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Attualità

LA CATALPA E LA CASERMA

ROSALBA FERRERO - 13/09/2013

La catalpa bignonioides è una pianta rustica – leggasi: indistruttibile – che si sviluppa con rapidità e raggiunge in pochi anni l’altezza di vari metri; originaria dell’America settentrionale, è oggi molto diffusa nel nostro paese, tanto che alcuni la ritengono autoctona. In realtà dopo l’importazione, ha trovato condizioni favorevoli e nessun antagonista, a parte il Vericillium, un fungo che secca i rami e causa la morte della pianta per asfissia; ciò le ha permesso di svilupparsi e propagarsi creando spesso danni dovuti all’ignoranza della sua natura. Infatti è piacevole a vedersi, anche se il fusto è tozzo e ha una forte ramificazione con la chioma a ombrello e foglie cuoriformi, tondeggianti con un diametro di oltre trenta centimetri; ma l’apparato radicale è una vera esplosione di vitalità: in un soggetto di quattro-cinque anni, l’apparato radicale che si propaga con rapidità ed estensività inversamente proporzionale all’altezza, riesce ad attingere e a trasformare in nutrienti per il suo rigoglioso sviluppo qualsiasi cosa si trovi sottoterra – anche calcinacci – oltreché gli elementi dei terreni ubertosi.

Se tre anni fa, quando i rami della allora piantina alta non più di due metri raggiunsero e frantumarono la copertura del muro di cinta del cortile della Caserma Garibaldi che corre lungo via Fratelli Pavesi, qualcuno, deputato al verde pubblico, si fosse informato, imponendo l’eradicazione della pianta e non solo la potatura dei rami, si sarebbe evitato l’odierno abbattimento di gran parte del muro e si sarebbe evitato il disagio della chiusura della via Pavesi.

Certo il problema non è stato colto, perché la via Pavesi è stata definita ‘una trasversale non di primaria importanza’ in quanto non inclusa nel circuito circolare. Forse chi così si è espresso non ha presente il nastro continuo di auto che la intasano ogni giorno tra le 17 e le 20: sono le auto di chi ha la sfortuna di percorrere il tratto stradale che collega la zona stazioni. Sono per lo più frontalieri e pendolari dal Malnatese ed oltre che devono raggiungere il rione di Bosto o la zona del viale Europa per poi disperdersi lungo le vie verso il lago. L’alternativa che hanno è paralizzare il traffico verso l’Ospedale per immettersi in via Gasparotto o congestionare il centro riversandosi in via Bernascone.

La stradina è un tratto cruciale della viabilità e il suo stop crea forte disagio. L’abbattimento del muro ha consentito una soluzione rapida  almeno del problema viabilità.  Per quanto riguardala Caserma, problema di cui ci siamo occupati più volte su RMFonline, aspettiamo fiduciosi – come stiamo facendo da oltre venti anni, da quando le ultime note del ‘Silenzio fuori ordinanza’ hanno smesso di scandire alle ventidue ogni nostra serata – che avvenga qualcosa, magari l’auspicato recupero di un esempio di architettura un po’ retrò ma esteticamente più valida di molti esempi di pseudo-razionalismo oggi in auge.

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