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Apologie Paradossali

SVECCHIARSI

COSTANTE PORTATADINO - 03/11/2022

declino(C) Finalmente andiamo d’accordo (anche con il direttore) su una cosa. L’importanza di occuparci del declino demografico dell’Italia. Ci ha colpito che il demografo della Cattolica, il prof. Rosina ha trovato ospitalità per denunciarne l’irreversibilità, su IL FATTO QUOTIDIANO.

(S) Già, nientemeno. Bada che il pezzo, che non per niente viene evidenziato come “L’INTERVISTA CAPOVOLTA”, ha come scopo principale quello di attaccare il nuovo governo sulla politica nei confronti dell’immigrazione. Non fa dire a Rosina tutte le ragioni ideali che motivano le osservazioni del professore.

(O) Esatto, dunque tocca a noi partire dai dati di fatto per rilanciare un giudizio più completo e vero. I dati di fatto portati da Rosina sono inconfutabili, tra 15 anni mancherà il 30% di forza lavoro, nel 2050 gli over 65 saranno 19 milioni, 5 più di ora. Nel frattempo, assistiamo anche ad una emigrazione di giovani di qualità.

(S) Questo è il punto più dolente: tra 15 anni non servirà nemmeno più acquisire forza lavoro non qualificata attraverso l’immigrazione, perché se se ne vanno i cervelli, se ne va anche l’innovazione e quindi l’industria. Vi faccio il bilancio della mia cerchia familiare: un chirurgo in Gran Bretagna, sua moglie PH in biologia vi dirige un laboratorio di ricerca, un economista PH in Africa per conto della Banca Africana di sviluppo, uno specializzando in medicina in Australia: spero che tornino e non solo per egoismo familiare, anche per riportare qui un arricchimento di esperienza e di conoscenze.

(O) Un mio amico, anche lui dottorato, dopo dieci anni qui in Italia è ancora a partita IVA. Qui s’innesta la questione del merito: speriamo che venga riconosciuto a partire dalla scuola ma poi deve proseguire all’università e nel lavoro.

(C) Sono d’accordo con tutto quello che avete notato fin d’ora: l’Italia deve essere svecchiata con una cura energica di ricerca, di innovazione e di merito, non di sussidi a pioggia che devono essere riservati a chi ne ha veramente bisogno. Ma voglio affermare che la questione demografica è figlia (sì, usiamo proprio questa metafora) di un’altra più importante, che non si cura né con l’economia, né con le borse di studio, né con gli immigrati: è figlia di uno smarrimento esistenziale, di un irrancidirsi del gusto per la vita, che attraversa tutte le generazioni. Non incolpo né i giovani che si entusiasmano più per i rave party che per i lavori oggi richiesti, che non trovano personale. Ma vedo quanti ragazzi portano pizze a domicilio in bicicletta: non è vero che tutti mancano di buona volontà. Non incolpo nemmeno i quasi pensionati che fanno pendere la bilancia della politica verso chi assicura la quota di pensionamento più favorevole: si ricordano che i loro padri, se dipendenti pubblici, andarono in pensione con 19 anni 6 mesi e 1 giorno di contribuzioni.

(O) Spiegati meglio

(C) Fare una famiglia e crescere dei figli si basa principalmente su una certezza morale: che la vita ha un significato buono e un valore intrinseco e che fare e vivere bene è un merito. Alla società, specialmente alla cultura e alle agenzie educative, tocca promuoverlo, allo Stato non ostacolarlo.

(S) Va bene lo scopo, ma non sai suggerire qualche idea operativa?

(C) Borse di studio per tutti i livelli scolastici, ma soprattutto per gli Istituti Tecnici Superiori, per le Lauree Magistrali e per i Dottorati di Ricerca. Per il mondo del lavoro, una proposta: una forte riduzione della tassazione per il reddito da lavoro, sia dipendente sia autonomo, nella fase iniziale, per esempio fino ai 35 anni, con l’applicazione del quoziente familiare. Sembra solo un incentivo economico, in realtà darebbe maggior dignità al lavoro proprio quando il suo soggetto è oggettivamente precario e timoroso di assumersi le responsabilità che una famiglia comporta. Lasciatemi dire che potrebbe essere una cura efficace soprattutto per il Mezzogiorno, più che non l’affidarsi ai sussidi. Lo Stato incrementi la speranza, non la rassegnazione.

(C) Costante (S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti

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