Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

LA CURVATURA DI ADAM FARKAS

ROSALBA FERRERO - 14/09/2012

Duplice location a Varese per le opere di Adam Farkas: Villa Recalcati e lo Spazio Lavit ospitano sculture e disegni che ben illustrano il percorso dell’artista ungherese.

La mostra corona il ciclo Scultori a Villa Recalcati dedicato agli scultori legati al territorio varesino, un insieme di rassegne dipanate in un arco temporale di alcuni anni, ideate e curate da Flaminio Gualdoni con l’obiettivo di valorizzare il territorio dal punto di vista culturale e di creare una collezione permanente nelle sale e nel parco della villa cosicché divenga patrimonio della collettività; la mostra inoltre si inserisce in un più ampio progetto di cooperazione sovranazionale tra due Paesi dell’UE, che promuove nel 2013 l’Anno della cultura italiana in Ungheria e della cultura ungherese in Italia.

Il legame tra i due paesi è stretto: l’Italia è uno dei primi partner commerciali dell’Ungheria e l’interscambio ha raggiunto l’anno passato i sei miliardi di euro, in Ungheria operano oltre duemilatrecento imprese italiane, in campo economico ci sono accordi bilaterali. Tra Varese e Budapest lo scambio culturale s’è iniziato proprio a Varese nel 2011 quando a Villa Recalcati furono ospiti il Ministro della cultura ungherese Gèza Szocs e il direttore del Mùcsarnok Museum di Budapest che ha poi attivato una sorta di gemellaggio artistico che coinvolgerà voci importanti della cultura ungherese come appunto Farkas invitato ad esporre in Italia, e italiana come Monti, Robustelli, Bandirali, Ranzoni, che esporranno a Budapest e si offrirà così l’opportunità di conoscere le opere e gli artisti dell’altro paese; tale scambio è già avvenuto in campo musicale sotto l’egida di Euterpe: sono stati numerosi i concerti di musica ospitati a Varese, al CCR di Ispra, al MIDEC di Cerro di Laveno che hanno permesso di approfondire la conoscenza della musica ungherese.

La personale dedicata a Ádám Farkas consente un approccio significativo a uno dei massimi esponenti della scultura ungherese, noto in tutto il mondo e amato in particolare in Francia e in Giappone. Attivo dalla seconda metà del Novecento – è nato nel 1944 a Budapest – Farkas è famoso nel mondo occidentale per essere l’autore del monumento alla memoria dei martiri di Recsk, il gulag e campo di lavori forzati per i prigionieri politici, attivo in Ungheria durante il regime comunista. Tutta la sua vita e la sua produzione camminano in parallelo con la storia del suo paese.

Ha dodici anni quando l’Ungheria è teatro dell’occupazione sovietica volta a stroncare la richiesta di libertà e autonomia del popolo. Nel 1968 è un artista agli esordi che realizza figure tradizionali e stilizzate, che segue i canoni della scultura ufficiale, ma l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’URSS che pone fine alla cosiddetta “primavera di Praga” mette in discussione il suo pensiero e il suo credo artistico. Abbandona il Paese per trasferirsi a Parigi crogiuolo di novità e di scambi culturali; abbandona l’espressione figurativa per concentrarsi nella resa, unico nel panorama artistico ungherese contemporaneo, di forme e corpi plastici astratti nello spazio. In Francia approfondisce la sua ricerca artistica dedicandosi allo studio di Brâncusi e Hans Arp che riconosce come modelli e verso i quali ha un legame di grande empatia. Astrattista, costruttivista, liricista, utilizza per le sue opere scultoree legno, pietra, bronzo e marmo acuendo sempre più la conoscenza della materia e la padronanza tecnica che gli consentono una resa di forte intensità.

Dopo il ritorno in Ungheria, sceglie di vivere a Szentendre, dove dà vita a un’associazione culturale e contribuendo a rendere la cittadina una Capitale dell’arte. Tra il 1975 e il 1980 realizza opere di grande formato basate sulla linea ondulante e sull’effetto plastico e ottico delle linee ondulanti, per dedicarsi successivamente a opere giocate su di una forte tensione e contrapposizione delle forme naturali e artificiali.

A partire dagli anni Novanta predomina nei suoi lavori il motivo della torsione, che si affianca a quello della moltiplicazione delle spirali, quasi un emblema del distendersi del tempo in sezioni ripetute e uniformi: “…vuole catturare le forze che creano le forme”, come scrive Gaetan Cassina.

Plasma la materia, scalfisce la pietra, leviga il marmo, modella il bronzo creando forme che suggeriscono emozioni profonde e variegate in chi le accosta.

Nei disegni come nelle serigrafie il grafismo evidenzia un disincanto esistenziale, una sensibilità metafisica, evidenti nell’opera Esplosione di forte impatto visivo o nei vari Studi e Obiettivi che suggeriscono sempre un “essere altrove”, in un’altra dimensione.

 

Curvatura di pietra
Villa Recalcati- Varese, fino al 21 ottobre
dal martedì al giovedì: 14.30 – 17.00
sabato e domenica: 15.00 – 18.00
 
Spazio Lavit
Via Uberti 42 Varese. fino al 20 ottobre
La mostra allestita dallo Spazio Lavit e dall’Associazione Culturale “Parentesi” nella galleria di via Uberti 42 è a cura di Laura Orlandi
Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login