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Politica

MEMORANDUM SANITARIO

GUIDO BONOLDI - 03/02/2023

varese-in-salute

Il sindaco Galimberti con alcuni componenti del comitato Varese in Salute

A Palazzo Estense sono state presentate le proposte per nuovi servizi sanitari per la città elaborati dal Comitato Varese in Salute in vista delle elezioni regionali del 12-13 febbraio, da sottoporre all’attenzione di quattro candidati alla presidenza della Lombardia.

Le proposte riguardano la realizzazione di un ospedale di comunità a Varese, di una casa di comunità “diffusa” che metta in rete gli ambulatori dei medici di medicina generale con la erigenda casa di comunità di via Monte Rosa, la costituzione di un centro anti-fumo in città e l’integrazione dell’attività svolta dall’Ambulatorio Sanità di Frontiera per immigrati e persone disagiate all’interno della casa di comunità (vedi documento completo).

Ora vorrei continuare il dialogo con i lettori di RMFonline, riprendendo un filone di pensiero che sta sotto le nostre proposte e le motivazioni. Nell’introduzione al documento abbiamo scritto che “il metodo che solo permette di migliorare e sviluppare un sistema così complesso ed articolato come quello sanitario è la conoscenza, la valorizzazione e l’integrazione di tutte le risorse già esistenti”. Ora uno dei difetti che il nostro sistema sanitario presenta è la frattura tra assistenza ospedaliera ed assistenza territoriale e più in particolare tra medici ospedalieri e medici di assistenza primaria (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta).

I nuovi servizi finanziati dal PNRR (ospedali di comunità e case di comunità) dovrebbero contribuire a colmare questa frattura, ma perché ciò avvenga è necessario che tali servizi rappresentino una novità dal punto di vista organizzativo basata sulla collaborazione tra medici ospedalieri e medici di assistenza primaria, con il contributo decisivo degli infermieri di famiglia e comunità.

Gli ospedali di comunità dovrebbero rappresentare servizi sanitari di ricovero destinati a pazienti provenienti dal domicilio, che necessitano di assistenza a media-bassa intensità per degenze di breve durata ed essere caratterizzati da due novità per quanto riguarda il loro funzionamento: la responsabilità organizzativo -assistenziale affidata ad infermieri e la partecipazione dei medici di medicina generale.

Facciamo un esempio: il medico di medicina generale va a domicilio a visitare un paziente anziano allettato che presenta febbre, dispnea e peggioramento delle condizioni generali, sulla base dell’esame obiettivo è probabile che si tratti di una polmonite, tale paziente necessita di terapia antibiotica ed idratazione per via endovenosa così come di ossigenoterapia; invece che inviare il paziente in PS  il medico si pone in comunicazione con l’ospedale di comunità per un ricovero e continuerà a seguire il paziente anche durante la degenza, che verosimilmente, se la risposta alla terapia sarà buona, potrà durare una settimana.

La casa di comunità rappresenterà per i cittadini un “punto unico di accesso” per problemi clinico-assistenziali ed anche sociali, un punto cioè in cui il cittadino potrà trovare risposte integrate per problemi complessi, senza dover rivolgersi a più servizi. Ma non possiamo pensare che gli utenti del distretto (Varese, Malnate, Lozza, Casciago, Luvinate, Barasso, Comerio, Brinzio) dovranno recarsi tutti in Via Monte Rosa. La nostra proposta di una casa di comunità diffusa che metta in rete gli ambulatori dei medici di assistenza primaria con la sede di via Monte Rosa ha la finalità di fornire alcuni servizi offerti dalla casa di comunità hub ai pazienti che accedono agli ambulatori del loro medico; tale connessione dovrà avvenire attraverso sistemi informatici, linee telefoniche dedicate, rapporto tra infermieri di famiglia e comunità presenti sia nella casa di comunità hub che nei terminali di quella spoke diffusa.

Per migliorare il nostro sistema sanitario è quindi necessario elaborare soluzioni basate sulla integrazione e sulla condivisione tra attori che operano in punti diversi della rete e pensiamo che Varese abbia tutte le risorse per diventare un laboratorio per la realizzazione di nuovi servizi; come comitato Varese in Salute desideriamo dare il nostro contributo collaborando con chi ha la responsabilità di ASST e del distretto di Varese, ai quali va la nostra piena fiducia.

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