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Economia

LA VALLE DELL’IDROGENO

SANDRO FRIGERIO - 29/09/2023

Il tavolo del convegno a Volandia

Il tavolo del convegno a Volandia

L’idea è avvincente: fare di Busto-Arsizio – Malpensa, con ricadute sul resto della Provincia, un polo per la filiera dell’idrogeno. I soldi ce li mette in buona, 7,5 milioni su 18,5 totali per quattro anni la Commissione Europea. Avverrà nell’ambito del progetto annunciato lo scorso maggio, delle “Hydrogen Valley”, un tassello delle politiche comunitarie di de-carbonizzazione per raggiungere emissioni nette zero nel 2050.

Il progetto è stato presentato lo sorso 18 settembre in un convegno a Volandia, accanto all’aeroporto di Malpensa: una scelta non casuale perché lì sarà il cuore dei futuri utilizzi dell’idrogeno. Incontro ricco di contenuti, con un folto pubblico di addetti ai lavori e un parterre di relatori che andava dal presidente lombardo Attilio Fontana a Emanuele Antonelli sindaco di Busto Arsizio, uno dei partner del progetto, a esponenti del RINA (società di certificazione, consulenza, progettazione) che è il “motore” operativo, ai vertici di SEA, al presidente di Confindustria Roberto Grassi, altro pilastro di TH2ICINO, il nome dato al progetto.

Chiaro il messaggio: da programmi innovativi come questo può giungere una spinta rilevante per l’ambiente e per la provincia, con tecnologie, che comprenderanno produzione mediante elettrolisi (si parte con un impianto da 5 MW e da 500 tonnellate/anno) stoccaggio, distribuzione, fino all’utilizzo dell’idrogeno come carburante, sfruttando le sue proprietà energetiche, o riconvertito in elettricità attraverso le “celle a carburante”. Tra le aree di applicazione più a lungo termine – si parla del 2035 – ci sarà l’utilizzo come carburante per gli aerei, dotati di nuovi capaci serbatoi, ma per il momento si guarda soprattutto ai mezzi di trasporto pesanti, compresi alcuni “riconvertiti” da utilizzare sulla pista dell’aeroporto. Tra pochi giorni sarà inoltre annunciata un’ulteriore “Valley”, quella della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, dove saranno inseriti – ha spiegato il presidente di Trenord Andrea Gibelli – sei convogli di produzione Alstom a partire dal 2024-2025. Il progetto, sostenuto con fondi del Pnrr, permetterà di rimpiazzare una parte dei mezzi inquinanti a gasolio su un tracciato ferroviario dove sarebbe impensabile una elettrificazione a causa delle sagome delle gallerie.

C’è tuttavia un’ulteriore narrazione, rimarcata dalla forte componente leghista al convegno, ed è quella dell’autonomia energetica. A Malpensa è intervenuto in video non il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, il naturale competente per la materia, ma il ministro delle Infrastrutture Salvini, e come rappresentante del maggior “azionista” del progetto TH2ICINO c’era l’europarlamentare Isabella Tovaglieri che è “bustocca doc”, ma più che la Commissione Ue ne rappresenta l’opposizione. Inevitabile così che da entrambe le parti più “politiche”, i messaggi fossero di critica alla visione a lor dire “troppo elettrica” dell’Europa, vedendo invece nell’idrogeno una leva a favore della filiera più tradizionale (quella termica) e contro lo strapotere cinese sul fotovoltaico.

C’è però un problema rilevante rimasto tra le pieghe del convegno, citato solo una volta: l’idrogeno, salutato entusiasticamente come la chiave dell’autonomia, non è una “fonte energetica”, ma “un vettore”. Perché, pur essendo l’elemento più presente nell’universo, non è di per sé “disponibile”, ma dev’essere prodotto. Si immette energia elettrica nell’acqua per scindere attraverso l’elettrolizzatore, idrogeno e ossigeno, ma questa energia dev’essere generata in qualche modo. Argomento che ha permesso di rievocare un altro pallino della Lega all’insegna della “neutralità tecnologica” e cioè il nucleare. Gli esperti utilizzano i colori per identificare la produzione di idrogeno: il Grigio, per l’utilizzo delle fonti fossili (soprattutto nell’industria chimica), il Blu sempre da fossili ma con tecniche che catturano la CO2; il Viola per l’utilizzo del nucleare, che comunque non produce CO2; il Verde per l’utilizzo di fonti rinnovabili. Tenuto conto dei lunghi tempi e delle incertezze del nucleare, i sostenitori dell’idrogeno oggi implicitamente spingono per il “Blu”. Anche un Report uscito dall’IEA l’Agenzia Internazionale per l’Energia solo un paio di giorni dopo l’incontro di Volandia individua il problema, sottolineando come la crescita di domanda per l’Idrogeno in questo moment sia ancora limitata e richieda un forte sostegno finanziario dei governi. Proprio dal territorio potrebbe però venire una risposta: è quella del progetto MalpensaFiere CER – Comunità Energetiche Rinnovabili (solare in primis), promosso dalla Camera d Commercio. In sala, tra il pubblico, c’era anche il segretario camerale Mauro Temperelli: se son rose fioriranno.

 

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