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Economia

LA CRISI CHE NON C’È

GIANFRANCO FABI - 17/02/2023

confindustriaNegli ultimi mesi dello scorso anno le prospettive economiche largamente condivise parlavano di crisi, di recessione, di piccola o grande frenata. Una prima smentita è venuta dai dati consuntivi del 2022 che si è chiuso con una crescita vicina al 3%, più di Francia e Germania e della stessa Cina. Una crescita trainata da tre grandi elementi: 1) le esportazioni che sono riuscite rapidamente a compensare le perdite causate dalle sanzioni verso la Russia; 2) il turismo che ha visto un’estate da tutto esaurito con una forte ripresa degli arrivi dall’estero, sia dall’Europa che dagli Stati Uniti; 3) la crescita, dopo anni di stagnazione, della produttività del settore industriale soprattutto grazie ad un convinto inserimento delle tecnologie digitali.

Non bisogna dimenticare che lo scenario economico dello scorso anno era caratterizzato anche dalla fiducia generata dal Governo di Mario Draghi con la sua capacità di rafforzare l’immagine e la reputazione dell’Italia sui mercati internazionali.

L’avvio del 2023 si è aperto con segnali tutt’altro che negativi pur confermando le difficoltà sul fronte internazionale soprattutto per la necessità di contrastare la pericolosità dell’inflazione e per le incertezze per la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Certo, non sarà facile mantenere i ritmi di crescita degli ultimi anni, ma molto probabilmente non ci sarà una vera e propria (e temuta) recessione, sia il per il sistema Italia, sia per la realtà varesina.

I risultati della prima indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Confindustria Varese (il nuovo nome dell’Unione degli industriali) hanno messo in rilievo per il quarto trimestre 2022 un andamento congiunturale dell’industria varesina migliore del previsto, pur con andamenti differenziati nei diversi settori produttivi. Sono risultate infatti in netta maggioranza le imprese che hanno dichiarato livelli di produzione in aumento rispetto al trimestre precedente (il 53,4%); quasi un terzo (il 27,5%) ha segnato una stabilità e solo il 19,1% una riduzione.

Segnali positivi sono arrivati anche dalle statistiche sui risparmi. Come ha sottolineato una nota della Camera di commercio “il sistema socioeconomico varesino conferma una caratteristica che gli è propria ormai da tempo, quella di accumulare risparmio. A settembre 2022 i depositi bancari si sono attestati a quota 26 miliardi e 783 milioni di euro. Un incremento del 2,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente”.

Una disponibilità – ha osservato il neo presidente Mauro Vitiello – “sulla quale invito a una riflessione: sono risorse significative che, se messe a frutto in modo corretto e perspicace, potrebbero accrescere ulteriormente la nostra competitività. Ne abbiamo bisogno anche per offrire opportunità di crescita ai nostri giovani in settori innovativi, sapendoli attrarre in modo adeguato”.

Segnali positivi quindi dall’industria e dal settore creditizio, segnali che possono consolidarsi se si confermerà il ritorno a quote più realistiche i prezzi dell’energia e se non arriveranno nuovi elementi negativi sul fronte geo-politico (o sanitario).

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