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La Lente d'Ippocrate

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MARCO VITALI - 19/03/2021

disegno-di-claudio-francatoHo guardato con interesse il film andato in onda su TV2000 in due puntate “Non è mai troppo tardi” del regista varesino Giacomo Campiotti sul maestro Alberto Manzi.

L’ho trovato molto interessante e di aiuto in questo momento di pandemia caratterizzato, nel mondo della scuola, dalla didattica a distanza della quale forse rappresenta il primo esperimento.

Cuore della trama del film è la relazione che il maestro riesce a intessere con i suoi primi allievi, i ragazzi del riformatorio, superando la loro ritrosia e guadagnandosi la loro stima; un rapporto basato sulla vicinanza, un sano affetto e il coinvolgimento nelle loro vicende di vita.

Alberto Manzi era un maestro pedagogista, laureato in biologia, pedagogia e filosofia con una base teorico pratica frutto dei suoi diplomi all’istituto nautico e magistrale. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio sui sommergibili e dopo l’otto settembre fece parte del famoso corpo del battaglione da sbarco San Marco.

Il suo primo incarico ufficiale come maestro lo ebbe presso l’istituto di rieducazione e pena Aristide Gabelli, accettando il posto rifiutato prima di lui da quattro colleghi, dove realizzò il primo giornale degli istituti di pena, La Tradotta.

Il suo desiderio era di fornire un’istruzione adeguata per il completo reinserimento sociale dei ragazzi. Il suo sguardo profondo lo aiutava a vedere oltre le semplici apparenze.

Dal 1960 al 1968 condusse la fortunata trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi” che contribuì all’alfabetizzazione dei cittadini, consentendo così di poter ottenere la licenza elementare a quasi un milione e mezzo di Italiani. La trasmissione andava in onda sulla rete RAI prima di cena; nei bar e in altri diversi punti di incontro, dove vi era un televisore, si riunivano giovani ed anziani per imparare la lingua italiana.

Il suo metodo di insegnamento era semplice, chiaro e facilmente intuibile a chi lo ascoltava.

Dopo questa importante esperienza televisiva prestò servizio come insegnante della scuola elementare Fratelli Bandiera di Roma. Scrisse diversi libri per ragazzi di cui il più famoso è ORZOWEI, pubblicato nel 1955. Condusse anche numerose campagne di alfabetizzazione degli italiani all’estero e diversi viaggi in America latina per collaborare alla promozione sociale dei contadini più poveri nella zona orientale della Foresta Amazzonica e su incarico della università di Ginevra svolse diverse ricerche scientifiche.

Prima da solo e poi insieme ad altri studenti di tutta Italia incominciò ad organizzare un vero programma di aiuto solidale che, oltre all’insegnamento, prevedeva la soluzione di problemi sociali e sanitari; appoggiandosi al Pontificio Ateneo Salesiano conobbe numerosi sacerdoti che aderivano alla teologia della liberazione.

Il metodo e lo stile di insegnamento utilizzato dal maestro Manzi, caratterizzato da forte empatia, ci deve far riflettere in questo momento storico, in cui l’insegnamento è basato prevalentemente sulla dad (didattica a distanza), su come sia importante prestare più attenzione ai nostri ragazzi che possono manifestare problematiche di timidezza, timore e insicurezza.

Il nostro sistema sanitario ha ultimamente registrato un aumento di richiesta dei servizi di neuropsichiatria infantile, branca della medicina che si occupa dello sviluppo neuropsichico e dei disturbi neurologici nell’età fra zero e i diciotto anni, disturbi che possono essere stati provocati dal periodo di lockdown. La perdita della capacità di relazione con i coetanei e gli insegnanti può generare sentimenti di solitudine, apatia, disvalore e sfiducia in se stessi con sintomi di deflessione del tono dell’umore.

È importante utilizzare in modo appropriato questi servizi che vanno attivati quando vi è una problematica grave, per esempio quando il ragazzo perde l’interesse per la scuola e si ritira in se stesso evitando le lezioni.

Altri disturbi che possono emergere durante il periodo di sviluppo del ragazzo sono i DSA disturbi specifici di apprendimento, come la discalculia, la dislessia, la disortografia. I ragazzi che presentano questi disturbi devono essere seguiti, incoraggiati e indirizzati verso un preciso percorso di cura e in questo caso la valutazione neuropsichiatrica è appropriata. Spesso sono ragazzi timidi, molto sensibili ma con normale quoziente intellettivo e, superate le difficoltà, possono ottenere titoli di studio adeguati.

Altra figura importante della nostra scuola italiana è stata la dottoressa Maria Montessori, (1870 Chiaravalle – 6 maggio 1952 Noordwijk Paesi Bassi), una fra le prime donne a laurearsi in medicina e a dedicarsi allo studio dell’educazione dei bambini. Dopo il successo ottenuto dai suoi metodi, nel 1906 fu chiamata a curare l’organizzazione di scuole materne per i figli delle famiglie operaie di alcuni quartieri popolari romani; nacquero così “le case dei bambini” presto imitate in tutto il mondo. Il metodo Montessori concede al bambino la libertà di sbagliare e di correggere da solo i propri errori, perché solo contando sulle proprie forze potrà crescere e imparare a superare le difficoltà della vita (Il metodo Montessori Maria Montessori la scoperta del bambino Corriere della Sera).

Altra figura di rilievo è stata Giuseppina Pizzigoni (Milano 23 marzo 1870 – Saronno, morì in povertà il 4 agosto 1947 all’ospizio di S. Anna) Nell’autunno del 1909 compì un viaggio in Svizzera ed in Alsazia per visitare “le scuole del bosco”. Ne ritornò decisa a promuovere un rinnovamento profondo della scuola specialmente in ordine all’ambiente educativo. Procuratasi programmi e piani scolastici delle istituzioni educative d’Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera e America si rese conto del vasto movimento pedagogico e didattico che ferveva nel mondo. Con l’astronomo Giovanni Celoria, lo psichiatra Zaccaria Treves, il neurologo Prof. Eugenio Medea e un gruppo di industriali milanesi costruì il primo comitato per l’organizzazione della Scuola Rinnovata, secondo il metodo sperimentale, che fu aperta a Milano come esperimento di differenziazione didattica. Nel 1927 venne costruita, secondo il piano educativo della Pizzigoni, la nuova sede della scuola, comprendente aule aperte sul giardino, con spogliatoi, sale da musica e da proiezioni, aule di lavoro, palestra, refettorio, laboratori per scuole di avviamento, un padiglione per l’asilo infantile, un gabinetto medico ed odontoiatrico, un padiglione per le lezioni di agraria, un campo da gioco, giardini e padiglioni per le lezioni all’aperto, campi sperimentali per le esercitazioni di lavoro e recinti per gli animali.

Queste pedagoghe si possono assimilare al maestro Manzi per il loro anticonformismo.

Tutto quanto detto ci richiama l’articolo 3 della nostra Costituzione sull’eguaglianza e in particolare il secondo comma che dispone che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’ organizzazione politica economica e sociale del paese.

Per approfondire
Il metodo Montessori Maria Montessori la scoperta del bambino, edizioni Corriere della Sera.
Una volta il futuro era migliore – lezione per invertire la rotta di Sabino Cassese, Solferino Corriere della Sera
 
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