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Apologie Paradossali

“E TU COSA TAGLIERESTI?”

COSTANTE PORTATADINO - 11/04/2014

La tentazione di iscriversi al concorso più cool dell’anno è forte, anche per uno avaro di battute e di frizzi come il Conformi. “Ma ho paura di confondermi con tutti quelli che faranno gli spiritosi, dal più ovvio dei lazzi, che qui non ripeto, alle trite banalità della retorica antipolitica. Ci vogliono proposte serie, misurate da veri economisti, mica inventate dall’uomo della strada o dai comici di Colorado”.

“Ma ‘sta cosa è fatta proprio per quelli e per quello scopo – sogghigno e cerco di provocare Sebastiano – i comici aprono la strada al nuovo linguaggio politico, non stanno più ad aspettare l’affermarsi dell’immagine di un politico per imitarne le pose, esagerarne i difetti e con questo riportarlo sulla terra. Questo è cominciato col buffone di corte, con Rigoletto ed è finita con Noschese. È da un po’ che la comicità demenziale ha introdotto un linguaggio comunicativo nuovo, presto copiato dalla pubblicità e ora dalla politica. Vedi Grillo: non ha avuto bisogno di cambiare né linguaggio né argomenti da quando faceva il comico demenziale”.

“Intanto si mantiene intorno al 20%, mentre i tuoi amici serissimi e responsabili magari non beccano nemmeno il 4 tutti insieme. Poi tratti Grillo da maestro, seppure cattivo, invece raccoglie solo quello che la demenza degli altri, quella sì autentica, gli offre su un piatto d’argento. E alla domanda di Renzi risponderebbe: <Tutto>. L’unica risposta possibile, tutto, tutto quello che voi siete, il mondo che rappresentate, gli interessi che difendete, i diritti che credete di avere acquisito per sempre”.

“Non capisco, un momento fa parlavi di proposte serie, fatte da veri scienziati, e ora fai l’elogio del negativismo totale di marca grillina”.

“Ma te l’ho detto e te lo ripeto, è proprio perché mancano o non sono ascoltati i veri competenti, che viene fuori questo rifiuto del compromesso che tu chiami negativismo, che, a sua volta, invece, è utilissimo perché costringe il governo a correre, a fare, a decidere. A proposito, ho da fare. Ciao”.

Mi ha quasi convinto, più che con le parole, con quel suo gesto, andarsene troncando il discorso. Provo a prenderlo sul serio, ad applicare il suo metodo Cosa taglierei, nell’ambito delle cose di cui ho una certa competenza? Forse qualche linea ferroviaria che ricava il 10% dei costi? Eh no, intaseresti le strade… ma poi, non sei credibile, lo faresti solo per metterci i tuoi bus al posto dei treni. Forse le grandi opere pubbliche, tipo TAV, l’EXPO, Pedemontana? E poi chi li sente chi ci lavora, imprese, sindacati, consumatori… Certo, qualcuno cui recano disturbo applaudirebbe, ma sarebbe una minoranza.

Ho paura che la domanda sia malposta, alla fine tutti taglierebbero tutto, tranne se stessi. Se provassimo a rovesciarla, tu, cosa TI taglieresti?

Macché non funziona neanche così, torneremmo al punto zero, come il solito Bertoldo, che non trovava mai l’albero giusto cui lasciarsi impiccare.

Io però ci provo lo stesso, qualcosa proporrò.

Aspetto risposta, se ci sarà, la scriverò qui. Sarà la prima vera apologia.

PS. Se avete delle proposte divertenti, non scrivete a Renzi, scrivete a me. Grazie

 

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