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Apologie Paradossali

PARLAR CHIARO

COSTANTE PORTATADINO - 15/03/2024

papa

Papa Francesco mostra una bandiera ucraina arrivata da Bucha durante un’udienza di due anni fa – Ansa

(S) Cambiato il mare, cambiato il vento, dalla Sardegna all’Adriatico; c’è un perché?

(O) Non darei troppo credito a questi repentini cambiamenti climatici-politici. Non si sciolgono i ghiacciai delle diffidenze e non fioriscono i deserti dell’assenteismo. Ambo le parti rischiano di scambiare per prospere campagne i deboli miraggi indotti da modeste prove elettorali. Incline come sono a riporre ogni speranza in un futuro molto prossimo, la contraddittorietà dei segnali mi stordisce.

(C) Vorrei sottrarmi anch’io all’onere di una interpretazione che, per stare anch’io in una metafora, lascia il tempo che trova. Anzi dedicherei l’apologia al PARLAR CHIARO. Mi pare che di questi tempi ci sia stato un abuso di metafore nel descrivere gli avvenimenti politici nostrani: il vento, il campo largo, il nostro Ohio, la bandiera bianca… Si ricorre alla metafora quando non si hanno argomenti chiari e definizioni precise, si vuole dunque lasciare all’interlocutore la possibilità d’interpretare il messaggio come più gli piace. Mi sembra perciò utile affidarsi all’incontrovertibile linguaggio dei numeri per azzardare un timido giudizio. Ne avanzo uno solo: gli elettori vogliono chiarezza e coerenza. Preferiscono premiare un’identità precisa. Accadde in Sardegna, premiando un campo stretto ma coerente del centrosinistra, penalizzando fino all’esclusione lo strano ‘centro’ di Soru mescolato con l’estrema sinistra, riaccade a parti rovesciate in Abruzzo, dove il campo ‘larghissimo’ della sinistra mi sembra abbia mandato a casa o altrove un numero consistente di ex elettori cinquestelle. La coerenza, in politica e non solo, non può essere sostituita da qualche artificio retorico. Se un campo è così largo da contenere posizioni contraddittorie su temi essenziali, alla fine svela la sua natura effimera.

(S) Realismo sarebbe dedicare meno enfasi a giochetti di provincia per cercare di capire cosa sta per succedere di GROSSO nel mondo, con una quasi-guerra-mondiale-a-capitoli chiaramente in atto, con l’Europa che sta per diventarne la prima trincea.

(C) Sarebbe il caso di valutare il rischio che le elezioni americane ci privino del sostegno materiale e morale atlantico, invece di parlare a vanvera del “nostro Ohio”. Dobbiamo fare chiarezza tra noi Italiani, tra noi Europei, tra noi Paesi consacrati al Diritto e alla Libertà, se siamo disposti a pagare un prezzo per la nostra autodifesa oppure…

(S) La bandiera bianca, un’altra metafora infelice…

(O) Però il card. Parolin ha precisato…

(C) Obiettivamente anche in questo caso la metafora crea inutile confusione. La parola centrale dell’intervento di Francesco è infatti “negoziare”, un termine diretto, anche se generico. La precisazione di Parolin riporterebbe la responsabilità del primo passo alla Russia e a Putin, per il quale arrestarsi proprio adesso sarebbe un passo difficile, dopo aver promesso la denazificazione dell’Ucraina (un’ardita metafora?) e l’inizio del ricongiungimento alla madre Russia dei territori ex-sovietici. Negoziare vorrebbe dire abbandonare la retorica e parlar chiaro, ciascuno al proprio popolo. Possibile?

(O) Possiamo almeno muovere la diplomazia e sperare.

(S) Sì, ma speranze al lumicino, quando gli unici segnali che pesano sono quelli fatti di ferro, pesanti non per modo di dire. E non dimentichiamo che tutte le guerre dopo la prima mondiale sono finite non con un negoziato, ma con la distruzione dell’avversario.

(C) Quasi tutte, rimane la ‘soluzione coreana’; quella che forse imporrebbero gli Usa a Zelensky, se fosse eletto Trump, uno che ha tanti difetti, ma certo non usa metafore. Sarebbe come dire: fermiamoci sulle trincee di oggi e tracciamo un nuovo confine. Sarebbe un premio all’aggressore, quasi una bandiera bianca per l’aggredito. Però si salverebbero vite umane.

(O) Una volta tanto Costante non ha una soluzione; se ripropone il PARLAR CHIARO come norma della politica, tanto italiana come mondiale, significa che raggiunge me, l’amico Onirio, nell’universo rosa dei desideri, delle speranze, dell’ottimismo ad oltranza. Benvenuto!

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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