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Apologie Paradossali

OBIETTIVO: UNA CITTÀ MEDIA

COSTANTE PORTATADINO - 07/04/2023

varese1Chiedo venia ai gentili lettori/lettrici se non mantengo l’impegno di continuare il tema della “maternità surrogata”. Mi sembra più urgente condividere alcune scarne ed iniziali riflessioni sulla procedura di revisione del Piano di governo del Territorio della città di Varese (PGT), nella sua fase pre-istituzionale.

Prendo sul serio l’affermazione dell’assessore Civati: “I tempi dunque sono maturi per decidere tutti insieme la visione della Varese che vogliamo nei prossimi anni. Lo faremo aiutati da tecnici e professionisti ma i cittadini saranno i veri protagonisti di questo percorso”. Pur non essendo residente da anni nell’ambito comunale sono fortemente interessato per almeno due motivi, il primo affettivo, sono rimasto legato alla città in cui sono nato e cresciuto e dalla quale ho ricevuto il mandato di rappresentanza politica in Consiglio comunale e in Parlamento; il secondo funzionale, perché, abitando a Comerio, mi sono reso conto di quanto l’assetto territoriale di Varese sia determinante anche per un’area vasta di comuni circostanti. La ristrettezza dello spazio concesso a questo articolo non mi consente di documentare le proposte, mi limito ad indicare le priorità.

La principale è la necessità di definirsi, nel prossimo decennio come una “media città” della Lombardia, con una propria autonomia e non come un quartiere, sia pure privilegiato, della Grande Milano. Ciò vuol dire, senza pensare a improbabili e indesiderate unioni di comuni, considerare come imprescindibile la creazione di una vasta area, delimitata, grosso modo, dal Campo dei fiori e dai laghi di Varese e Ceresio, di funzioni comuni. Sono già esigenze comuni di questa area la mobilità ferroviaria e quella automobilistica, la collocazione degli istituti scolastici e di formazione professionale, questi ultimi sottodimensionati rispetto alle esigenze, la tutela ambientale, la collocazione delle zone di sviluppo industriale, per lo più esterne al territorio comunale. Fondamentale è evitare che gli unici attrattori di sviluppo industriale e terziario siano Milano, l’Alto Milanese con l’area di Malpensa e il Canton Ticino, riducendo Varese a gradevole dormitorio.

Due esigenze basiche rimangono da soddisfare, ben al di là dei parziali tentativi passati e attuali: l’unificazione delle stazioni ferroviarie in contemporanea con il raddoppio delle tratte verso Induno, Malnate e Laveno e il completamento della circonvallazione stradale sud con il prolungamento dell’attuale asse Viale Europa-viale Chiara. Il traffico delle ore di punta, mattutino e tardo pomeridiano, non solo costituisce una perdita di tempo e quindi un deterrente alla scelta di Varese come residenza o meta commerciale, ma sfigura l’idea ‘storica’ di “Città Giardino”.

Il secondo tema, pari per importanza, condizionato dalla soluzione del primo. È la rivalorizzazione delle ‘periferie’, che storicamente non sono tali, essendo nate come ‘castellanze’, luoghi che fino a qualche decennio fa avevano una dignitosa struttura di vita sociale autonoma dal centro. La loro ‘ricucitura’, per usare il termine caro a Renzo Piano, non richiederebbe grandissimi interventi strutturali, quanto piuttosto di miglioramento della rete dei trasporti pubblici cittadini da estendersi, come tale e non più come suburbana, anche ai comuni viciniori.

Terzo argomento. Gli attrattori turistici, lago e Sacro Monte, Campo dei fiori. Lasciando da parte la controversa ipotesi d’integrare il percorso con cappelle dedicate ai cinque ‘nuovi’ misteri della luce, sarebbe utile considerare anche qui l’intera area come un unico comprensorio, dedicato, al riposo, allo svago, alla meditazione. Il PGT dovrebbe trovare soluzioni per migliorare l’accessibilità con mezzi non inquinanti, collocando gli inevitabili parcheggi in luoghi opportuni e favorendo al Sacro Monte quella residenzialità stabile, senza la quale anche le strutture turistiche non possono svilupparsi. Una soluzione funiviaria integrata con le funicolari e con una stazione delle Ferrovie Nord sarebbe interessante.

Naturalmente stiamo parlando di progetti da mettere in cantiere (non mi illudo di realizzarli) nei prossimi dieci anni; parlarne adesso, entro il mese di aprile come stabilito dal Comune, è però necessario per non perdere sempre il treno, anzi facendolo arrivare finalmente in orario.

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