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Apologie Paradossali

BELL’ABISSINA

COSTANTE PORTATADINO - 25/03/2022

faccettanera(O) Come uscire dalla guerra russo-ucraina?

(C) Al momento è difficile dirlo. Per i russi solo con la capitolazione totale dell’Ucraina, l’abbandono del potere di Zelensky, la creazione di un governo russofilo a Kiev e una specie di spartizione, Leopoli, forse, all’occidente, il resto in area di influenza russa. Ma anche ammesso che i russi offrano condizioni migliori, non sarebbe facile per Zelensky accettare gravi mutilazioni al territorio nazionale. Non fatemi dire altro, non sono un profeta e non voglio esserlo di sventure.

(S) Le sventure si sono ormai realizzate. Che cosa ci può essere di peggio? Bombe atomiche? Armi chimiche?

(C) Per non parlare di Ucraina, parlerò di quando l’Italia invase l’Etiopia, nel 1935/36. C’è qualche modesta analogia. Si potrebbe imparare qualcosa.

(O) Davvero? L’italiano medio non ne sa nulla, solo i più anziani si ricordano di “Faccetta nera”, la canzoncina propagandistica che prometteva la liberazione della “bell’abissina” dall’oppressione del Negus.

(C) La prima analogia è questa: una ben riuscita propaganda rivolta all’interno, che assicurò un discreto consenso alla “operazione speciale”. Per prima cosa il governo sostenne che gli etiopici minacciavano le “nostre” popolazioni somale di confine. (Con una certa vergogna userò termini come ‘noi’, ‘nostro’ e ‘italiano’ in questo articolo). Si trovò il classico incidente di frontiera, “ai pozzi di Ual-Ual”. Il capolavoro propagandistico fu il discorso di Mussolini, trasmesso alla radio e ascoltato in tutte le piazze da milioni di persone in “adunata oceanica”. Parlò poco di Etiopia, ma rivendicò l’ingratitudine delle nazioni democratiche, al cui soccorso l’Italia era entrata in guerra nel 1915, al costo di seicentomila caduti”.

(S) Come Putin ha accusato la NATO, più che portare ragioni contro l’Ucraina.

(C) Ma gli etiopici resistevano, aiutati dal terreno, ostico per noi e per la difficoltà logistica di rifornire da migliaia di chilometri di distanza. E forse avrebbero resistito fino in fondo, se fossero stati aiutati dagli stati che pure avevano condannato l’azione italiana alla Società delle Nazioni e avevano deciso di applicare sanzioni nei nostri confronti. La Gran Bretagna però non chiuse il canale di Suez, appellandosi ad una clausola del trattato istitutivo.

(O) Sul consenso interno, che effetto ebbero le sanzioni?

(C) Il contrasto ad esse suscitò orgoglio nazionale, consenso al regime, stimolò la ricerca scientifica e tecnica. Le sanzioni stesse furono poco applicate ed inefficaci. In primo luogo l’economia non era globalizzata. Dipendevamo dall’estero per le materie prime, specie energetiche e per il grano. Ma gli Stati Uniti e la Germania non facevano parte della SdN e continuarono a rifornirci di petrolio e di carbone. L’effetto politico fu molto limitato dal fatto che una volta proclamato Vittorio Emanuele III imperatore dì Etiopia, le sanzioni furono ritirate.

(S) Sanzioni poco efficaci, anzi controproducenti.

(C) Il danno grave fu invece l’avvicinamento alla Germania hitleriana, verso la quale c’era stata fino allora molta diffidenza, tanto che nel 1934 Mussolini aveva inviato truppe al Brennero, per impedire l’annessione dell’Austria, cosa che avrebbe invece permesso quattro anni dopo. Mussolini nell’aprile del 1939 occupò l’Albania, senza nemmeno un pretesto, infine entrò in guerra a fianco di Hitler”.

(S) Da queste analogie si potrebbe concludere che siamo sul piano inclinato che porta ad una guerra europea di grandi proporzioni poiché nessuna sanzione fermerà la Russia e le due parti resteranno prigioniere delle rispettive versioni propagandistiche?

(C) Non lo so. Dal passato dobbiamo imparare che le conseguenze a lungo termine possono essere molto più dannose dell’apparente guadagno di una vittoria. L’ultimo bastione da difendere rimane il confine morale dell’uso di armi di distruzioni di massa, nucleari o chimiche. Devo ricordare che in Etiopia Badoglio per superare le difficoltà militari usò armi chimiche, forse i gas, forse l’avvelenamento di acque di superficie, a cui bevevano gli etiopici. Che simili armi non vengano usate in Ucraina da nessuno dei due contendenti, dobbiamo solo sperarlo, bollando fin d’ora come estrema inumanità il loro uso.

(O) Onirio Desti (C) Costante (S) Sebastiano Conformi

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