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Spettacoli

LA BERSAGLIERA, CHRIS, VARESE

LUISA NEGRI - 20/01/2023

ina Lollobrigida a Villa Mylius di Varese con l’imprenditore Achille Cattaneo (a destra)

Gina Lollobrigida a Villa Mylius di Varese con l’imprenditore Achille Cattaneo (a destra)

Se n’è andata anche lei, lo scorso 16 gennaio.

L’affascinante Bersagliera del film ‘Pane, amore e fantasia’, nata a Subiaco nel 1927, di cui s’erano innamorati i ragazzi degli anni Trenta, aveva vissuto anche nella nostra Varese momenti belli. Amante dell’arte, che ha segnato sempre la sua strada, studiò pittura e scultura all’Accademia, e vantava una splendida voce di mezzosoprano, sfoggiata in alcune opere teatrali e cinematografiche. Assurta al ruolo di diva della Hollywood romana, Cinecittà, incrociò la sua vita con quella di altissimi personaggi d’anni che dorati parevano davvero, considerati i patimenti della guerra e le prospettive di crescita e sviluppo di un Paese desideroso di rifarsi la faccia, dopo tanta rovina. A Hollywood fu apprezzatissima e ammirata da registi e colleghi. Negli anni di minor impegno cinematografico si dedicò di nuovo, e con successo, a pittura e fotografia.

Resta poi nota la ‘rivalità’ della Gina nazionale con l’altra, bellissima diva italiana, Sophia Loren, anche lei arrivata a Hollywood dopo gli inizi sulle passerelle di miss Italia.

Una rivalità combattuta, per finta e per davvero, a colpi di avvenenza e bravura, di eleganza e di…curve. Persino di taglie di seno, un ‘argomento’ indiscutibile per entrambe ma anche per le rispettive, accese ‘tifoserie’. Nei mercati rionali d’Italia, compreso il nostro di Piazza della Repubblica, non era raro sentir vantare a voce spiegata dai venditori un indumento furoreggiante, il reggipetto (allora lo chiamavano così) con “il balconcino alla Lollo” (ma l’idea arrivava dalla Francia), in gran combutta con quello della Loren. Si direbbe oggi un must delle signorine di allora che avevano già l’età per indossarlo, indumento intimo invece inarrivabile per chi ancora non era cresciuta abbastanza. S’accompagnava alle ampie sottogonne -ritornate ultimamente di moda- che, solo a sfiorarle con le mani, si gonfiavano come vele, e facevano l’effetto Rossella O’Hara in Via col vento.

Per chi conosce un po’ della storia locale di quegli anni, o ha almeno sfogliato qualche ‘Calandari d’ ra Famiglia Bosina’, non è difficile il ricordo di una Lollo In visita a Varese.

Il fior fiore del bel mondo dell’arte e del cinema frequentava la città grazie a iniziative dovute a presenze importanti del mondo dell’industria e della cultura che usavano le loro fortune economiche e le indubbie competenze a favore di tutti, dando fama e motivo di merito a Varese. Achille Cattaneo, proprietario del giornale locale La Prealpina, ospitava nella sua scenografica villa, già residenza Milyus, le divine del tempo: tra le tante Renata Tebaldi, Silvana Pampanini, Giulietta Masina e la stessa Lollobrigida. Che fu premiata nel 1964 al Festival del Cinema, un’iniziativa culturale e turistica varesina promossa da Manlio Raffo, direttore dell’ente provinciale per il turismo, ideatore anche del festival Le noci d’oro.

Una foto, tra le altre, ritrae la bella Gina, assieme ad Achille Cattaneo, strizzata in un abitino quadrettato, castigato, con il colletto bianco di piquet, che ne esalta in pieno la bellezza e la giovinezza, C’è da pensare che la Varese, lontana dai fasti della Capitale, mettesse a proprio agio le celebrità, ispirando pensieri sereni e riposanti giornate tra i monti o in riva al lago. Suggerendo anche mises più sobrie e meno provocanti di quelle imposte dai registi.

Sarebbe venuta qui in anni successivi anche un’altra celebrità, questa volta un medico ‘rubacuori’, il più famoso e applaudito tra i cardiochirurghi, non solo per meriti professionali legati ai suoi primi trapianti di cuore. Era Chris Barnard, volato da Città del Capo per visitare la piccola Giovanna Bon, di Induno Olona, gravemente malata, che avrebbe poi operato e curato con attenzione.

Voglioso di celebrità e successi, era affiancato da un’affascinante e giovanissima neo-moglie tedesca, sua seconda sposa, che gli darà due figli ma lo mollerà poi, stufa del suo narcisismo e delle cotte facili. Sarà lui stesso a raccontare negli anni di una romantica storia con la Lollo. Datata al 1968.

Chissà se la fatina azzurra di Comencini, che di Chris si era proprio innamorata, si sarà a sua volta ricordata di quelle giornate leggere di vento, di quell’abito a quadrettini, e del paesino arroccato sulla montagna, dal nome strano e aspro, Arcumeggia, dove i pittori celebri andavano ad affrescare le case. E le dive a cercare serenità.

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