Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

SETTEMBRE IN MUSICA

BARBARA MAJORINO - 17/09/2021

septemberL’altra mattina mentre facevo ginnastica, la radio ha trasmesso le note ariose di “September morn” (che sta per “morning”) di Neil Diamond, un grande classico sempreverde fatto di splendidi arrangiamenti hollywoodiani. Un brano, che con l’apertura di questo mese, trasmettono con frequenza. Nel riascoltarla, mi chiedevo perché mai settembre goda, rispetto ad altri mesi, del privilegio di avere il maggior numero di canzoni a lui dedicate. Forse quel sottile velo di malinconia nel notare la natura che cambia e si riposa dai furori dell’estate. Uno dei mesi preferiti da poeti e chansonnier con i suoi colori, ricordi, il distillato del pieno dell’estate appena trascorsa che lascia un suo sentire dolceamaro. Forse non tutti sanno che la versione originale di “September morn” è stata composta da Gilbert Bécaud con il titolo di “C’est en Septembre”, dove il cantautore cerca di riappropriarsi della sua amata Provenza oramai svuotata dai turisti e riposarsi finalmente sotto l’olivo per contemplare la spiaggia vuota e sentire la sabbia che non scotta più. “È in settembre che si può vivere per davvero” (“C’est en Septembre que l’on peut vivre pour de vrai”). Così conclude Bécaud. E come dargli torto?

Più triste e su un registro malinconico è “September song” cantata da Frank Sinatra (ma l’hanno reinterpretata anche molti jazzisti), tratta da uno splendido film del 1950 dal titolo “Accadde in Settembre” (1950) storia romantica e adulterina tra una concertista (Joan Fontaine) e un imprenditore ( Joseph Cotten), entrambi americani, in viaggio in Italia, dove si incontrano per caso. Amore che si rivelerà impossibile.

Ma c’è anche qualche nota di spensieratezza nella canzone di Los Machucambos “Dimelo en Septiembre”, in quanto, a settembre le promesse d’amore sono più realizzabili e i sentimenti diventano più stabili e seri dell’estate con tutte le sue tentazioni. Un cha-cha- cha che per i patiti collezionisti del vinile, si trova sul lato B del più famoso “Pepito”. Piacque alla brava Caterina Valente, artista che oggi ha più di 90 anni. E ne fece una versione italiana ricca di brio. “C’è nell’aria la musica dei baci/ dell’estate che lenta se ne va/ c’è qualcosa che veramente piace/ in settembre come è bello sognar…/

“Settembre” è una struggente canzone di Peppino Gagliardi, cantautore che potremmo definire l’Aznavour napoletano. La trasmettono spesso a Teche teche te, programma di preziose schegge d’antan che riscuote sempre grande successo di ascolti durante l’estate. E il cantante in giacca bianca, viene accompagnato dalla sontuosa orchestra di Pino Calvi. Erano i tempi in cui i cantanti non usavano il play back e si appoggiavano a grandi orchestre per rendere efficaci le loro rappresentazioni.

L’estate se ne andrà insieme al sole
L’amore se ne è andato insieme a lei
Le prime gocce baciano la sabbia
E stanno già bagnando gli occhi miei.
Settembre poi verrà ma senza sole
E forse un altro amore nascerà
Settembre poi verrà, ma non ti troverà
E piangeranno solo gli occhi mei.

Testo un po’ straziante e melò, ma sostenuto da una bella melodia ad ampio respiro. E come dimenticare quel “29 settembre” di Mogol-Battisti, dove sembra un giorno come un altro, ma poi seduto in quel caffè… succede qualcosa di magico? L’innocente evasione si sovrappone ad un amore più sicuro. “E tutta la città correva intorno a noi”. Ma l’indomani il sole ha cancellato tutto… E il personaggio è smarrito e felice. Che succede il 29 settembre? Nemmeno il Giornale Radio lo sa, poiché quel giorno appartiene a chi lo vive.

Concludo con “Impressioni di settembre”, esempio di grande rock progressivo della PFM. Il testo è dell’ottimo Mogol, laddove per la prima volta nella storia delle liriche, è il paesaggio che la fa da padrone sui personaggi. L’odore della terra, le gocce di rugiada, il mare d’erba, il bosco, il sole settembrino che gioca tra i rami, un cavallo che tende il collo verso il prato, la nebbia da respirare a pieni polmoni…E l’uomo in cerca di se stesso, di un’identità; l’uomo in cerca di una rinascita che ascolta il suo respiro, il rumore del suo passo… Molto ispirata la versione di Franco Battiato, che l’ha fatta propria nell’album “Fleurs”. Battiato, che ci ha lasciato quest’anno nel maggio scorso, ha la capacità di essere espressivo pur con quel suo filo di voce disadorna e senza particolari virtuosismi. E meraviglioso è l’intercalare di tastiere e sintetizzatori che creano una sinfonia paesaggistica fino al gran finale che va in crescendo.

Forse settembre è un po’ tutto questo: una tavolozza di suoni, di melodie, armonie e di contrappunti oltre che di colori.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login