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Apologie Paradossali

PIANO B

COSTANTE PORTATADINO - 08/09/2023

pianob(S) Spiegatemi che cos’è questo PIANO B, presentato con una certa risonanza al Meeting, e perché partono dal B senza aver provato e nemmeno criticato un eventuale “piano A”.

(O) Semplice: nel piano A stanno tutti i fallimenti dei cattolici in politica dalla fine della prima repubblica, cioè della Democrazia cristiana, ad oggi. Più ancora il fallimento del tentativo di ritrovare nella politica una qualsivoglia forma di unità dei cattolici, nemmeno in un partito, anche solo nella prassi di difesa di valori fondanti, spesso definiti “irrinunciabili”, ora non più, forse nemmeno dalla suprema gerarchia ecclesiale.

(C) direi di cominciare lasciando la parola ai promotori: “Povertà, inflazione, lavoro povero, diseguaglianze, transizione ecologica e digitale. Abbiamo di fronte sfide da far tremare i polsi, e questo vale non solo per l’Italia. Il vero limite del nostro Paese, però, è che non ci rendiamo conto di avere al nostro interno tutte le risorse per farcela. Per affrontare con successo i grandi problemi del nostro tempo, e contribuire a far sì che l’Unione Europea faccia altrettanto, non abbiamo bisogno di un nuovo partito, ma di un nuovo “spartito “.

(O) Spartito significa: non-partito, quindi qualcosa che sta nella società civile prima che in quella politica, qualcosa che già esiste ed opera, che non parte da una collocazione individuata nella politica istituzionale e cerca, attraverso un programma accattivante, di attrarre i consensi del popolo. Al contrario sceglie come metodo di partire dalle realtà sociali già in azione, di portarne alla luce le capacità e i risultati, di validarne i metodi operativi e di farli accettare alle istituzioni. Spartito poi significa anche, letteralmente, una sinfonia che può essere suonata da esecutori diversi, senza che se infici il significato.

(S) Lo “spartito” è sempre esistito, si chiama “dottrina sociale”, incapaci, stonati sono stati semmai i suonatori, da un certo tempo in avanti. E non vedo come possa essere trovato un altro spartito comunque coerente con essa, che componga una sinfonia tanto gradita alle orecchie del popolo, alias elettorato.

(C) Le ragioni che spingono i promotori a questa inversione della sequenza operativa tradizionale sono due: l’incapacità (anche quando lo volesse) della gerarchia ecclesiale di richiamare i cattolici all’unità in politica, non solo ad uno strumento partitico, ma nemmeno ad un valore fondante. Sono troppi gli esempi in merito per doverli citare. Il secondo è la mancanza di un soggetto sociale autorevole per svolgere, a parti invertite, quella funzione che Gramsci chiamava “intellettuale organico”: il partito rispetto alla classe operaia.

(S) I promotori vorrebbero creare una rete di presenze operative nella società e di intellettuali che ne rendano visibile e condivisa l’azione sociale, proponendola come modello alla politica. Non mi sembra un’idea sciocca, anzi assomiglia molto a qualcosa di esistente, per esempio a “Repubblica” e a “L’Espresso” e in generale alla rete di intellettuali e di comunicatori che supportano culturalmente le varie espressioni politiche del centro-sinistra. Qualcuno pensa di poterla scalzare nel costituire il riferimento ideale del centro sinistra? O pensa che sia facile convincere un leader partitico a considerare questo universo di concetti nobilissimi più di un sondaggio che restituisce una frazione di miglioramento a seguito di un twitter tanto feroce quanto azzeccato?

(C) Capisco bene l’obiezione, cui posso dare il credito che deriva dalla storia, seppure ormai lontana: De Gasperi ebbe successo proponendo un progetto politico capace di sostenere un programma sociale. Personalmente, però intendo cercare di andare a fondo della proposta PIANO B, entrando con le poche capacità che mi rimangono, nell’ipotetica rete costitutiva.

 La simpatica rappresentazione grafica in copertina indica però che tutto nasce da una radice di cui non siamo né artefici né proprietari: le parole-chiave che si presentano come i frutti del nuovo albero dipendono da un’origine a sua volta radicata in un terreno che sta a sua volta prima delle componenti della rete attiva della società civile. Forse dovremmo occuparci anche di meglio conoscere la natura di quest’origine.

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