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Attualità

GALANTUOMO

ROBERTO MOLINARI - 31/03/2023

montiHo conosciuto Angelo Monti nei primi anni ’80, quando – con altri amici – ho incominciato a frequentare le stanze della Democrazia Cristiana.

Già allora era un “personaggio” della Varese cattolica e non solo. Uomo di cultura classica, amava, nei suoi interventi, inserire con facilità una citazione latina, i versi di Dante o un richiamo al Grande Lombardo, quel Manzoni che amava tanto.

Tutto ciò incuriosiva a noi giovani, e nello stesso tempo ci interrogava su chi fosse questo personaggio. La risposta era sempre la stessa: Monti l’animatore dei Monelli della Motta, l’ex oratoriano di San Vittore, il consigliere comunale, il vice segretario della Camera di Commercio, l’animatore delle tradizioni varesine e così via. Ma, soprattutto, si diceva che Angelo Monti fosse un uomo di specchiata moralità.

Ho avuto un’amicizia profonda con lui.

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Al funerale di Angelo Monti

Lo ricordo nel momento peggiore per la DC e per il nostro essere cattolici impegnati. Era il 1992, in piena Tangentopoli. Accettò di fare il sindaco con spirito di servizio, lui che aveva tutto da perdere, e lo fece perché credeva nella sua Varese e nel valore della politica. Portò al governo della città anche il PDS, erede della tradizione comunista, con vice sindaco Daniele Marantelli, sperando di aprire una nuova stagione. Purtroppo il tentativo fallì dopo solo 13 giorni e di quell’avventura Monti si dorrà sempre negli anni successivi, non perché durò poco, o per ambizione personale, ma perché la sentiva come una occasione persa che avrebbe potuto cambiare gli eventi.

Ma ricordo Angelo anche nelle settimane dopo le sue dimissioni, quando in molti non si facevano più vedere nelle stanze di via Carrobbio, sede della DC, compresi i “questuanti” che fino a qualche tempo prima affollavano gli uffici in cerca di incarichi o raccomandazioni. Lui c’era, non scomparve e rimase, con un manipolo di giovani, a fare il segretario cittadino e a tenere alta la bandiera dello scudo crociato.

Negli ultimi anni ho sempre sollecitato Monti a scrivere delle memorie. Una sera, nel 2019, per ricordare i cent’anni dell’appello “ai liberi e forti” sono riuscito a fargli raccontare in una riunione della “Fondazione dei Popolari Varesini” le vicende che riguardarono suo padre. Che fu tra i primi promotori in provincia di Varese della CIL, il primo sindacato cattolico e fu anche tra i fondatori del partito popolare di don Luigi Sturzo.

Raccontò come questo impegno portò il padre a lasciare il lavoro per impegnarsi a tempo pieno nell’opera di proselitismo sindacale e di come questo avvenne sulla spinta dell’allora Prevosto di Varese. Rievocò gli scontri con i socialisti e i pestaggi ad opera dei fascisti, le processioni religiose che venivano messe in pericolo e quanto gli scioperi e le riunioni dei “popolari” fossero un rischio fisico per chi vi partecipava. E di quando suo padre, già su una sedia a rotelle, volle andare al comizio di De Gasperi in piazza Monte Grappa nel 1948.

20230330_114526Angelo Monti è stato un uomo al servizio della città, di una generosità estrema e, spesse volte, nascosta. Un uomo umile. Un fulgido esempio, e lo scrivo senza retorica, di una fede incarnata nell’azione e nell’amore per la città.

Il cattolicesimo popolare di Angelo Monti non è mai stato quello di un intellettuale avulso dalla realtà o fatto di tanta teoria, ma è stato quello di una persona che ha vissuto la dottrina sociale della Chiesa facendosi umile servitore nei percorsi della ricostruzione post bellica.

È stato un testimone della migliore tradizione del cattolicesimo varesino e, pur avendo una fortissima e profonda fede, non l’ho mai sentito né visto avere atteggiamenti clericali. Era un “guelfo bianco” e forse per questo – e lo scrivo con grande affetto e gratitudine sapendo bene di non rivelare nessun segreto – nelle ultime elezioni amministrative è stato uno dei miei più sinceri e impegnati sostenitori, così come lo è stato per il sindaco Galimberti e per la nostra amministrazione.

Grazie Angelo per l’amicizia che mi hai dimostrato in tutti questi anni e grazie per il bene che hai voluto alla nostra Varese.

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