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Apologie Paradossali

PRENDERSI UN RISCHIO

COSTANTE PORTATADINO - 10/02/2022

brividi(O) Ci sarebbero tante occasioni, forse più di elogio che di apologia, per i nostri commenti. Per facilitare una selezione, vi propongo quelle che hanno dimostrato di realizzare inclusività: il discorso di Mattarella, il festival di Sanremo, l’intervista di Fazio a Francesco, le medaglie delle Italiane alle Olimpiadi.

(S) Al contrario, guarda quante frizioni e rotture nella società e nella politica, ben più reali di certe apparenti unanimità: la lite furiosa dei 5Stelle, la persistenza dei novax, con quei genitori che arrivano a rifiutare la trasfusione di sangue de vaccinati al figlio da operare al cuore. Se poi guardiamo appena fuori dai nostri confini, la crisi russo-ucraina con il risvolto della crisi energetica, le notizie dall’oriente islamico: Siria, Afghanistan…

(C) Qualcosa più di un dubbio è la sensazione che gli organi d’informazione, specialmente italiani, abbiano fatto molto per sottolineare gli elementi positivi e ammorbidire l’impatto delle notizie più inquietanti, ma direi che fanno bene. Questo è il momento del realismo, che gode delle certezze consolidate, che perdona le sconfitte, che gode delle sorprese positive. Vediamo per esempio le Olimpiadi, citate da Onirio, abbiamo avuto un oro da una certezza, da Arianna Fontana, e uno da un’assoluta sorpresa, dalla coppia del Curling. E brividi non mi sono venuti certo dalla canzone di Sanremo, ma da queste due vittorie. Lasciatemi sognare quali risorse può trovare una nazione che scova due campioni olimpici tra i 500 (?) praticanti di una disciplina di nicchia, anche un po’ astrusa e poco spettacolare, in apparenza. Confesso che invece, per la prima volta, mi ha interessato, anzi stupito, per l’attenzione, la pazienza, il sangue freddo e la fiducia tra compagni che ha mostrato di richiedere. Bisognerebbe insegnarla nelle scuole, come esempio delle famose abilità non cognitive.

(O) Torno a Sanremo per difendere il mio asserto iniziale. Non c’è dubbio che Amadeus abbia voluto fare un Festival inclusivo, che ci sia riuscito e che gli sia stato riconosciuto come merito. C’erano tutti gli stili e tutte le generazioni e la terna dei migliori ha messo in fila le tre generazioni: prima giustamente i giovani Mamhood e Blanco, con testo e musica d’avanguardia, specchio vero del disagio giovanile contemporaneo, poi Elisa, che canta Forse, la ‘maturità del dubbio’, e infine Morandi, vecchio gattone che graffia ancora, capace di un ritmo giovanile, eco di “Fatti mandare dalla mamma”. Ma pensate quanto significa per la musica leggera italiana il successo mondiale dei Maneskin? E cosa non sarebbe se venisse ripetuto da Brividi? Non necessariamente inclusività significa compromesso al ribasso, come testimoniano anche, lo ripeto, il discorso di Mattarella e l’intervista del Papa.

(S) Non mi convinci, non del tutto. Intanto per capire il testo di “Brividi” ho dovuto scaricarlo da internet, tanto era biascicato nel microfono, non cantato, poi quell’insistenza negativa:

“E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi”

Va bene scoprire il proprio limite, far esplodere una domanda di senso, ma come per l’anno scorso, non affiora mai una risposta. Poi dici: che bello il confronto tra le domande di Fazio e la paternità di Francesco, che ha risposto con l’atteggiamento del corpo, del viso e del cuore più ancora che con le parole, ma mi domando: questo gioco di condiscendenze (Maurizio Crippa del Foglio ha notato un salto di orario nell’orologio del Papa, sospetto di un lavoro di taglia e cuci) cambierà qualcosa nella vita di qualcuno?

(C) Preferisco un gioco impegnativo a uno evasivo, che nasconde le vere intenzioni. Perciò do una valutazione alta a tutti i tentativi seri e torno allo sport come metafora della vita: che tu sia il centravanti migliore al mondo o la coppia di ragazzi sconosciuti che fanno scivolare strane pietre sul ghiaccio, oppure il Papa, il giornalista che cerca lo scoop, il cantante “a cui non si può credere” (copyright Celentano), il Presidente dell’Italia o della Massima Potenza Mondiale, non ti puoi accucciare nella tua Comfort Zone, devi provare a fare qualcosa di meglio anche tu, devi tenerti un brivido, devi prenderti un rischio, devi parlare, o scrivere, con il cuore.

(O)Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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