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Storia

LA MADONNA DEL CORO

GIUSEPPE TERZIROLI - 05/09/2014

Quando nel novembre del 1567 San Carlo visitò l’antica chiesa di San Vittore, che misurava 47 metri di lunghezza rispetto alla attuale di 64, si meravigliò assai avendo trovata relegata in un vano a terra la Madonna con le due pie donne. I preti del capitolo posero in evidenza subito nel coro il simulacro che per questo fu denominato “Madonna del Coro”.

In ogni caso i responsabili del tempo mal si curavano dell’edificio più importante di Varese tanto che il 23 dicembre del 1591 crollò la volta della chiesa ma non quella del coro. Si gridò al miracolo!

Ricordo che dall’anno prima era iniziata la realizzazione della attuale basilica sul progetto dell’architetto di San Carlo Pellegrino Tibaldi detto il Pellegrini, autore dei più importanti santuari del tardo Cinquecento e primo Seicento: Saronno, Rho, Caravaggio, la facciata del San Fedele, le Cappelle di Varallo solo per fare un primo scorrimento dell’elenco dei suoi lavori. Il Pellegrini morì nel 1596 e delle realizzazione, come sappiamo, si occupò il grande Giuseppe Bernascone.

Tornando alla nostra Madonna che sviene sorretta da Maria Cleofe e Maria Maddalena, protesse i fedeli ed il tempio da un terribile fulmine il 28 luglio 1670, che con saette e un gran botto micidiale che sembrava una cannonata attraversò tutta la chiesa. Dopo questo evento che lasciò tutti illesi si stabilì di trasferire la Addolorata nella vicina Chiesa di San Lorenzo.

Pochi anni dopo, il 30 maggio del 1678, si tenne una processione esterna in una giornata dal cielo più che sereno e chiaramente apparvero a tutti tre stelle sul capo della Vergine. La translazione non doveva più avvenire. In questo modo fu interpretato il “segno divino”: la Madonna doveva restare in San Vittore e si scelse la Cappella di Santa Maria della Speranza e di San Carlo, di giuspatronato della nobile famiglia dei Dralli ove trovasi ora.

Aumentavano sempre di più la devozione e l’affetto verso la Madonna dei miracoli al punto che furono collocate tre stelle argentate dorate sul capo, diventate di oro massiccio e brillanti prima della incoronazione del Cardinal Ferrari il 15 settembre del 1907.

Da allora tutti quanti noi andiamo ad accendere il nostro lumicino per una grazia o semplice aiuto spirituale a queste donne di autore ignoto ma dicono ispirato dalla Pala di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone presso la Certosa di Pavia.

 

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