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Cultura

IL GIGANTE RIVALUTATO

GIUSEPPE TERZIROLI - 13/06/2014

Questo mio articolo non vuole essere la classica visitazione di una mostra, quella di Bernardino Luini e figli la quale invito tutti i lettori a calendarizzare il più presto possibile a Milano a Palazzo Reale. Ma il tentativo di spiegare le ragioni ed i motivi per i quali un artista rappresentativo di una epoca, bravo, così vicino al gusto e alla estetica popolare sia poco conosciuto dai suoi stessi conterranei.

Eppure non vi è città grande o piccola della Lombardia che non abbia dedicato al pittore di Runo di Dumenza una via, così come anche Varese.

Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, i curatori dell’evento milanese, nell’incipit del catalogo ufficiale, ricordano il vecchio adagio critico: “Chi dice Luini dice Lombardia”. Bernardino in poco più di cinquant’anni di vita, dal 1480 al 1532, ed i suoi figli, di cui il più rappresentativo fu Aurelio, ha disseminato le sue opere nelle più importanti chiese nostre, da Milano passando per Saronno e per arrivare in Canton Ticino. Al proposito immagino che a Lugano abbiate visto il mitico sensazionale tramezzo nella basilica lungo il lago.

Il grandissimo successo devozionale che le madonne del Luini per secoli hanno avuto, a seguire dalla prima metà del 1500, è cosa arcinota. San Carlo Borromeo ne era affascinato. Stendhal e Ruskin ne celebravano le immense qualità.

Recentemente a Pasqua sono andato espressamente al Louvre a caccia dei suoi capolavori e ho trovato il quadro che cercavo: quello riproducente il quieto sonno del Bambino Gesù. I due volti sono trasversali perché la Madonna reclinando il capo fa spazio al bimbo dormiente che le si appende letteralmente al collo con le sante manine.

Ma allora perché il disamore del Novecento? I suddetti curatori tirano in ballo Bernard Berenson, grande storico dell’arte. Ma l’arte è una moda che sale e scende. Ed oggi più che mai siamo in dovere di reclamare verso questa ondata di positivismo laicista che ha deprezzato il gusto arcaico del figlio del venditore di frutta milanese.

Gente del popolo. Gente semplice dal taglio prealpino. Gente delle sue valli di origine, riprese quasi sempre nello sfondo con balzi, laghi e fiumi. Sperimentate quanto sia bello andare a trovare Bernardino a Milano, che, comunque la pensiate, è il più grande artista di tutti i tempi del territorio di Varese.

 

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