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Apologie Paradossali

ASCOLTIAMO RAVASI

COSTANTE PORTATADINO - 15/09/2023

Il Card. Gianfranco Ravasi

Il Card. Gianfranco Ravasi

(O) Nel difficile rapporto tra Chiesa e cultura si apre uno spiraglio varesino: il premio Chiara alla carriera conferito al cardinale Gianfranco Ravasi. Gli organizzatori hanno chiamato Severgnini a colloquiare col cardinale, stimolandolo, quasi provocandolo, prima ad un confronto con le tematiche e la visione della realtà di Piero Chiara, poi, qui comincia il nostro interesse, sulle grandi emergenze morali odierne, quali i  femminicidi e le gang giovanili.

(S) Questi accostamenti non mi convincono, mi sembrano occasionali, se non strumentali. Riempire di domenica pomeriggio il cinema Sociale di Luino è certamente un buon risultato, che testimonia la felice scelta del Premio, sotto il profilo della comunicazione, ma si è evidenziata la difficoltà di un dialogo vero tra un teologo, per di più biblista ed ebraista, e un giornalista, brillante, ma votato all’attualità.

(O) Invece questo è stato il bello: la distanza tra le due mentalità ha sollecitato l’attenzione del pubblico, “vellicato” per usare l’espressione raffinata con cui Ravasi ha descritto lo stile di Chiara nell’utilizzare letterariamente gli argomenti erotici. Ma Ravasi non è mai stato in difficoltà nel rispondere alle sollecitazioni di Severgnini. Non sulle tematiche scabrose dei romanzi, assolte dal teologo come realistica descrizione dei costumi della piccola società provinciale, meno ancora sui grandi temi sociali, quando anzi è sembrato che Severgnini desiderasse dall’illustre ecclesiastico un conforto e una indicazione di valore sconosciute alle istituzioni e alla cultura laica odierna,

(S) Non nego che Severgnini abbia fatto affiorare una sincera nostalgia per l’educazione ricevuta all’oratorio di Crema e da questa abbia cercato di far proporre a Ravasi le coordinate ideali di una azione di “rammendo” sociale ad opera della Chiesa, ritenendo in grave difficoltà famiglia e scuola come agenti educativi ordinari. Ne ha tuttavia messo allo scoperto la difficoltà ancora maggiore, proprio citando la sorte del seminario della diocesi di Crema, un tempo ricco di vocazioni, oggi chiuso. E Ravasi ha dovuto abbozzare: “La mia classe sacerdotale ha portato all’ordinazione 74 preti, oggi in quella iniziale di preparazione alla teologia sono in 5”. Io ho pensato: “Bravi voi laici, prima fate di tutto per distruggerci, come cultura e reputazione, poi ci chiamate a soccorso!”

(C) Severgnini ha persino riconosciuto che l’unica voce che nel mondo sia ascoltata e considerata anche da parti avverse è quella di Papa Francesco.

(S) Considerata forse, certamente non adempiuta. Anche la considerazione ha tuttavia un prezzo, anche Ravasi ha scelto di parlare molto di Bibbia come narrazione letteraria, ricca di racconti anche “spinti” (non tanto come i libri di Chiara) ma non ha azzardato esporre tesi teologiche, meno ancora parlare di Gesù Cristo.

 (C) Sapevo che saresti arrivato a questo punto; ma io tranquillamente brandirei scudo e spada per un’apologia tripla: del premio Chiara, di Ravasi e di Severgnini. Tutti hanno fatto del loro meglio per accreditarsi reciprocamente come portatori di valori indispensabili alla civiltà contemporanea. Proprio questo riconoscono a Ravasi nella motivazione del premio alla carriera: “Per la sua autorevole e prestigiosa carriera, con molte pubblicazioni, quale biblista, ebraista, esegeta, esperto nel dialogo con le scienze, nella quale ha superato i confini della religione, coniugando rigore filologico e grande capacità comunicativa, riuscendo a diffondere le proprie riflessioni al più eterogeneo e vasto pubblico.”, riuscendo a diffondere le proprie riflessioni al più eterogeneo e vasto pubblico.”

(S) Mhumm?  Che vuol dire “superare i confini della religione”? Che si è occupato d’altro e per questo è meritevole?

(C) Io penso proprio al contrario, perché ha mostrato anche all’ormai vasto pubblico dei non credenti,, affrontando questioni difficili con rigore scientifico e spirito umanistico, che il Cristianesimo non è roba da vecchiette e da creduloni. Che poi, nel nostro piccolo, è quello che cerchiamo di fare tutte le settimane, prendendo spunto e coraggio dai nostri più validi maestri, a imitazione degli antichi apologeti.

(O) Onirio Desti  (S) Sebastiano Conformi   © Costante

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