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Opinioni

SPIONAGGIO E IPOCRISIE

VINCENZO CIARAFFA - 05/07/2013

Manifestazione in difesa di Snowden

Dopo le rivelazioni di Edward Snowden, la talpa del “Datagate” rifugiatosi in Russia e secondo il quale i servizi segreti USA intercettano mezzo mondo incluse le ambasciate dei Paesi alleati, le sedi dell’ONU e quelle dell’Unione Europea, la Russia e alcune cancellerie del Vecchio Continente stanno trasudando indignazione da tutti i pori: che razza d’ipocriti! Infatti, quelli che adesso fanno finta di fare le verginelle violate sanno benissimo che su questa terra non v’è un solo Paese, anche il più scalcagnato, che non abbia al proprio servizio un esercito di spioni, Italia compresa.

A tale proposito vi proponiamo parte di un nostro articolo pubblicato da RMFonline il 21 giugno scorso col titolo “Clinton alla destra di Obama”: … anche se il grosso dell’opinione pubblica mondiale lo ignora, tutti noi, tutto il pianeta è auscultato, sin dai tempi della guerra fredda, da un sistema mondiale d’intercettazione delle comunicazioni private e pubbliche, più noto come “Echelon”, il grande fratello basato in Inghilterra e gestito da Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda e, ovviamente, dalla stessa Inghilterra. Per quanto ci possa riguardare, è probabile che anche la base militare USA di Gioia del Colle, in Puglia, faccia parte di questo grande fratello…

Dov’è, dunque, la novità scandalosa e chi sono, poi, gli scandalizzati? Il nostro presidente della Repubblica ha detto che, a proposito delle intercettazioni, si aspetta a breve chiarimenti dagli USA, lui che ai tempi del piano Demagnetize messo insieme dagli americani e dai nostri servizi segreti figurava tra i nemici dell’Alleanza Occidentale e che, peraltro, oggi è capo di uno Stato dove si spia di più al mondo, dove si spia perfino lui! Il presidente francese Hollande, invece, per far scordare i suoi guai interni, sta alimentando una campagna d’indignazione contro gli USA dimentico che nel dopoguerra, in combutta con la CIA americana, i servizi segreti francesi misero in piedi Cloven, la versione transalpina del piano Demagnetize e che le più grandi operazioni di spionaggio e controspionaggio in Europa – e nella stessa Francia – durante la guerra fredda avvennero su spiata o in stretta collaborazione con i servizi segreti statunitensi.

Ormai è un’amnesia generale perché anche la cancelliera tedesca Angela Merkel (prossima al giudizio elettorale nel suo Paese…) ha minacciato tuoni e fulmini dimentica – anche lei! – che ai tempi della guerra fredda la Germania Occidentale era il punto nodale d’ascolto degli spioni di tutto il mondo e che i servizi segreti tedeschi del dopoguerra sono stati “allevati” dalla CIA americana alla quale non di rado hanno fornito supporto e manovalanza per dei “lavoretti” in Europa.

V’é, dunque, da rimanere come minimo disgustati di fronte a cotanta ipocrisia e diffusa amnesia, ma sono le lezioni di moralismo diplomatico provenienti dalla Russia di zar Putin a toccare i massimi vertici del grottesco per alcune faccende sulle quali chi scrive ha ricordi abbastanza diretti.

Lo scrivente, infatti, agli inizi degli anni Novanta ebbe modo di lavorare alcuni anni con il Generale S. dopo che questi era rientrato dalla Russia dove aveva fatto, per quattro anni, l’attaché militare presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca. Allora la capitale moscovita non era un città dove i servizi funzionassero proprio bene sicché spesso l’alloggio del Generale rimaneva senza riscaldamento cosa che da quelle parti non è un inconveniente da poco durante l’inverno. Come in tutti i Paesi comunisti, in Russia imperava un’ottusa burocrazia per cui le chiamate all’azienda del riscaldamento moscovita non producevano nessun effetto, fintanto che il Generale non si poneva al centro del suo alloggio e, in russo sbottava: E poi parlano di efficienza dei regimi comunisti, qui non funziona neppure il riscaldamento in pieno inverno! Dopo neppure un’ora da quella studiata performance arrivavano i tecnici della società del riscaldamento. Come mai? Semplice: l’alloggio dell’attaché militare era zeppo di microspie e i servizi segreti russi, in perenne ascolto, ordinavano alla società del riscaldamento d’intervenire subito, ne andava dell’onore della patria sovietica! Ma non è tutto. Quando di ritorno dalla Russia il Generale S. mise su casa a Napoli, la sua signora pensò di mettere in funzione un forno a microonde che aveva portato dall’Italia alla Russia e dalla Russia all’Italia senza mai adoperarlo tant’è che lo sballò la prima volta nel capoluogo partenopeo. Il forno, però non funzionava per cui essa chiamò il tecnico dell’azienda produttrice che emise subito la sua diagnosi: il forno era stato smontato e, poi, rimontato male, da mani inesperte. Come potevano essere quelle degli agenti del KGB che, durante l’assenza da Mosca del Generale e della signora, erano entrati in casa, avevano smontato il forno, lo avevano minuziosamente fotografato e, v’è da giurarci, avevano poi passato le foto alle loro aziende di Stato.

Comunque, nonostante Echelon e la sfrenatezza della digitalizzazione, lo spionaggio, l’interdizione e il controspionaggio sul terreno per i servizi segreti restano ancora le opzioni più praticate sicché le zone prospicienti le “ambasciate di peso” sono sempre piene di punti di osservazione e di ascolto e, pertanto, pullulano di agenzie commerciali, di trasporti e turistiche. A tale proposito, vogliamo ricordare l’attentato che, il 27 dicembre del 1985, alcuni terroristi palestinesi fecero all’aeroporto di Fiumicino contro la compagnia aerea israeliana El Al. Ebbene, i primi a reagire – anche prima della Polizia aeroportuale italiana – e ad eliminare quattro dei terroristi del gruppo di fuoco palestinese furono gli impiegati della stessa compagnia El Al nelle cui mani, si materializzarono, come per incanto, delle pistole Beretta: erano tutti agenti del Mossad che operavano in Italia sotto copertura! E se le pistole da essi utilizzate erano delle Beretta in dotazione alle polizie e all’Esercito italiano va da sé che… Chiaro il concetto?

Siamo certi, perciò, che a breve finirà l’indignazione a comando contro gli spioni USA perché se i servizi segreti di quel Paese dovessero essere messi alle strette avrebbero gioco facile a dimostrare che gli indignati di oggi sono gli spioni dell’altro ieri o, peggio, i complici di ieri. E, magari, anche di oggi.

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