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Apologie Paradossali

BIPOLARISMO MITE

COSTANTE PORTATADINO - 04/02/2022

bipolarismo2(S) Ti sei proprio sbagliato in pieno, caro Costante, dando per impossibile la soluzione semplice, conservativa, persino banale, che invece si è realizzata. Almeno però non hai il torto di venire a dire adesso “io lo sapevo”.

(O) Io invece ti assolvo. La soluzione semplice era convincere Mattarella prima del primo scrutinio, cosa che sarebbe stata possibile solo con un accordo di tutti i partiti. Quello che invece è avvenuto non è né semplice, né conservativo e lascia aperti un sacco di problemi e, anche per questo, qualche speranza. Io infatti sono contento che ci siano problemi, perché sogno un futuro diverso. Il progresso cammina solo risolvendo problemi.

(C) Ovviamente pensavo che il diniego di Mattarella fosse assoluto, a causa della somma di almeno tre fattori: una di vita, la convinzione che al suo posto ambisse e infine il timore che la sua rielezione sarebbe stata divisiva e avrebbe messo a rischio il governo. Ma non vorrei perdere tempo ad elucubrare se la rielezione fosse per LETTA il piano A o B o C, tanto meno se la disponibilità, benché remota, covasse in fondo all’animo del Presidente. Di certo tutte le teste fatte rotolare dall’insipienza di Salvini e alla fine i contrasti esplosi all’interno dei partiti e delle alleanze contrapposte devono averlo convinto della necessità di accettare il rinnovo.

(O) Se hai sbagliato sul nome, forse hai invece azzeccato la previsione dell’inizio di un sostanziale cambiamento politico, quando scrivevi: “Il Parlamento attuale non è in grado di esprimere una maggioranza omogenea, né di continuare a lungo con questo precario compromesso. Dobbiamo aspettarci che l’ELETTO, chiunque sia, sarà insieme causa ed effetto di un radicale cambiamento politico”. Vuoi dire che il Governo Draghi non durerà?

(C) È evidente che le alleanze non sono più solide come prima e che gli stessi partiti accusano fratture interne, specialmente nel centrodestra, che incassa la sconfitta della rielezione e in più perde l’occasione per riunificarsi, ampliando anzi a dismisura la distanza tra le sue componenti. Non se la passa bene neanche il ‘campo largo’ giallorosso, a causa della frammentazione del M5S. Quindi possiamo dare per scontata la fiducia a Draghi, ma il futuro del governo dipenderà più dalle evoluzioni interne ai partiti che dalla capacità di risolvere i problemi.

(S) Se, come appare, ha vinto l’alleanza “no elezioni”, non dovrebbero esserci rotture insanabili almeno fino all’autunno, al momento della stesura del prossimo bilancio. Le schermaglie elettorali cominceranno da subito, ma non tireranno la corda fino alla rottura. Draghi medierà su tutto, ma si asterrà dall’intervenire sulla questione della legge elettorale che, lo vedrete, verrà trascinata fino in prossimità della scadenza naturale della legislatura. Questo è il tema politico centrale, da cui dipenderanno le alleanze, i programmi, l’eventuale mutamento di leadership in alcuni partiti. Tutto il resto, tranne i passaggi necessari per non perdere i contributi europei al PNRR, sarà rinviato.

(O) Io invece credo che i problemi e gli ostacoli, anche se non saranno tutti affrontati e superati, produrranno davvero un cambiamento molto forte, che non potrà che essere positivo, nella consapevolezza dei partiti di dover rappresentare la società reale, invece di rincorrere effimeri consensi nei sondaggi con proposte esagerate e gridate. Un grande vantaggio rispetto ad esperienze passate è che Draghi, a differenza di Monti, non sembra intenzionato ad inventarsi un proprio partito per concorrere alle elezioni, quindi potrà opporre fermezza a richieste scriteriate o clientelari dei partiti della maggioranza. Se con le elezioni si costituirà un centro politico solido e autonomo, avremo finalmente una situazione di ‘bipolarismo mite’, con il mutuo riconoscimento della legittimità a governare di ciascuna delle due parti. In questo caso si dovrebbe attuare quella piccola ma significativa riforma costituzionale dell’elezione diretta del Capo dello Stato, senza nemmeno pensare di allargarla al semipresidenzialismo. Come più volte sostenuto da Costante i normali cittadini si sentirebbero finalmente in grado di contare e potrebbero tornare alle urne consapevolmente, ma serenamente.

(C) Fermiamoci qui, nell’attesa di ascoltare il discorso d’insediamento (che chi legge queste righe avrà già udito) e le dichiarazioni di Draghi dopo il reincarico. In quel momento capiremo se ci sarà la volontà dei partiti di affrontare il numeroso elenco di problemi ancora aperti, pur dopo un anno di buon governo.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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