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Editoriale

REPUBLICANS

MASSIMO LODI - 16/06/2023

berlusconi-meloni

Sarà Meloni l’erede di Berlusconi?

La svolta conservatrice di Giorgia Meloni, iniziata da tempo e a luci basse con rari/pubblici lampi sfuggiti al controllo, riceverà forte impulso dal disordine circolante in Forza Italia dopo la scomparsa di Berlusconi. Un monarca, un uomo-partito, un ineguagliabile. Non ha lasciato delfini, e invece un’eredità politica contesa. Certo, non più il patrimonio di voti d’alcuni anni fa, però un ragguardevole tot di moderazione, equilibrio, centrismo. Roba che fa gola a tanti. Ma ci vuole un leader capace di raccogliere di più e meglio degli altri, usando un cicino, almeno un cicino, di carisma appartenuto al de cuius.

Sparito il Pd riformista, sembrando privi gli Azzurri d’un epigono purchessia di re Silvio, la partita si gioca fra destra e destra. Ovvero Meloni-Salvini. La premier si è portata avanti col lavoro, intrecciando a livello europeo rapporti utili a favorire nel 2024 -anno elettorale che rifarà il Parlamento di Strasburgo- un’intesa Popolari/Conservatori. Benvenuti i Liberali se ci staranno. E magari anche i residuali Socialisti, qualora l’eventuale ridimensionamento nelle urne e un cambio di guida dovesse indurli ad aggregarsi alla nuova maggioranza. Di parte nelle intenzioni dei promotori, trasversale nel caso di necessità.

Giorgia studia da tempo il piano, e se ha evitato il burn-out da superlavoro, si deve al rispetto nei confronti di Berlusconi, anima italiana del Ppe. Ora che l’ex e pluri presidente del Consiglio ha lasciato le cronache per la storia, il rispetto continua, accanto alla pratica della lezione proprio da lui impartita: alleanze larghe, inclusività, saldezza attorno ai valori tradizionali. Un orizzonte chiaro alla trascinatrice/icona di Fratelli d’Italia, di giorno in giorno prodiga nell’annacquare il radicalismo di cui s’è giovata per conquistare il potere.

Il disegno europeo collima con quello italiano. Mentre Salvini indugia, qui e là, in insistite derive sovraniste o pseudo-tali, la Meloni concede alla propaganda sporadiche escursioni verbali, adoperandosi sotto traccia alla finalità opposta: radunare attorno a sé il popolo buonsensista del destra-centro, convincendolo a quest’approdo a causa dell’inconsistenza delle alternative. Va dunque profilandosi il tentativo di creare una sorta di Partito repubblicano di massa, giusto l’idea che fu di Silvio, talvolta esportata nel mondo durante gl’incontri coi Grandi del pianeta. Italians, Republicans. Permeata, l’idea, da un liberalismo ignoto alla Meloni delle origini, e che però neppure il fondatore di Forza Italia riuscì a trasmettere alle sue file, ai suoi fans, al suo blocco sociale. Lei ha il tempo di provarci, scordata l’affezione statalista dei post-missini. Lo spirito manovriero non sembra difettarle.

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