Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Editoriale

AMNESIA

MASSIMO LODI - 23/06/2023

????????????????????????Quando si dice: ecco il contrario della gratitudine. Del realismo. Dell’opportunità. Della presenza d’un certo quid storico/politico. La nuova segretaria del Pd, nel fuoco delle polemiche per l’abbraccio con Conte sul palco pentastellato di Roma, non se la prende coram populo coi detrattori interni. S’invespa con un esterno. L’esterno è Renzi, critico verso la mossa cui torme di Democratici han lanciato strali. Cosa ha detto d’orribile il presunto reo? Che quel gesto mostra subalternità al leader dell’M5S. Un’osservazione oggettiva: dall’embrassons nous ha guadagnato lui Conte, non lei Schlein. Perché (origliata alla tribuna autorevole del bar) se lui riceve visita da lei, quale motivo induce a votare lei anziché lui, quando verrà il momento? Ovvero alle europee 2024.

Replica la Schlein all’affronto (?): il subalterno è Renzi, che invitò Berlusconi al Nazareno. Ma dai. Ma davvero. Ma da che pulpito. Dunque. Primo: Schlein deve al Renzi segretario la nomina a parlamentare europea nel 2014. Secondo: mai ella (Elly) mosse rilievi al capo Pd che intavolò un dialogo sulle riforme costituzionali col Sire del centrodestra. Terzo: neppure si segnalò per una qualsiasi significatività durante il percorso di revisione della Carta e della contemporanea legge elettorale maggioritaria. Quarto: chiede oggi unità di partito pur emarginandone una gran parte nelle decisioni, ma non la chiese allora, quando una decisiva parte condusse la campagna referendaria in spregio al progetto del leader-presidente del Consiglio.

Elly (ella) dimentica che Renzi mostrò un coraggio/una temerarietà insoliti. Pur avendo siglato quel patto con Berlusconi, non esitò a negare all’interlocutore la nomina di Amato alla presidenza della Repubblica. Gli preferiva Mattarella, e Mattarella fece insediare (deo gratias) al Quirinale. Pagandone un prezzo carissimo, ovvero il no del Cavaliere al referendum dopo che le Camere avevano espresso un sì. Prezzo che carissimo non si sarebbe rivelato qualora i vari D’Alema, Bersani e “ditta” ostile non avessero boicottato l’indicazione di Palazzo Chigi agl’italiani. Il Pd uccise sé stesso per il gusto d’alcuni del Pd di far fuori il numero uno del Pd.

E dunque se c’è tizio non imputabile di subalternità, questi si chiama Renzi. Cui sono ascrivibili sfondoni vari, ma cui è riconoscibile la virtù della coerenza in una visione d’interesse nazionale, quale fu l’idea di rimuovere le incrostazioni istituzionali ostative al progresso del Paese. Che ne difetti la memoria d’un esercito d’avversari/nemici dell’ex premier, ci sta. Che lo denunzi la reminiscenza della neo-guida dei Democratici, è triste. Semplicemente, mediocremente, riassuntivamente triste. Dall’egemonia all’amnesia, com’è cambiata l’aria che tira nella casa della sinistra.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login