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Apologie Paradossali

TREGUA

COSTANTE PORTATADINO - 12/05/2023

Putin alla parata del 9 maggio a Mosca

Putin alla parata del 9 maggio a Mosca

(C) 9 maggio, data storica, da cerchiare su tutti i calendari.

(S) Per la seconda volta tradisce Putin, che nell’anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica avrebbe voluto celebrare il trionfo sull’Ucraina denazificata e invece…

(O) Teniamoci il nostro 25 aprile, ma il 9 maggio è anche la Festa dell’Europa. Che gli studenti della Scuola europea hanno sempre chiamato “san Schuman”, per la gradita vacanza che assicurava loro. Ma la data ricorda anche Aldo Moro, ucciso dalla ferocia delle brigate rosse (smettiamola con le maiuscole per costoro!) e con lui tutte le vittime dei terrorismi di ogni colore. Non è una festa di vittoria e di giubilo, ma anche la memoria di un lutto serve, anzi forse anche di più.

(C) Anni fa avevo anche proposto la solennizzazione della Festa Europea con l’istituzione della festa civile anche in Italia, ma era il momento in cui invece le feste infrasettimanali venivano tolte per ridurre i frequenti ‘ponti’ primaverili. La proposta, suggerita dall’amico Edoardo Zin, che non manca mai di celebrarla da queste pagine, non ebbe fortuna. Ma quando finisse la guerra russo-ucraina, la scelta di questa data per una festa pan-europea sarebbe paradossale ma significativa: farebbe veramente pensare alla volontà di mettere fine ad ogni guerra, ad ogni violenza.

(S) Sorpassi Onirio nella dimensione del sogno.

(C) Anche questa guerra finirà, non possiamo dubitarne. Lo dico non per un eccesso di speranza, ma perché già vediamo che la pace è un affare, sì proprio un businness, come dicono i capitalisti, molto più grande della guerra. Ed è l’unica speranza per l’Europa di ritrovare centralità economica, culturale e politica. Mi rendo conto che non ci sarà una soluzione facile, automatica, che deve accadere qualcosa d’inaspettato, d’imprevedibile. Ma fu così anche nel caso Moro. La logica politica stava portando verso la trattativa e il rilascio di Moro, con conseguenze imprevedibili. La sua uccisione fu la vera sconfitta delle brigate rosse, la loro riduzione da ipotetica Forza Rivoluzionaria (con le maiuscole) a banda di delinquenti e la definitiva evacuazione di ogni pur remota speranza rivoluzionaria.

(O) Anch’io credo che basterebbe una tregua, le parti non avrebbero il coraggio di ricominciare. E pensando a Schuman e alla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) mi sforzo d’immaginare una comunità mondiale del Grano, del Granoturco, del Girasole e dei Fertilizzanti, tutto ciò che la guerra sta facendo mancare al mondo, specialmente alla parte più povera.

(C) Bisogna avere il coraggio d’iniziative inusuali. Al tempo del delitto Moro i servizi segreti cecoslovacchi e la stessa ambasciata in Italia erano stati indicati come possibili ‘aiutanti’ dei terroristi. Non molto tempo dopo alcuni deputati riuscirono a stabilire un contatto con il Parlamento cecoslovacco e si iniziò una serie di confronti che nel corso degli anni migliorarono molto i rapporti tra i due Paesi. Fatte le debite proporzioni, occorre che qualcuno dall’occidente vada in Russia, qualcuno di molto autorevole, qualcuno che non abbia paura di rischiare la faccia, qualcuno che almeno ci provi.

(O) Io penso debba essere un Europeo. Questa è una faccenda nostra, della nostra civiltà, cultura e religione. Certo, ci sono ferite aperte e cicatrici che hanno mille anni, ma ci sono anche Dostojevski, Tolstoi e Pasternak e mille altri. Guardare alla possibilità di un cambiamento significa ricapitolare mille anni di storia contro dieci, forse quindici di liti, che al massimo definisco provinciali, frizioni marginali alla periferia di un impero multietnico, vessato da tensioni millenarie e ricompattato dal fascino del potere imperiale.

(S) Torniamo un attimo in casa nostra, questo 9 maggio ci ha portato un primo confronto tra Meloni e l’opposizione sul tema del presidenzialismo. Anche qui un sogno o una svolta sperabile?

(C) Solo una battuta paradossale, la strana conversione verso il premierato forse, ripeto forse, aiuterebbe non solo la stabilità dell’esecutivo, ma pure la dignità del Parlamento, che per me è la cosa che più manca da molti anni.

(C) Costante (S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti

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