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Apologie Paradossali

MONDO ROVESCIATO

COSTANTE PORTATADINO - 20/07/2023

caldo(S) È colpa della migrazione dall’Africa …

(O) La solita sciocchezza conformista-sovranista.

(S) Ma lasciami finire! Sarai tu quello dei pregiudizi. Volevo dire: è colpa della migrazione verso nord dell’anticiclone Africano, comunque lo si voglia denominare, con i nomi più infernali che la scarsa cultura classica dei meteorologi riesce ad immaginare, se fa tut‘sto caldo. Mi si scioglie il vocabol’, mi finisce nel lessico.

(O) Ah, aahaah, triplo ah. Il fatto è che tutta la cultura sovranista e colonialistica che cuoce l’Europa da secoli non ci lascia la mente sufficientemente fredda per capire quanto i veri interessi dell’Europa, dell’Italia in particolare, siano legati all’Africa. Credo non siano nemmeno più di moda la casetta a Malindi o i viaggi di nozze a Zanzibar. Siamo così poco consapevoli delle caratteristiche, economiche, culturali e sanitarie della nostre grande vicina che se a un povero africano in vacanza in Italia (capita, in questo mondo rovesciato) succede di avere una recidiva di malaria, devono mettersi insieme tre ospedali per reperire le dosi necessarie per la cura. Ma non ne faccio un problema, è solo lo spunto per ricordare che poche settimane fa era la ricorrenza del sessantesimo dell’Unione Africana e l’ho vista adeguatamente celebrata dal solo “Avvenire”, grazie all’avere qualche missionario tra i suoi redattori.

(C) Ho notato la citazione dal discorso di Nkrumah che durante la conferenza inaugurale del 1963 ad Addis Abeba dichiarò che «nessuno Stato africano indipendente oggi da solo ha la possibilità di seguire un corso indipendente di sviluppo economico.» Nel mondo rovesciato di oggi, occorre affermare che nessuno Stato europeo ha la possibilità di influire minimamente sulla politica o l’economia di qualsiasi Stato africano di pur modeste dimensioni.

(O) Occorre chiarire: in parte per la consolidata prevalente influenza di altre potenze (USA, Russia, Cina, Arabia e Paesi del Golfo, India, Turchia) ma soprattutto perché non capiamo la reale portata dei fattori culturali. Nel mondo rovesciato, l’Africa assorbe più facilmente dall’Occidente i fattori che meno le servono, dai consumi al telefonino, piuttosto che i metodi di ricerca scientifica, di organizzazione del lavoro e dell’economia che lo hanno fatto (una volta) ricco e potente. Il timore di Nkrumah non solo rimane valido, ma vale anche per gli interlocutori esterni.

(S) Per tutti. Anche per Cina e Russia, che invece approfittano della nomea di anti-colonialisti, utilizzano gli uni i mercenari della Wagner, gli altri l’accaparramento delle materie prime e della terra e la vendita di prodotti di consumo di bassa qualità a bassissimo prezzo per mettere radici di un neocolonialismo apparentemente più dolce ma altrettanto nocivo per la cultura e le istituzioni politiche africane. Ricordo, per esempio, la triste storia di un imprenditore di un Paese del Sahel (l’ho appresa dalla rivista “Internazionale”) che aveva creato una filiera dei tessuti tradizionali di cotone – sapete, quelli tutti colorati che fanno apparire eleganti perfino i loro camicioni – ebbene costui e con lui migliaia di lavoratori, sono stati rovinati dall’importazione di prodotti cinesi sintetici, similari nei colori ma troppo concorrenziali nel prezzo.

(C) Ma il difetto peggiore è che i rapporti politici vecchi e nuovi non creano sviluppi educativi, non un uomo nuovo ma sempre africano, ma entrano nel gioco dei contrasti etnici e tribali, al solo scopo di far prevalere l’amico ideologico, diventato nel frattempo anche socio d’affari, ovviamente minoritario. In questo non fanno meglio del vecchio colonialismo. Fanno meglio (o forse peggio) gli islamici, non i “cani sciolti” del jihadismo, contrastati con la forza dai vari regimi dittatoriali del Mediterraneo e del Sahel, piuttosto proprio il clero e i fedeli stessi, che con un’opera di penetrazione assidua plasmano un uomo non so quanto nuovo, certo non più “africano”, in cui l’ingenua fantasia e le ancestrali istintività sono incanalate nell’integralismo coranico. Il risultato e una mentalità sempre più impermeabile a valori di libertà, di democrazia e di responsabile sviluppo economico. Il contrasto potenziale con l’Europa e l’Occidente diventa sempre più attuale, fino a materializzarsi nel ribellismo delle banlieu francesi. Un inizio di mondo rovesciato, incompreso, sconosciuto più della malaria, nel cuore dell’Europa. Un pericolo ben più sottovalutato rispetto al cambiamento climatico.

(S) Non ho la forza di risponder’, mi sto scioglien’ dal cald’ dell’anticiclo’ infernal’ african’.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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