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Attualità

CHE IL CANTIERE ASPETTI

SERGIO REDAELLI - 06/06/2014

Estratto del progetto di accessibilità al Sacro Monte

Se rinviassimo di un anno l’apertura del cantiere? L’Expo è alle porte e Varese si prepara ad accogliere due milioni di persone attratte dall’evento milanese “spalmate” in un periodo di sei mesi. Riaperto il museo Pogliaghi, l’unica opera prevista al Sacro Monte è il parcheggio alla Prima Cappella e il 2015 arriverà con il cantiere aperto. Non ci sembra una grande idea. Dando il via ai lavori adesso, i pullman e le auto si ritroveranno fermi ai semafori davanti alle ruspe e i visitatori sbufferanno contro “la solita Italia” che fa le cose nel momento sbagliato. Non si potrebbe prendere un po’ di tempo? È possibile rimandare l’inizio dei lavori a fine 2015? Non si tratta della solita scelta di comodo all’italiana, di “decidere di non decidere” ma, in attesa di capire quale sia la cosa migliore da fare, potremmo almeno evitare una figuraccia con chi viene a visitare il nostro gioiello.

Riflettere un po’ di più non guasterebbe. Sui parcheggi della Via Sacra se ne dicono tante e gli stessi rappresentanti degli enti pubblici spesso cambiano idea o tacciono sui propri convincimenti di ieri. È il caso di Fabio Binelli, assessore all’urbanistica con delega ai trasporti del Comune, che nel numero 49 della rivista “Il nostro Sacro Monte”, scriveva nel 2010: “L’elemento fondamentale per ogni scelta di valorizzazione è definire una modalità d’accesso al Sacro Monte. Un’accessibilità controllata deve avere il suo elemento di forza in una corretta integrazione tra mezzi pubblici e privati. Particolare interesse ha destato la proposta, formulata dalle società Sintagma e Citra, consulenti dell’Assessorato all’Urbanistica per la redazione del Piano Urbano della Mobilità, che hanno ipotizzato un rilancio della funicolare Vellone-Santa Maria del Monte attraverso un doppio intervento infrastrutturale”.

L’assessore Binelli, molto prima che si cominciasse a parlare di cartucce esplosive e di scavi all’Immacolata, sembrava avere le idee chiare: “Si tratta di costruire un parcheggio di 180-220 posti alla stazione di valle della funicolare e di realizzare un ascensore inclinato che consenta di superare il dislivello tra la stazione di monte e la zona del Santuario. Grazie a questo sistema, il visitatore del Sacro Monte raggiunge in auto o in autobus la stazione di valle della funicolare e con quest’ultima sale a Santa Maria del Monte in via Fincarà; da qui, con l’ascensore inclinato, raggiunge via Bianchi, a pochi passi dal Santuario; potrebbe essere dunque interdetto l’accesso alle auto alla vetta della montagna (con l’ovvia eccezione di chi a Santa Maria del Monte vive e lavora) e garantita l’alternativa di un accesso agevole al Sacro Monte con i mezzi pubblici”.

Verba volant ma ciò che è scritto rimane. È interessante rileggere l’intervento che l’allora assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità, Raffaele Cattaneo, fece alla tavola rotonda organizzata dalla Prealpina il 29 gennaio 2010 su come valorizzare il Sacro Monte. Disse, stenografato: “La questione dell’accessibilità è cruciale e non può essere affrontata in modo draconiano dicendo “via tutte le auto” oppure “no”. Ci vuole una soluzione articolata e complessa con un’ipotesi che preveda l’accessibilità al borgo e al monte. C’è il problema dell’accessibilità a maggio, il mese della Madonna, ma c’è anche il Sacro Monte di un venerdì di gennaio, con esigenze diverse. Bisogna dunque studiare la richiesta di parcheggi in cima al monte e studiare l’ottimizzazione di accesso durante i picchi di afflusso. Inoltre si può valorizzare un investimento già fatto che è quello della funicolare e dunque oggi che c’è, si deve valorizzare. Come? Penso a un parcheggio in prossimità della funicolare non a distanza di un chilometro, per esempio. Inoltre si deve ragionare sull’accessibilità nel suo complesso, sulla qualità delle strade e dei mezzi pubblici in particolare”.

Nella stessa occasione, il sindaco Attilio Fontana pronunciò parole aperte al comune sentire e più morbide rispetto all’attuale atteggiamento: “Il Sacro Monte costituisce un patrimonio che deve essere tutelato sia dal punto di vista artistico che religioso. La situazione è estremamente delicata e sarebbe facile dire “facciamo e costruiamo e abbattiamo” ma sarebbe qualcosa senza un progetto unitario e si risolverebbe in un disastro. La comunità va coinvolta nella realizzazione di quello che il nostro tempo sa dare, come fece padre Aguggiari”.
 Dario Galli, presidente della Provincia, si spinse oltre: “Si dovrebbe creare un movimento d’opinione e far diventare il Sacro Monte argomento centrale di attenzione paesaggistica e ambientale. Non basta ricordarsi che Sacro Monte è patrimonio dell’umanità perché c’è un timbro posto dall’Unesco. Va aperto il dibattito. Solo coinvolgendo la comunità tutta in un grande progetto si potrà rilanciare il Sacro Monte. Penso a Expo e alla possibilità di fare visitare il Sacro Monte con un piano serio e articolato”.

Risalendo ancora più indietro alla ricerca delle parole perdute, così si esprimeva Enrico Angelini, assessore comunale alla promozione turistica, in un’intervista pubblicata da www.sacromontevarese.net il 23 febbraio 2009: “Il modo migliore per festeggiare il Centenario della funicolare è dare il via concretamente a due opere importanti: la costruzione di un parcheggio adeguato (per auto e pullman) in piazzale Montanari, luogo di accesso alla funicolare e la costruzione di un raccordo con tapis roulant o scala mobile tra la stazione d’arrivo e il Santuario, in modo da rendere veramente fruibile la funicolare per le molte persone che hanno difficoltà ad arrivare al santuario. In questo modo la funicolare e i bus navetta possono portare parecchia gente fino al borgo senza creare assurdi intasamenti di traffico e lotte fratricide per i pochi parcheggi disponibili in quota”.

Che cosa è accaduto perché i nostri rappresentanti cambiassero idea? Valli a capire, forse paletti posti da questo o quell’ente. La funicolare è uscita dai radar con tanti saluti ai 150 mila euro che il servizio perde ogni anno, 600 mila euro in quattro anni che potevano essere utilmente spesi per incominciare a finanziare una parte del parcheggio al Vellone, vicino alla stazione di partenza della funicolare e lontano dalle chiese del Seicento. Il parcheggio al Vellone confermerebbe la scelta ecologica intelligentemente fatta nel 2000 dalla giunta Fumagalli e ancora prima, all’inizio del Novecento, dagli amministratori che videro nella funicolare il miglior mezzo possibile per salire al Sacro Monte. Trasporto pulito su rotaia, non gomma inquinante. Perché ora si vuole contraddire quella saggia e utile scelta? Prendiamoci un anno per riflettere e diamo un taglio alle polemiche in nome dei turisti che hanno già la valigia pronta.

 

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