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Spettacoli

ELVIS, IERI E OGGI

BARBARA MAJORINO - 21/10/2022

elvisIl film “Elvis” di Baz Luhrmann, caleidoscopico e abbagliante ha riportato in auge il mito, il personaggio e la musica di Elvis Presley. Vita, canzoni, amori e leggenda di colui che venne soprannominato “the King”. Credo, tuttavia, che Elvis, il quale si doleva di non aver potuto interpretare un grande classico cinematografico di cui andare fiero, ma solo una trentina di “musical” da botteghino, alla fine, se fosse ancora in vita, potrebbe a buona ragione affermare: il grande classico c’est moi. Un po’ come diceva Luigi XIV sullo stato francese. Va benissimo che chiamino Elvis il Re del Rock ‘n roll, musica che peraltro esisteva già, e che lui ha portato prepotentemente alla ribalta, ma non è solo questo.

Come tutti i grandi classici, è stato anche rivoluzionario e innovativo. Luhrmann ha insistito molto sull’influenza della musica black nel repertorio di Elvis mostrando un bambino biondo (il colore naturale del cantante prima che gli tingessero i capelli corvini) con gli occhi azzurri che andava a spiare nei locali riservati alla gente di colore ai tempi della segregazione. Poi da adulto si intrufolava in quegli stessi stanzoni fumosi dove si faceva musica chiacchierando con B.B.King, James Brown, Fats Domino, Sister Rosetta Tharpe; ammirava Little Richard che faceva acrobazie sul piano intonando “Long tall Sally” e la registrò a sua volta, così come fece anche con “Tutti Frutti”. Ascoltava con rispetto Mahalia Jackson e i suoi spiritual e gospel.

Ma in realtà Elvis era curioso e onnivoro di ogni espressione musicale, con un occhio d’attenzione anche per la musica italiana. Incise “O sole mio” con un arrangiamento e un ritmo sostenuto di beguine che divenne “It’s now or never”, poi “Surrender “ (Torna a Surriento) e perfino una canzone di Modugno che incontrò personalmente: “Io” che divenne “Ask me”. Inserì strumenti hawaiani e ukulele nella sua band e tutto quanto potesse servirgli a rinnovare. Rifece la messicana “Paloma” (“No More”). E poi ancora, canzoni su canzoni che rimanevano nelle classifiche per mesi, come quella graziosissima “Devil in disguise” inserita nel film “She Devil” con Meryl Streep. Grande è stata la sua influenza in Europa e nel mondo. Piccoli Elvis crescono un po’ dappertutto.

Ma come recita lo slogan, viene da tutti imitato e da nessuno eguagliato. E la recente cover dei Maneskin di un suo successo edito nel ‘68 “If I Can dream” la cui clip venne girata coi 4 ragazzi della band italiana, nella sua casa-museo a Graceland, ne è la smagliante riprova. Certamente una volonterosa esecuzione, ma non da brividi. Anche se tecnicamente non si può definire un gospel vero e proprio, Elvis lo interpreta con un trasporto e un’emozionalità tale, da farlo apparire un pezzo di musica sacra. Lo accompagna la Filarmonica Royal Orchestra con cori. Ci sono numerose riprese e versioni di altri cantanti di questo brano (tra le quali quella di Céline Dion), composto espressamente per lui dopo l’uccisione di Martin Luther King e di Robert Kennedy, e andato in onda sulla NBC nel periodo natalizio. Niente melensaggini zuccherose su Santa Claus, dopo tragedie simili e Elvis si ostinò presso il suo manager, il colonello Parker, a volere interpretare un pezzo che andasse dritto al cuore dei suoi connazionali. “If I can dream” è come un abito di alta sartoria tagliato e cucito su misura per lui. Accorato, ma con una residua speranza che il grande Sogno infranto di un’America pacificata, potesse ricomporsi in qualche maniera. Con un Elvis che lascia trasparire, fin nella voce, quell’emozionalità nei toni un po’ metallici, a tratti arrocchiti, la tragedia di aver vissuto in prima persona questa dolorosa esperienza. Martin Luther King, venne infatti assassinato a Memphis a pochi metri da casa sua e qualche mese dopo, toccò a Bob Kennedy. Per paradosso, le liriche della canzone si ascrivono benissimo al periodo che stiamo vivendo tutti noi del cosiddetto “mondo occidentale”. “Siamo tutti smarriti dentro una nube carica di pioggia e intrappolati in un mondo sconvolto da sofferenza e dolore”.

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