un gioco di specchi.

Ma qui non è l’immagine sontuosa del grande Bardo, delle sue incursioni nel cuore degli uomini. Non è neanche la recente speculazione scatenata da qualche fisico teorico troppo fantasioso. Ni, è la paziente, razionale, empirica, rigorosa ricerca della fisica fondamentale che ci ha portato a questo dissolversi di sostanzialità. È la migliore teoria scientifica trova finora dall’umanità, la base della tecnologia moderna, la cui affidabilità è indubbia.

Credo sia tempo di guardare in faccia questa teoria, discuterne la natura fuori dalle cerchie ristrette dei fisici teorici e dei filosofi, calarne il miele distillato, dolcissimo e un po’ intossicante, nelle maglie dell’intera cultura contemporanea.

 La meccanica quantistica consente uno sguardo molto profondo nel reale – e anche molto produttivo, ma è una teoria fortemente controintuitiva. Niente di nuovo sotto il sole. Affidandoci all’apparenza, per millenni abbiamo pensato che tutto girasse intorno alla terra.

Qui la presentazione del libro da parte di Carlo Rovelli a Radio3 Scienza.

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