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Attualità

PRIMA CAPPELLA/2 SE IL SINDACO PARTECIPA

MASSIMO LODI - 09/05/2014

L’idea (solo l’idea, non il suggerimento: non ci permettiamo tanto) potrebbe essere questa: il sindaco che mercoledì prossimo va all’assemblea pubblica indetta da #Varese2.0 e ascolta  quello che i partecipanti hanno da dire sul parcheggio-bunker alla Prima Cappella. Ascolta, prende nota, si fa un’opinione più precisa delle opinioni altrui. Sarebbe un gesto concreto, distensivo, saggio. Significherebbe l’apertura vera del dialogo, che non c’è mai stata nonostante il confronto televisivo (lo scontro, sarebbe meglio definirlo) tra lui e il leader degli obiettori all’opera pubblica, Daniele Zanzi. Poi il sindaco, informato d’ogni dettaglio, approfondisce la materia con i suoi assessori, i tecnici, gli autori del progetto di realizzazione del manufatto. Ne trae una sintesi e in un successivo incontro con la cittadinanza la illustra, stavolta presenziandovi non come uditore ma come relatore.

Naturalmente è solo una speranza. Meglio: un auspicio. Però forse l’unica strada da imboccare per non finire in un burrone. Se la sente il sindaco di andare avanti sic stantibus rebus, con un’opposizione popolare forte, in crescita, delusa del mancato ascolto? Non crede che varrebbe la pena di fermarsi, riflettere, pensare sul serio alla praticabilità d’alternative possibili? Giudica controproducente riavviare il collegamento interrottosi tra lui, la sua giunta e i  varesini su questo e altri temi? E infine: non sarebbe il caso di smetterla d’intravedere inesistenti secondi fini nel movimento di protesta, e invece una spontanea e generosa passione a favore della propria città e non in avversione a qualcuno?

Se tutto ciò non bastasse (dibattiti, spiegazioni, chiarimenti) resterebbe l’ipotesi del referendum, istituto cui gli svizzeri – indicati spesso a modello dagli amministratori prealpini – ricorrono di frequente e noi no. Non è un’ipotesi campata per aria. E’ tecnicamente praticabile, e lo dimostra il fatto che il maggior partito d’opposizione in Consiglio comunale, il Pd, l’appoggia e sollecita. Il Pd non cavalca l’onda dell’emozione, cerca strade concrete su cui far correre idee capaci d’arrivare alla meta. Altri partiti di minoranza non sottovalutano – a differenza del vertice di Palazzo Estense – il valore della mobilitazione spontanea: ormai cinquemila firme raccolte, con l’associazionismo organizzato che va affiancandosi ai singoli cittadini. E’ una richiesta di chiarezza che viene dal territorio, e come si può dire di no alla gente che ti domanda di ripensare una decisione se ritieni d’essere il rappresentante, l’espressione, perfino il simbolo di questa gente? Il quesito – anche alla luce di altri fenomeni d’insofferenza verso l’amministrazione civica – ce lo si pone ormai all’interno della maggioranza municipale, pur se ufficialmente trattenuto per non minarne la solidità. Davanti ci sono ancora due anni di governo della città, ma che due anni saranno, sotto il peso d’una sfiducia popolare così dichiarata e sorprendente?

Sarebbe infine opportuno dar retta alle riflessioni dell’ex ministro della Protezione Civile Zamberletti (“E’ davvero utile o no questo parcheggio? Approfondiamo l’argomento”) e del primo sindaco leghista della città, Raimondo Fassa (“Sperimentammo con successo a metà degli Anni Novanta il Sacro Monte chiuso al traffico nei giorni prefestivi e festivi”). Un modo semplice per regolare l’affluenza di pellegrini e visitatori, evitare gl’ingorghi viabilistici, preservare un tesoro spirituale, architettonico, naturale. Un modo per favorire preghiera, turismo, pratiche escursionistiche. Un modo per rendere tutti consapevoli del dovere d’usare con cautela la meraviglia regalataci fortunatamente in sorte. Replicare quell’esperienza, assegnandole titolo definitivo, basterebbe a illuminare sulla convenienza di non tentarne di nuove, se così rischiose, sgradite, temute. Per cambiare, bisogna farlo in meglio e non in peggio.

 

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