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Apologie Paradossali

TUTTO, SUBITO

COSTANTE PORTATADINO - 28/04/2023

mattarella(O) Affrontare il tema del 25 aprile è doveroso, anche se sembra, persino a me, molto, molto difficile evitare la divisione preconcetta.

(C) Provo a prenderla da lontano: per essere d’accordo sull’antifascismo bisognerebbe essere d’accordo sulla natura essenziale del fascismo, cosa che manca sul piano storico-filosofico. Per il marxismo-leninismo, prima della seconda guerra mondiale, il fascismo è soltanto uno strumento del capitalismo per rispondere alla minaccia della socializzazione dei mezzi di produzione e rimane un nemico secondario fino all’attacco nazista all’Urss. Si può sostenere con certezza che l’Urss sarebbe venuta in soccorso delle democrazie europee, in nome dell’antifascismo, se non fosse stata attaccata (a tradimento!) dalla Germania? L’antifascismo italiano è stato prima più ideale che popolare, minoritario e per lungo tempo praticamente unico al mondo, almeno fino alla guerra civile spagnola; diventò coscienza e movimento di popolo solo dopo l’armistizio e l’occupazione nazista.

(O) È normale, persino logico, che sia andata così; solo i grandi eventi riescono a svegliare la coscienza delle nazioni. Furono i grandi sacrifici, quelli dei partigiani che si trovarono a lottare con mezzi infinitamente inferiori a destare una speranza molto maggiore della cacciata del nemico e del ristabilimento della condizione di vita precedente. Oggi la possiamo giudicare un’utopia, ma dobbiamo considerare molto umano il desiderio di creare una società molto migliore della precedente, una rivoluzione. Quella parte di Resistenza che non si voleva accontentare della restaurazione della democrazia formale ha nutrito fin d’allora la tensione per una trasformazione radicale della società e delle istituzioni italiane in senso socialista. Dal ’68 ad oggi c’è una parte della sinistra che continua a parlare di Resistenza tradita e non si accontenta dei lentissimi progressi dei diritti civili e della staticità dell’economia sociale. Non è strano che imputi questo ritardo alla presenza di un residuo di fascismo nei partiti del centro-destra.

(C) Questo è il punto critico. Tutto quello che non corrisponde ad una certa utopia politica è premessa o sintomo di fascismo. Posso perdonare a giornalisti e romanzieri, ad autori di serie televisive e a registi l’indulgenza per il sogno utopistico di una società o di uno Stato perfetto. Capisco la ritrosia a teorizzare o solo ad immaginare condizioni di vita imperfette. Ma non l’accetto nei politici operanti all’interno di un sistema democratico. VOGLIAMO TUTTO E SUBITO non è un programma e nemmeno uno slogan accettabile, che lo si usi da sinistra per la società perfetta o da destra per lo Stato assoluto. Di primo acchito perché irrealistico, più profondamente perché negazione del primato della persona e della sua libertà.

 (S) Ma se sono proprio i politici ad abusarne! Da quello che abolisce la povertà a quello che ferma l’emigrazione. Subito.

(C) Appunto. Con un decreto, senza andare alla causa. Questo non lo posso perdonare, né alla destra, né alla sinistra.

(O) Attenti, le argomentazioni di voi due rischiano di portarvi su un terreno scivoloso, dove tutti hanno torto e tutti rifuggono dalla responsabilità di un giudizio.

(C) Potrebbe essere la tentazione di chi ha ascoltato troppa televisione e letto troppi giornali, ieri e oggi. Chi invece ha partecipato a qualsiasi evento istituzionale (salvo casi estremi a me in questo momento sconosciuti) ha trovato comprensione ed ascolto. Non era scontato, viste le precedenti polemiche, pessimamente innescate anche da personaggi in posizioni istituzionali di rilievo. Un po’ di merito va riconosciuto alla presidente Meloni, per la sua presa di posizione, chiara nel concetto fondamentale, pur espresso in un linguaggio non gradito all’orecchio abituale del popolo di sinistra. Il sigillo è stato messo dal Presidente della Repubblica, come al solito fermo ed equilibrato, col ribadire il nesso inscindibile tra Resistenza e Costituzione, cioè, voglio sottolinearlo, tra storia e diritto. Questi sono i dati di fatto che mi fanno credere che c’è la possibilità di superare questa difficile fase caratterizzata da uno stentato (se non mancato) riconoscimento della piena democraticità del governo Meloni e correlativamente che il governo possa accogliere significativi contributi dalle opposizioni, ripristinando quella centralità del Parlamento, vero interprete della Costituzione e attuatore della volontà dei cittadini, la cui mancanza, ormai da troppi anni, ha contribuito non poco a creare quella frattura tra cittadini e istituzioni politiche, sempre clamorosamente ribadita dall’assenteismo elettorale, che è la più consistente minaccia alla democrazia.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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